È nato il Minervini bis: giunta “pasticciata” e sotto tutela
Con la nomina dei dieci nuovi assessori comunali è iniziato ufficialmente il “Tommaso Minervini bis”. E' infatti una amministrazione nuova di zecca quella che il sindaco della città ha presentato prima alla stampa e poi al consiglio comunale, al termine di una crisi politica ed amministrativa che si è protratta per quasi due mesi e che, nelle intenzioni del primo cittadino, si sarebbe dovuta chiudere con l'indicazione della rinnovata squadra di governo. In realtà, come vedremo sono ancora molti i nodi politici lasciati irrisolti.
I nuovi assessori
I dieci assessori sono stati presentati dal sindaco come la «sintesi più alta tra le rappresentanze dei partiti e le forze migliori della città e della società che sono emerse in questi anni di amministrazione. Con questa giunta – ha dichiarato Tommaso Minervini – entra a Palazzo di città la Molfetta che punta all'innovazione e alla partecipazione collaborativa nel saper costruire direttamente la “città dei molfettesi”».
Sarà pure come dice il nostro sindaco, ma ai nostri occhi il nuovo organo esecutivo appare esclusivamente come il frutto di un rabberciato compromesso tra le due visioni politiche ormai contrastanti, presenti all'interno della coalizione che amministra la città: da un lato i due partiti principali del centrodestra, Forza Italia ed Alleanza Nazionale, che non hanno nessuna intenzione di rinunciare al proprio ruolo politico e non perdono occasione per rimarcare quanto sia indispensabile la Casa delle Libertà per le sorti di questa amministrazione, e dall'altro il gruppo formato dal Nuovo Psi e dalla lista civica “Molfetta che vogliamo”, forze politiche che hanno preso ufficialmente le distanze dal centrodestra e, nel bel mezzo della crisi amministrativa, si sono dichiarate disposte a mantenere in piedi la giunta solo a patto che fosse rilanciato quel “progetto civico” originario, risalente al 2001, di cui nel corso del tempo si sono via via perse le tracce.
Schiacciato da queste due ferme ed inconciliabili posizioni, il sindaco ha cercato di fare quel che ha potuto ed alla fine la giunta è la massima espressione di questi equivoci non chiariti. L'esecutivo infatti è formato da tre esponenti di partito (il sen. Antonio Azzollini, il segretario politico di Forza Italia, Antonio Camporeale, e l'ex consigliere comunale di An, Giuseppe De Nicolò) e da sette assessori presunti “espressione della società civile” (Marta Pisani, Dante Angrisani, Sergio Leone, Angelo Messina, Pierangelo Iurilli, Adele Claudio, Immah Gagliardi). Non si meravigli il lettore se questi nomi, nella stragrande maggioranza dei casi, gli appaiano assolutamente sconosciuti, dal momento che ai più effettivamente lo sono, essendo i neo-assessori del tutto privi di esperienze politiche ed amministrative, nonché di legittimazione popolare, non essendosi mai misurati con il consenso e con la città, e davvero non si capisce a che titolo oggi occupino quelle posizioni. “Hanno risposto ad una chiamata” ha detto il sindaco, lasciando in molti il dubbio che si tratti niente meno che di assessori “per vocazione”.
Saranno pure bravi, come sostiene Tommaso Minervini, nelle loro attività professionali, ma è questo merito sufficiente per poter aspirare a governare una città di oltre 60mila abitanti, la seconda della Provincia di Bari, dopo il capoluogo? Cosa riusciranno a fare questi signori del tutto a digiuno di politica ed amministrazione nei soli quattro mesi che ci dividono dalle prossime elezioni, in un clima di campagna elettorale che si preannuncia molto aspra?
Giunta civica?
Ma anche qui ci sarebbe un equivoco da chiarire dal momento che, al di là di quel che ha detto il primo cittadino nel presentare la sua squadra di governo, ciascuno dei nuovi assessori “tecnici” ha un suo preciso e ben individuabile “sponsor” politico (un partito o addirittura un singolo esponente della maggioranza) e quindi, a guardar bene, questa giunta tanto tecnica non è.
E come potrebbe esserlo dal momento che vede come assessore al Bilancio il sen. Antonio Azzollini, di Forza Italia? La presenza nell'organo esecutivo del massimo rappresentante istituzionale della Casa delle Libertà costituisce un fattore di straordinaria importanza. Diciamocelo chiaramente: è sempre apparso evidente, in questi anni, che il vero padre-padrone della coalizione fosse il “senatore azzurro”; negli ambienti della politica molfettese è molto diffuso il detto “non si muove foglia che Tonino (come è chiamato il sen. Azzollini ndr) non voglia”, ma quello che fino a ieri era un elemento sotteso, appare oggi in tutta la sua evidenza, in considerazione anche del fatto che l'assessore al Bilancio tiene i “cordoni della borsa”. Agli occhi della città la presenza del senatore Azzollini in giunta costituisce un vero e proprio “commissariamento interno” del sindaco, volto a mettere “sotto tutela” un primo cittadino particolarmente riottoso negli ultimi mesi.
Crisi politica non risolta
Se la nuova giunta aveva come scopo quello di chiudere le fibrillazioni politiche all'interno della maggioranza, si può con certezza affermare che l'obiettivo è stato mancato clamorosamente. A distanza, infatti, di ventiquattrore dalla nomine dei nuovi assessori è arrivato il commento di Franco Visaggio, consigliere regionale del Nuovo Psi (forza politica schierata con il centrosinistra alla Regione). Visaggio in un comunicato ha detto chiaramente che “il Nuovo Psi non può dirsi soddisfatto di questa soluzione che attesta provocatoriamente una connotazione partitica del governo della città. Per cui, a tutela della nostra immagine e credibilità, dichiariamo esaurita la collaborazione con la Casa delle Libertà, e quindi svincoliamo il gruppo consiliare dalle logiche di coalizione riservandoci di esprimere le nostre valutazioni ed eventuali condivisioni o critiche sui futuri provvedimenti consiliari”.
Una presa di posizione alla quale ha fatto seguito quella analoga del movimento “Molfetta che Vogliamo” ed addirittura del Partito Repubblicano, da sempre considerato tra i più vicini al sindaco. Ebbene la forza politica dell'ex assessore Pietro Uva ha diffuso un documento a firma del segretario politico, Mauro Spaccavento, con cui afferma che “la nomina e la composizione della nuova Giunta non ha aiutato a superare le incomprensioni presenti nella coalizione, in quanto non è stata trovata la giusta sintesi tra le individuazioni civiche (molte delle quali non possono essere considerate espressioni rappresentative della società civile, tali da costituire un reale valore aggiunto di una futura coalizione) ed autorevoli ma ingombranti indicazioni di partito. Pertanto – prosegue il comunicato – i Repubblicani stante l'incertezza e confusione dell'attuale quadro politico terranno autonoma valutazione di giudizio, dando mandato al gruppo consiliare di esprimere parere favorevole solo per quei provvedimenti che costituiscono il rispetto degli impegni programmatici”.
Occorre dire, tuttavia, che pur in questo quadro davvero intricato, la nuova giunta di Tommaso Minervini ha passato indenne la sua prima prova in Consiglio Comunale, incassando la fiducia di diciassette consiglieri comunali (compresi i tre del “Nuovo Psi” che continua dunque nel suo ambiguo atteggiamento di forza politica di sinistra alla Regione e di destra qui in città). Ben pochi se si considera la “maggioranza bulgara” con la quale questa amministrazione iniziò la sua esperienza (23 consiglieri su 30) ma pur sempre sufficienti per andare avanti. Fino a quando? Difficile dirlo.
Con ogni probabilità questa esperienza amministrativa arriverà al termine naturale del mandato, ma la partita per la ricandidatura del sindaco Tommaso Minervini è tutta ancora aperta. Il sen. Azzollini, nell'intervista che pubblichiamo in altra pagina, ha dato un secco ultimatum al primo cittadino: “Ci faccia sapere in tempi brevi cosa intende fare, noi comunque abbiamo valide alternative”. Si dice che il “senatore azzurro” si sia stancato del “gioco delle tre carte” e pretenda chiarezza entro la fine dell'anno.
Se davvero, come sussurrano in molti, il sindaco sta lavorando per la creazione di un “terzo polo” lo scopriremo presto.
Giulio Calvani
giulio.calvani@quindici-molfetta.it