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Donne violente assediano e minacciano il sindaco: vogliono sussidi senza lavorare Quaranta inferocite irrompono nei corridoi degli uffici comunali pretendendo contributi economici straordinari non previsti, dopo anni di erogazioni allegre. Minacce al primo cittadino, costretta a barricarsi nel proprio studio: “Non è questa la vita che un sindaco può fare, superati i limiti”. Solidarietà dalla maggioranza, polemica la destra: “cittadini delusi da promesse non mantenute
15 febbraio 2015

Un martedì mattina di lavoro come tanti, poi l’irruzione di una quarantina di donne che tra urla, pianti e minacce assortite muove richieste confuse e generiche sulla socialità, chiedendo nuovi sussidi e risorse, mentre gli uffici comunali di Lama Scotella precipitano nel caos letteralmente paralizzati dalla minacciosa “comitiva”. È successo lo scorso 20 gennaio: una quarantina di cittadini chiede di incontrare il sindaco Paola Natalicchio, lamentando un grave disagio sociale e pretendendo immediate risposte. La situazione si arroventa subito e rischia di precipitare. Il sindaco esce dal suo ufficio, affronta i contestatori, chiede di incontrarne una delegazione, invita alla calma. Le donne sono irremovibili, vogliono essere ricevute tutte. “Va bene ma dovete mostrarmi i documenti”. L’aria è tesissima, a qualcuno saltano i nervi, volano minacce di morte, vengono colpite delle porte a vetri con i pugni. Arrivano subito i vigili urbani e dopo una manciata di minuti, tre pattuglie dei carabinieri: i manifestanti occupano i corridoi del Comune, le forze dell’ordine creano un cordone di sicurezza davanti alla porta del sindaco che è costretta a barricarsi nel proprio ufficio. Lama Scotella diventa un bunker, arrivano le troupe delle più importanti emittenti televisive regionali mentre i siti dei quotidiani nazionali lanciano la notizia: a Molfetta il sindaco è ostaggio nel proprio ufficio di una folla inferocita e sorda a ogni mediazione. Siamo finiti di nuovo sui tg di tutto il Paese (e se ne è parlato anche alcuni giorni dopo nelle tv nazionali, in programmi di approfondimento, ndr). Le tensioni sono ancora una volta legate al welfare, nervo scoperto di questa città. Negli anni dell’amministrazione Azzollini, i contributi venivano concessi agli aventi diritto spalmandoli nell’arco di un anno. Adesso con l’entrata in vigore del nuovo regolamento approvato dal Commissario Barbato, le modalità del servizio sono cambiate. Innanzitutto la platea degli aventi diritto è stata raddoppiata passando da 400 soggetti a 800. Chi ha beneficiato di un contributo economico continuativo per un semestre non ne può più beneficiarne in quello successivo. Contributi straordinari possono essere concessi solo dietro la documentazione (fatture e scontrini) di spese indispensabili. Oppure partecipando ai cantieri di servizio, l’innovativo esperimento di inclusione sociale lanciato a nome dell’amministrazione dal vicesindaco Bepi Maralfa. Col progetto (che adesso sarà inserito in una legge regionale che ha istituito i cantieri di cittadinanza), l’erogazione dei contributi straordinari è stata legata a lavori di piccola manutenzione come la riverniciatura delle ringhiere dei parchi, la decespugliatura, la pulizia e lo spazzamento in affiancamento agli operatori dell’Asm. Il bando è stato aperto a quelle 535 famiglie che hanno già percepito il contributo ordinario. Un ritorno, ha più volte sottolineato l’amministrazione a regole precise, eque ed efficaci che garantiscono una più adeguata distribuzione dei contributi. Un ritorno che evidentemente non è andato giù a tutti. L’esperimento è terminato a dicembre lasciando scoperto il mese di gennaio, in attesa che un nuovo bando venga lanciato. Questo vuoto sommato a ritardi nei pagamenti dovuti a motivi tecnici (la nuova procedura sia contabile, sia informatica entrata da poco in vigore, ha temporaneamente sospeso il pagamento dei contributi sociali dovuti, poi subito ripresi) deve aver surriscaldato ulteriormente gli animi. La folla di donne, ha avanzato richieste confuse, forse il ritorno a un periodo senza regole eppure i cittadini con gravi disagi economici, non pagano infatti Tasi, mensa e trasporto scolastico e molti di loro possono godere di quattro mensilità per far fronte alle spese abitative. Un aiuto concreto, ma all’interno di regole sicure, che urla e schiamazzi non possono di sicuro alterare. La situazione è tornata alla normalità solo vero le 13, quando i manifestanti hanno accettato la proposta del sindaco di incontrare una delegazione di cinque di loro il giorno seguente. Per il primo cittadino molta paura e un lieve malore (con tanto di visita cardiologica). L’indomani dell’aggressione, l’incontro con i manifestanti è stato segnato dalla pacatezza dei toni ma Paola Natalicchio ha ribadito che l’aria è troppo tesa: «siamo stanchi di questa situazione, non si può arrivare in Comune e minacciare sindaco e dipendenti comunali con pugni e urla. Le minacce non sono mai accettabili. Abbiamo cambiato le regole del servizio sociale: non si possono dare sussidi senza ricevere nulla in cambio e siamo stati il primo Comune ad attuare i “cantieri di servizio” realizzando un servizio civico, in cambio del compenso erogato. Certo, non pensavamo di ricevere una medaglia, ma nemmeno ingratitudine». Paola Natalicchio ha annunciato anche una lettera al Prefetto e una denuncia ai carabinieri e ricordato che con i manifestanti i toni sono tornati civili: “ci siamo chiariti: ho fatto presente che i cambiamenti in corso non devono far paura e che i cantieri di servizio continueranno. E’ un’esperienza importante che ci fa gonfiare il petto e riprenderanno. E’ un’iniziativa unica in Puglia ed è moderna ed efficiente. Ovviamente serve anche pazienza e fiducia ma i toni devono assolutamente tornare a essere civili” ha spiegato il sindaco che ha anche rassicurato tutti sui cantieri di servizio: “a breve ci sarà una delibera di giunta e quindi un nuovo bando, ma detto ciò non si può chiedere l’impossibile ai sindaci. Non possiamo creare posti di lavoro dall’oggi al domani e risolvere l’emergenza abitativa così, all’improvviso. Possiamo però avviare politiche sociali di cambiamento e metterci in ascolto, perché importante stare dalla parte degli ultimi”. Solidarietà è stata espressa da tutta la maggioranza, mentre l’opposizione di centrodestra ha mantenuto un profilo critico e pur condannando la violenza ha giustificato le ragioni dei manifestanti.

Autore: Onofrio Bellifemine
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