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Don Tonino santo? Occorre pazienza  
15 maggio 2007

È una questione che preme all'opinione pubblica molfettese quella della causa di beatificazione di don Tonino Bello: ci sono voci, dicerie che continuano a girare (alimentati dalla speranza di vederlo santo), ma i fatti mancano. Intanto i giornali nazionali e regionali pubblicavano articoli sull'argomento. Si pensava che il 20 aprile, data dell'anniversario della morte del nostro amato vescovo, ci dovesse essere l'annuncio dell'avvio del processo, ma tutto è stato smentito dalla stessa Curia vescovile. Infatti, il primo passo del processo di beatificazione deve essere fatto proprio dal vescovo attuale mons. Luigi Martella, che aveva manifestato una intenzione in tal senso, nel corso di un incontro con i sacerdoti, senza indicare date precise. Allora ci chiediamo: quali le motivazioni di questo ritardo e di questa smentita? Che ci siano intoppi burocratici o qualche questione più rilevante, che non si conosce? Era necessario fare un po' di chiarezza sulla faccenda e per questo ci siamo rivolti a don Mimmo Amato, parroco della “Madonna della Pace” e direttore del settimanale diocesano Luce e Vita, che ci ha offerto qualche delucidazione. «Non c'era stata nessuna previsione di questo annuncio, che è partito un po' dai giornali, un po' dalla gente. Il vescovo non aveva mai parlato di una data precisa. Tutti quanti si erano illusi o avevano preso per buone le dicerie, aspettandosi che giorno 20 aprile ci dovesse essere il sospirato annuncio. Perché ci possa essere un inizio per la causa di beatificazione è necessario che vangano fatte una serie di procedure, stabilite dalla Santa Sede. Ad esempio, una di queste è la raccolta di tutti gli scritti, per verificarne il contenuto teologico: fino ad ora ne abbiamo raccolti cinque, ora stiamo raccogliendo il sesto volume, in modo da completare questa prima parte. Dopo verranno fatti altri passaggi, secondo quelli previsti dal diritto canonico, che dovranno seguire anche determinati tempi di realizzazione. Solo allora il vescovo darà l'annuncio dell'apertura della causa di beatificazione in una conferenza stampa. Ma, fino a quando non si hanno questi elementi basilari, non si può avviare nessuna causa. In più, bisogna fare attenzione anche a questo. Se il processo dovesse nascere non perché c'è la fama di santità, ma solo in base ad un clamore popolare, non si farebbe altro che rallentarne lo sviluppo. L'acclamazione popolare è solo un punto di partenza, ma è importante analizzare scrupolosamente quelli che sono i fattori della santità. Dobbiamo innanzitutto pregare, tutti quanti; e poi essere attenti a vivere lo spirito di don Tonino, basato senza dubbio sulla pace, ma anche sull'umiltà, sulla semplicità, sulla preghiera, aspetti che spesso vengono dimenticati; sull'accoglienza di quanti non si sentivano inseriti nella chiesa. Tutti atteggiamenti che scaturivano dalla sua spiritualità, che si tende quasi sempre a nascondere. Ultimamente, la stampa ha affermato che la mancata partenza della causa di beatificazione è stata determinata dall'atteggiamento ostile di don Tonino nei confronti della politica e anche della chiesa. Ma un uomo che è contro qualcuno, può essere definito santo? È una contraddizione. È stato definito un vescovo scomodo, ma lui si è attenuto esclusivamente al Vangelo. È necessario avere un po' di pazienza, perché maturino i tempi. Il vescovo ha resa nota l'intenzione di cominciare quella serie di procedure per la beatificazione. Ma con questo non si può dire che il vescovo debba procedere all'annuncio ufficiale! Sarà suo l'interesse a far sapere alla comunità molfettese l'inizio ufficiale di questo processo. Bisogna essere equilibrati nei giudizi. Infatti, sembra che si voglia creare il caso giornalistico per il quale il vescovo o la curia non intendano avviare questo processo. Ripeto, è una faccenda che si è ingigantita senza motivazioni fondate. Bisogna essere sereni. Del resto, anche noi e il vescovo aspettiamo questo annuncio».
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