Domenica il sorteggio della barca che porterà a bordo la Madonna dei Martiri a Molfetta
La tradizionale processione a mare si svolgerà l'8 settembre
MOLFETTA - E' la settimana più lunga per i marinai molfettesi. Speranze, sogni e preghiere sono rivolti alla Vergine Maria. Secondo la tradizione sarà proprio Lei domenica a guidare la mano del bambino bendato che estrarrà il fatidico numero.
Il sorteggio si svolgerà presso l'Associazione armatori di pesca in via S. Domenico e consegnerà praticamente l'icona della Madonna dei Martiri al peschereccio vincente che avrà l'onore di farle fare un giro per il porto durante la sagra a mare dell'8 settembre.
Ed è proprio il numero 8 che sarà protagonista durante l'estrazione. Infatti solo dopo che questo numero verrà tirato fuori dalla bussola si potrà passare ad estrarre il numero decisivo associato al motopeschereccio vincente. L'armatore di quest'ultimo sceglierà in pochi giorni le due barche che avranno l'onore di accompagnarlo durante la parata in mare. Saranno momenti concitati e tutti pregheranno Maria, speranzosi in cuor loro, che Essa possa ascoltarli e premiarli con la gioia più grande.
La festa patronale ha origine antichissime allorché, secondo la tradizione, un quadro bizantino raffigurante una Vergine con un bambino, fu lasciato a Molfetta dai crociati che abbandonarono la Palestina in fretta e furia nel 1188 dopo la sconfitta di Hattin.
Con il passare dei secoli il culto della Madonna dei Martiri crebbe, non senza ostacoli e vicissitudini, fino al 1840 quando il molfettese Mauro Oronzo Valente, per assolvere un voto, fece modellare, dallo scultore napoletano Giuseppe Verzella, una statua raffigurante la vergine del quadro. Il culto della Madonna dei Martiri si intensificò sempre più sino al 1846, anno in cui risale la prima sagra a mare che all'epoca era praticata sulle bilancelle dalla caratteristica vela latina.
Il culto continua ad essere vivo nei nostri giorni ma in certe sfaccettature della “fiera”, come i molfettesi la chiamano, l'influenza del progresso e della modernità ci ha messo lo zampino.
Autore: Francesco Tempesta