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Dirty water tutti i reati commessi
15 novembre 2012

Getto pericoloso di cose; distruzione o deturpamento di bellezze naturali Imputati: Enzo Balducci (direttore dei lavori); Rocco Altomare (responsabile del procedimento unico); Fulvio d’Attanasio (legale rappresentate dell’Eurodepuratori in liquidazione dal 26 luglio 2010); Gennario Pisano (presidente del CdA dell’Eurodepuratori fino al 26 luglio 2010). Accusa: secondo la magistratura, gli imputati, nonostante il ruolo ricoperto, «effettuavano o comunque non impedivano lo scarico delle acque reflue in uscita dall’impianto nel Mare Adriatico» (con valori chimico-biologici che superavano quelli fissati dalle norme in materia ambientale del 2006), «la raccolta dei fanghi di depurazione (rifiuti speciali) in vista del loro trasporto presso centro autorizzato nonché lo stoccaggio» (l’Eurodepuratori non solo non era iscritta tra le società abilitate alla raccolta e stoccaggio fanghi, ma non aveva nemmeno l’autorizzazione) e anche l’«attività di deposito temporaneo del fanghi prodotti dall’impianto di depurazione» (fanghi che, in base all’accusa, erano immessi in modo incontrollato in mare). Infine, «disperdevano liberamente in atmosfera, senza autorizzazione, o comunque non impedivano la libera dispersione in atmosfera di emissioni maleodoranti rivenienti dall’impianto di depurazione, in assenza dell’autorizzazione, della preventiva comunicazione e della comunicazione dei dati relativi». Queste le accuse che sintetizzano le presunte violazioni in materia ambientale. Interruzione di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità; Frode nelle pubbliche forniture; danneggiamento Imputati: Enzo Balducci; Rocco Altomare; Fulvio d’Attanasio; Gennario Pisano. Accusa: secondo la magistratura, gli imputati «commettevano frode» nell’esecuzione degli adempimenti contrattuali dell’ottobre 2002, cui si aggiunge l’«introito illecito» di somme erogate per la conduzione fino al bimestre del 29 febbraio 2012 e «un ingiusto profitto» derivante dall’abbattimento dei costi di gestione per la non corretta stabilizzazione dei fanghi con l’avvio degli stessi al compostaggio e non in agricoltura. In particolare, i lavori di adeguamento dell’impianto erano stati realizzati solo in modo parziale («non completavano le opere oggetto del finanziamento da parte del Commissario dell’Emergenza Rifiuti non espletando lavori funzionali e necessari per consentire al ciclo di depurazione di funzionare con intere sezioni fuori servizio»), al punto che il processo non garantiva la fuoriuscita di acque reflue a norma e le emissioni emesse in atmosfera erano maleodoranti, mentre i fanghi non erano inviati in agricoltura, ma indirizzati al compostaggio. Interruzione di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità; turbata liberta’ dell’asta pubblica o della licitazione privata Imputati: Enzo Balducci; Rocco Altomare; Fulvio d’Attanasio; Gennario Pisano. Accusa: violando la convenzione sottoscritta dall’AQP con il Comune di Molfetta il dott. Pisano e il dott. Attanasio nei periodi della loro amministrazione avrebbero commesso «atti di inadempimento contrattuale, eseguendo solo parzialmente i lavori della convenzione e del contratto». Gli stessi lavori dovevano essere completati entro il luglio 2003, ma furono poi prorogati fino al settembre 2007 ottenendo l’erogazione anticipata di 1.7milioni di euro. Intanto, la direzione dei lavori «con artifizi induceva la stazione appaltante ad approvare una modifica illegittima dei termini contrattuali con trasformazione del contratto in corso d’opera, originariamente previsto a corpo e trasformato a misura con la possibilità quindi di ampliare illegittimamente le pretese economiche». Questa condotta si è protratta anche dopo la diffida della Regione Puglia (novembre 2007) e, anzi, «la ditta appaltatrice instaurava una controversia civile richiedendo il pagamento di somme per lavori mai collaudati» con il riconoscimento di 750mila euro oltre IVA per la transazione con il Comune di Molfetta (giugno 2009). Per di più, oltre a fissare un nuovo termine inderogabile (settembre 2009), sono stati corrisposti quasi 545mila euro come una liquidazione nel giugno e ottobre 2009 e nel febbraio 2011, corrispondendo anche il canone della conduzione dell’impianto. rifiuto d’atti d’ufficio; omissione; cooperazione colposa Imputati: Maria Antonia Iannarelli (dirigente del Servizio Tutela Acque della Regione Puglia); Paolo Perrone (presidente dell’Autorità Idrica Pugliese). Accusa: secondo gli inquirenti, gli imputati avrebbero omesso le attività di controllo e sanzionatorie, comprese quelle per la risoluzione del contratto, «non vigilando sul mancato completamento delle opere di adeguamento den’impianto mai collaudato e mai effettuato in maniera idonea, nonostante lo stato di degrado dell’impianto». Inoltre, «non mettevano in condizioni il Commissario delegato per l’emergenza rifiuti di esercitare la revoca del finanziamento e del contratto di affidamento della conduzione», a tal punto che lo stesso a gennaio 2012 aveva chiesto al Presidente del Consiglio dei Ministri di prorogare lo stato emergenziale fino al dicembre 2012, per evitare che l’impianto fosse dichiarato fuori nonna e risolto il contratto per inadempimento. rifiuto d’atti d’ufficio; omissione Imputati: Giuseppe Gioia (presidente della Commissione di collaudo); Giovanni Silvestri e Vitantonio Amoruso (componenti della Commissione di collaudo). Accusa: gli imputati «non procedevano ad effettuare il collaudo tecnico-’amministrativo al fine di eccepire le inadempienze della impresa conduttrice in ordine alle opere di adeguamento dei lavori», aggravando i reati già contestati.

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