Dimissioni dell’assessore Germano. MDP Molfetta: prima crisi di governo nell’Amministrazione comunale di Molfetta che accoglie di tutto
MOLFETTA – Sulle dimissioni dell’assessore Carmela Germano della giunta Minervini a Molfetta interviene il Movimento Articolo Uno MDP con una nota pesante sia sul ruolo dell’ex assessore sia sui motivi “personali” della rinuncia all’incarico (che solo “Quindici” ha spiegato come collegamento al sequestro dei beni del marito da parte della Guardia di Finanza), sia sui criteri di selezione degli assessori di questa amministrazione comunale di destracentro.
«Apprendiamo con soddisfazione delle dimissioni dell’Assessore di Molfetta Carmela Germano, moglie del pluripregiudicato bitontino Michele Carrara, attinto dalla misura di prevenzione reale del sequestro finalizzato alla confisca di conti bancari e beni mobili e immobili per un valore di 1,8 milioni di euro – è scritto nel comunicato -.
L’ex Assessore Germano - di cui non abbiamo ancora capito esattamente alcune funzioni, né cos’abbia prodotto in questi nove mesi di stipendio da assessore, per esempio relativamente a deleghe importanti come quelle alle “pari opportunità” e alle “politiche giovanili” - si dimette per “motivi personali”, risolvendo maldestramente a valle un nodo che la città meritava venisse sciolto a monte, ovvero la selezione di componenti della Giunta comunale che non rischiasse di gettare in alcun modo ombre sulle istituzioni.
Ma i criteri per la composizione dell’esecutivo comunale sono noti a tutti e non prevedono alcuna verifica né di competenze, né di opportunità politica. La smart city non si sofferma sulle dinamiche più o meno opache di raccolta del consenso, ma premia fedeltà e quantità di voti.
Solo due mesi fa il Sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini, congiuntamente al Sindaco di Giovinazzo Tommaso Depalma, si dichiarava allarmato per l’incremento di fenomeni delinquenziali nei nostri territori. Di questo entrambi i sindaci hanno notiziato il Prefetto di Bari, Marilisa Magno, mediante una lettera, che esprimeva preoccupazione e disorientamento rispetto all’”inspiegabile recrudescenza di fenomeni criminali registrata in queste ultime settimane sia a Giovinazzo che a Molfetta".
Da un lato si chiedeva l’aiuto esterno, dall’altro si giudicava candidamente come “inspiegabile recrudescenza” l’escalation di questi fenomeni. Oltre a farsi delle domande, il Sindaco dovrebbe anche dare delle risposte e delle spiegazioni. Al contrario Tommaso Minervini ringrazia l’ex Assessore Carmela Germano – che, è bene precisarlo, non risulta indagata, benché fosse occupata nell’Azienda di famiglia ora sotto sequestro – “per la correttezza istituzionale dimostrata”. Nessun dovere di analisi, quindi, nessuna spiegazione da offrire alla città su quanto effettivamente sia accaduto.
La verità è che il silenzio è un prezioso alleato per chi amministra la cosa pubblica con superficialità, disinteressandosi delle cause e delle complicità che generano le ferite più profonde nella propria comunità. Ci saremmo aspettati una presa di distanza da quanto accaduto da parte del Sindaco e di talune forze politiche democratiche della maggioranza. Ma non c’è stata e non ci sarà. “Finché la barca va, lasciala andare”. Siamo abituati a questa filosofia nociva e insolente. Sappiamo anche, però, che la città difronte a questo silenzio non sa rimanere muta: come è già accaduto, è in questi momenti che Molfetta dimostra di avere ancora gli anticorpi e la dignità per alzare la testa».