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Dehors, le nuove linee tecniche: razionalizzazione urbana o sanatoria del preesistente?
15 febbraio 2013

Con il Piano del Commercio su aree pubbliche il Comune di Molfetta è stato trasformato in una landa mercatale (il cosiddetto «mercato diffuso», formula giuridico-amministrativa coniata dall’amministrazione Azzollini, ma non normata da alcuno strumento legislativo). Oltre ai box della frutta, adesso potrebbero moltiplicarsi i cosiddetti dehors (stagionali o continuativi), l’insieme degli elementi (mobili, smontabili o facilmente rimovibili) collocati sull’area pubblica che costituisce, delimita e arreda lo spazio per ristoro all’aperto, annesso a un locale di pubblico esercizio di somministrazione. La giunta Azzollini ha approvato lo scorso 29 ottobre (giorno delle dimissioni di Antonio Azzollini) le linee guida tecniche per le occupazioni di spazi e aree pubbliche annesse ai locali di pubblico esercizio di somministrazione di alimenti e bevande. Questo provvedimento ha, peraltro, valenza retroattiva perché non solo sono state abrogate le disposizioni contrarie o incompatibili, ma le richieste già presentate e in fase d’istruttoria saranno rilasciate sulla base delle nuove disposizioni (anche il rinnovo del titolo autorizzatorio sarà richiesto e concesso nel rispetto di queste nuove linee guida). Il rischio potrebbe, però, essere quello di aver agevolato l’occupazione di suolo pubblico da parte di quegli operatori che hanno già invaso l’area antistante il loro locale (anche oltre quella assegnata o delimitata dalle strisce gialle). Per di più, un’interpretazione ad personam delle linee tecniche potrebbe non solo sanare lo status quo (irregolare) di coloro che espongono la merce anche al di fuori del locale (alcuni debordando persino sulla strada), ma anche consentire che i proprietari dei box della frutta già realizzati possano espandersi oltre l’area della struttura (come sta già accadendo, con banconi e cassette della frutta che a volte toccano il piano di calpestio dei balconi del primo piano). Tra l’altro, le linee tecniche potrebbero anche manifestare nel tempo alcune lacune perché pare sia addirittura assente uno studio preparatorio per la descrizione e l’analisi dell’esistente (caratteristiche tipologiche e rapporto con lo spazio urbano). Insomma, potrebbe essere questa l’ennesima sanatoria che, invece di disciplinare lo sviluppo razionale e funzionale degli spazi urbani, sembra destinata ad aumentarne maggiormente la confusione. Basti pensare a tutta l’area che si sviluppa dalla villa comunale al borgo, tappezzata di dehors soprattutto in estate: in questi casi è stato preservato l’equilibrio estetico o la sintonia con l’ambiente circostante? Nessuna norma avrebbe potuto impedire il rilascio della concessione per il solo rispetto dei requisiti richiesti, ma purtroppo la zona si è trasformata in uno zibaldone urbano: infatti, i dehors sono gettati tra le auto parcheggiate in seconda e terza fila. Stessa situazione per il lungomare. Tra l’altro, essere a diretto contatto con lo smog delle auto potrebbe anche inficiare il rispetto di alcuni requisiti igienico-sanitari, come la protezione dal traffico veicolare o il trasporto in sicurezza degli alimenti all’esterno. Ecco perché sarebbe stato opportuno prima favorire lo sviluppo di condizioni quanto meno migliori per l’installazione dei dehors, per poi redigere e approvare un regolamento che impedisse facili strumentalizzazioni o fuorvianti interpretazioni ad usum personae, sforzandosi anche di rendere pedonali e chiuse al traffico le aree interessate (ad esempio, il lungomare e l’area della villa comunale, quanto meno in estate, deviando il percorso dei mezzi di trasporto pubblico, misura già attuata per il Piano Strade e, quindi, non impraticabile). Non è negativa la presenza di uno o più dehors, ma è necessario garantire le minime condizioni urbanistico-territoriali e valutare con lucidità anche l’opportunità di una qualsiasi installazione. Del resto, è interessante notare che le linee tecniche sono anche in deroga alle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Regolatore del centro antico perché permettono di «allocare dehors aventi le caratteristiche strutturali, architettoniche e componentistiche compatibili con l’ambiente e costituite dagli elementi minimali quali sedie/tavoli, fioriere ed elementi di delimitazione, ombrelloni, riscaldamento, illuminazione ed elementi d’intrattenimento ». Potrebbe essere anche questa una sanatoria nella sanatoria per alcuni locali che hanno i loro dehors nel centro antico? Sarà ora compito delle Forze dell’Ordine vigilare sul reale rispetto della normativa comunale (dimensioni, requisiti igienico-sanitari, autorizzazione, ecc.) perché alcuni locali potrebbero anche derogare alla concessione rilasciata dal Comune in personale autonomia (se questo non sia già accaduto nell’ultimo anno). Accertata la violazione (es. occupazione abusiva di suolo pubblico, anche con autorizzazione/concessione) dovranno essere comminate le sanzioni sancite per legge, oltre a rimuovere ogni difformità rilevata dagli organi di controllo con la conseguente sospensione o revoca del titolo autorizzatorio. Il rispetto delle regole dev’essere permanente, senza mai piegarsi a interessi partitici, politici o personali, altrimenti si rischia di trasformare Molfetta in un feudo medievale.

Autore: Marcello la Forgia
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