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Dalla frattura del Pd di Molfetta, nasce il nuovo Movimento politico “Democrazia è partecipazione”
02 luglio 2015

MOLFETTA – Nasce un nuovo movimento a sinistra, dopo la spaccatura interna al Pd di Molfetta avvenuta prima delle elezioni regionali con l’elezione del nuovo segretario Piero de Nicolo e la scelta di epurazioni e sanzioni disciplinari in un regolamento di conti che ha avuto come effetto la pesante sconfitta elettorale del partito ridottosi ad un terzo dei consensi con appena 1.500 voti, malgrado l’apporto di Annalisa Altomare (ex candidata sindaco di Forza Italia e attuale consigliere comunale del Pd) e di Lillino Di Gioia, ex Dc che dopo aver militato in tanti partiti, è approdato infine al Pd.

E' di ieri la notizia dell’assemblea costituente del Movimento politico "Democrazia è Partecipazione" che vede tra i suoi promotori militanti e attivisti che, nelle ultime settimane, hanno lasciato il Partito Democratico di Molfetta in polemica con le posizioni assunte dalla locale segreteria e in disaccordo con molte delle posizioni assunte dal PD anche a livello nazionale.

L'Assemblea ha indicato l'avv. Raffaella Altamura come portavoce del Movimento, al quale hanno anche aderito i consiglieri comunali Damiano Angeletti e Davide de Candia, e l'assessore ai Lavori Pubblici, Giovanni Abbattista.

Nei prossimi giorni sarà convocata una conferenza stampa per presentare questo nuovo progetto politico.

Ecco il documento politico approvato dall'assemblea, che rappresenta il manifesto fondativo del movimento (nella foto il logo provvisorio del Movimento, che richiama in qualche modo l'ulivo, apparso con manifesti affissi in città).
«Democrazia è partecipazione. Un futuro a misura di democratici

L’evoluzione del quadro politico cittadino e l’obiettiva mutazione genetica in atto nelle fila del locale Partito Democratico hanno indotto tanti di noi a ritenere non più praticabile la militanza politica all’interno di un contesto nel quale ogni agibilità è di fatto preclusa, avendo deciso la nuova segreteria del PD molfettese di ricorrere a procedimenti disciplinari, espulsioni ed epurazioni per regolare i suoi conti.

Tuttavia quanto accade sul nostro territorio altro non è se non la declinazione molfettese di un processo involutivo del PD nazionale che lo ha portato ad essere, negli ultimi mesi, sempre più lontano e sempre più diverso da quel grande partito riformista, capace di interpretare la sfida del futuro e del cambiamento partendo da un bagaglio di valori irrinunciabili, al quale avevamo convintamente aderito.

Da Roma a Molfetta il PD, ormai, si caratterizza sempre più come uno spazio politico amorfo, privo di una chiara identità riformista e lontano dai principi fondanti del centrosinistra, sempre più attraversato opportunisticamente da flussi elettorali mutevoli, e abitato da notabili e pezzi di ceto politico traghettati dalla Prima Repubblica.

Tutto questo ci ha indotto ad assumere la sofferta decisione di non rinnovare la nostra adesione al Partito Democratico non riconoscendoci più, oggi, in questo soggetto politico che pare aver completamente smarrito la sua funzione e la sua identità, svendendo sull’altare delle larghe intese o dei trasformismi di cacicchi locali i suoi valori di riferimento: equità, giustizia sociale, tutela del lavoro, sviluppo sostenibile, valorizzazione delle risorse ambientali e rilancio della scuola pubblica.

Desta profonda amarezza constatare come questo PD sia stato capace di approvare e realizzare, in pochi mesi, riforme da sempre considerate “cavalli di battaglia” del centrodestra e osteggiate per anni e con orgoglio da tutto il popolo democratico e riformista: dall’abolizione dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori agli attacchi scellerati alla scuola pubblica, senza considerare le riforme istituzionali sgangherate che minano alla radice il nostro ordinamento e il delicatissimo equilibrio tra i poteri sancito nella Carta Costituzionale.

Per questo lo smottamento in atto nel Partito Democratico sta assumendo, sui territori, proporzioni ancora più significative, e a Molfetta il “nuovo corso” del PD (con la richiesta esplicita e immediata di un rimpasto di Giunta che rischia di aprire una fibrillazione tale da pregiudicare la straordinaria esperienza politica e amministrativa nata dalla vittoria del centrosinistra nel 2013) ha portato tanti di noi a non potersi più riconoscere nel partito che abbiamo fondato e portato ai recenti successi elettorali.

E così lasciamo il PD di Molfetta, ma non lasciamo l’impegno politico, la passione civile, la militanza nel centrosinistra.

Siamo democratici e continuiamo a credere nei nostri valori, nella necessità di un centrosinistra forte, autorevole e radicato nel tessuto sociale. Siamo democratici e continueremo a praticare concretamente le nostre idee.

E così ripartiamo con slancio, sul nostro territorio, al fianco dell’amministrazione guidata da Paola Natalicchio che ha inaugurato nel 2013 una eccezionale stagione di cambiamento nella nostra città, che va difesa e rafforzata per il raggiungimento degli obiettivi programmatici che hanno ottenuto la fiducia degli elettori: dalla cura della città ad un nuovo modello di welfare, dal sostegno alle attività produttive al rilancio del commercio, da un governo del territorio attento alle esigenze dei cittadini ad una pianificazione di lungo respiro che sappia porre le basi per la Molfetta del domani, dal decoro urbano alla tutela ambientale, passando per una rinnovata attenzione all’innovazione, alla pesca, ai servizi per i cittadini (specie per quelli più fragili), alle politiche culturali e alle politiche attive per il lavoro, allo sport per tutti, alla partecipazione nei processi decisionali.

Al di là del nostro quotidiano impegno in città per il perseguimento del bene comune, su un piano più generale guardiamo con estremo interesse a tutto quello che si sta muovendo in queste settimane, sui territori prima che in Parlamento, per la costruzione a sinistra di un soggetto politico plurale che sappia raccogliere le istanze, le speranze, la grande domanda di buona politica che con sempre più forza emerge dalla società.

E’ tempo di dare una risposta convincente a questa esigenza, e per questo ci impegneremo, qui a Molfetta, a partire dal dialogo con gli amici e i compagni di strada con i quali abbiamo condiviso alle scorse elezioni regionali l’esperienza di “Noi a Sinistra per la Puglia”, per avviare un percorso che porti alla costruzione di una sinistra riformista e di governo, lontana da ogni velleitaria tentazione demagogica, populista e minoritaria.

Un grande laboratorio nel quale possano incontrarsi, confrontarsi e confondersi storie ed esperienze diverse, accomunate però dagli stessi valori di riferimento.

E’ necessario ripartire da qui per costruire un grande contenitore che sappia anche sfidare questo Partito Democratico sul terreno della cultura di governo, partendo dai temi sui quali è necessario mettere in campo presto una comune iniziativa politica: dal lavoro, all’uguaglianza sociale, dall’equità fiscale a politiche attive per la ridistribuzione della ricchezza, dai diritti civili che dovranno assumere un rilievo sempre maggiore alla scuola pubblica, passando per la tutela del territorio, la difesa e la valorizzazione delle risorse naturali, la legalità, le riforme istituzionali.

Su questo, nelle prossime settimane, saremo impegnati per offrire alla città il nostro contributo di idee e proposte politiche.
Perché il futuro non aspetta e vogliamo costruirlo a misura di democratici».

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Bravi finalmente gente che non si svende agli affari politici per trenta denari. Una scelta di coerenza quando hanno capito che all'interno del Partito Democratico non c'era più spazio per contrastare l'ondata populista e di sete di potere fine a se stessa che ha preso questo partito sia a livello locale che nazionale. Io conosco quasi tutti i 70 iscritti del Partito Democratico che avevano portato la mozione Democrazia è partecipazione nel Congresso. Sono coloro che hanno fondato Il Partito Democratico a Molfetta. Sono coloro che hanno fatto dura opposizione al Faraone decaduto Antonio Azzollini, sono i bersagli dei "scatavinn" durante quel famoso consiglio comunale farsa. Sono coloro che si sono opposti strenuamente alle grandi opere ora ferme nei corridoi dei tribunali a cui il tempo ha dato ragione, sono coloro che lo hanno fondato il Partito democratico a Molfetta. Hanno lasciato perchè c'è stato un assalto alla diligenza dello stesso con il consenso e la complicità della segreteria provinciale. Insomma in questo gruppo c'è la gente per bene del Partito Democratico che ha deciso di lasciare perchè è venuta meno l'agibilità nel partito. In questo momento il PD di Molfetta è nelle mani di vecchie cariatidi della politica provenienti da DC, AN, PSI ecc. insomma il ritorno della prima repubblica. Lillino Di Gioia, Cuocci, si parla di un ritorno di De Cosmo insomma i dinosauri tornano. A questo PD hanno detto no ed ora provano a ricostruire, partendo da tanti compagni di viaggio e alleandosi con la parte sana della sinistra molfettese, la sinistra democratica e con aspirazione maggioritaria a Molfetta. Buona fortuna ragazzi e buon cammino che non sarà facile; ma voi siete quelli abituati a vincere sfide impossibili.


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