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Da avvocato a ufficiale di Marina, la scelta del comandante Giulia Petruzzi L’INTERVISTA. Conosciamo la prima donna alla guida della Capitaneria di porto
15 settembre 2022

Nel primissimo incontro con la comandante CF (CP) Giulia Petruzzi, nel giorno del suo insediamento al vertice del Compartimento marittimo di Molfetta, l’impressione colta è di avere di fronte una persona dalla grande personalità, capace di coniugare senso del dovere ed efficienza a dispo- nibilità e attenzione al rapporto col territorio. Nei giorni successivi, durante l’intervista a “Quindici”, i fatti lo hanno confermato. Quale è stato il primo impatto, quale impres- sione le ha fatto Molfetta? «L’impatto e l’impressione sono state entrambe positive. Il tutto è stato agevolato dall’accoglienza calorosa che la cittadinanza mi ha riservato. Tra l’altro stiamo vivendo una settimana partico- larissima, connotata da grande vitalità e da gran- de fermento ma credo che anche in altri momenti Molfetta sia una città viva e operosa. In questi giorni ho incontrato anche i rappresentanti dell’Amministrazione comunale e delle altre Forze dell’Ordine e sono certa che ci siano tutti i presupposti per un buon lavoro di squadra, in perfetta sinergia, per il bene della collettività». Forse è un po’ prematuro parlarne a pochi giorni dal suo insediamento, ma quali ritiene si- ano, attualmente, le priorità nella complessa azione a cui la Capitaneria di Porto è chiamata? «In questo momento quasi tutte le energie sono assorbite dalla festa patronale che vede il porto investito in primo piano (sicurezza lungo le banchine, sui natanti, al momento dell’imbarco e dello sbarco del simulacro, processione a mare nelle acque del porto – n.d.r.). Non c’è stato, quindi, il tempo di approfondire adeguatamente tutte le situazioni. Per il resto, con il massimo entusiasmo, si ope- rerà a favore di tutti i cittadini, di tutto il cluster marittimo, ovviamente nell’ambito della legalità, secondo le leggi vigenti, e del buon senso. D’altra parte, il porto di Molfetta è ubicato nel centro cittadino e questo rafforza il legame con territorio, è un porto storico in cui grande ruolo ha avuto la pesca. Quella di Molfetta per molto tempo è stata una delle marinerie più importanti dell’Adriatico. Oggi, indubbiamente, questo settore è in forte crisi. Attualmente c’è il progetto di espansione che porterà sicuramente sviluppo economico». Cosa può dirci a tale proposito? «Alcuni lavori sono in fase di ultimazione; entro l’anno almeno una prima parte dovrebbe essere terminata». Come è nata la decisione di entrare nel Corpo delle Capitanerie di Porto? «È stata una decisione non programmata. Lavoravo in uno studio legale (la comandante Petruzzi è laureata in Giurisprudenza, ndr) quando fu bandito un concorso per laureati a cui decisi di partecipare. Ciò che più mi affascina del mondo delle Capitanerie di Porto è che gli aspetti sono molteplici, molteplici i settori e gli ambiti di intervento». A differenza di quanto di solito accade con i colleghi uomini, Le avranno chiesto tantissime volte come riesca a conciliare una professione così impegnativa con la vita familiare. Ma la sua esperienza può essere utile a tantissime ragazze che, magari, stanno valutando scelte simili. «La sorpresa di vedere una donna al comando si coglie sia all’esterno sia all’interno delle diverse realtà. Ma posso dire di non aver avuto problemi. Ho un marito (Aldo, ndr) e tre figli di 13, 11 e 9 anni (Mattia, Paola e Francesca, ndr) che non sono piccoli ma sono in una età delicata. Si fanno dei sacrifici ma ci sono coesione e collaborazione per obiettivi comuni: penso che questo possa essere un buon esempio proprio per i ragazzi. Da oltre vent’anni, dal 2000, le donne hanno ac- cesso alla vita militare. Con lo studio, con l’acquisizione dei gradi sono giunte a ruoli di comando. Sono sicuramente necessarie buona volontà e determinazione». C’è mai stato un momento in cui abbia avuto la tentazione di tornare indietro? «No, mai. Ci sono sempre delle difficoltà ma sono quelle che ci fanno crescere». Cosa può raccontarci della sua esperienza precedente? «Giungo a Molfetta da Ancona, dove sono stata per 10 anni; altri 10 anni li ho trascorsi in Calabria. Territori molto diversi che mi hanno consentito di acquisire grande esperienza. Ad Ancona per otto anni ho prestato servizio nella Capitaneria di Porto mentre negli ultimi due anni mi sono occupata del Comando delle scuole della Marina Militare, sempre nella città marchigiana. Non vada sottovalutato il ruolo delle scuole poiché sono quelle che danno una base di partenza per poter sostenere correttamente ed efficientemente i propri ruoli. Sono stati due anni particolarmente difficili poiché segnati dalla pandemia. Abbiamo dovuto “inventarci” una nuova formazione e non solo perché a distanza. Non si dimentichi che alla imprescindibile e importantissima teoria va affiancata una al- trettanto fondamentale fase pratica e addestrativa. E proprio queste esperienze sono state per me una importante palestra professionale». Nella sua carriera, quali sono stati i momenti più critici e quali i più belli? «Il momento più bello, forse, è l’inizio, quando l’entusiasmo è all’apice, tutto è nuovo, tutto è da scoprire. In fondo, direi, tutti i momenti, anche quelli più critici, sono belli perché aiutano a maturare. I cambiamenti possono spaventare e, soprattutto in Marina, sono frequenti. A volte possono spaventare, (ad esempio, ora è tutto da decidere per quanto riguarda la famiglia, ossia se trasferirsi tut- ti a Molfetta o se restare a distanza, con ciò che ne consegue) ma si impara da ogni esperienza». Impegno, determinazione, senso del dovere, competenza ma anche empatia ed entusiasmo sono, dunque, le caratteristiche del nuovo Co- mandante della Capitaneria di Porto di Molfetta, elementi che non mancheranno di influire positi- vamente sulla complessa attività a cui è chiamato l’intero Compartimento. Buon vento Comandante Petruzzi @Riproduzione riservata

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