Corso Umberto – I Palazzi (XIV)
PALAZZO CONOSCIUTO COME IL TENNIS, CORSO UMBERTO I DA N. CIVICO 53 A 71 È uno dei primi fabbricati costruiti nel Secondo Dopoguerra su un area ancora libera, ma utilizzata per molto tempo come campo da tennis. Una porzione di questo suolo, pari a 15 ordini, fu portata in dote da Bartolomeo Capocchiani in occasione del suo matrimonio con Maria de Judicibus nel 1889. Tra i confini di questo suolo si cita che esso era a Via Umberto I e di fronte al nuovo fabbricato di Enrico e Loreto Tortora. Nel 1915 Pasquale Lisena muratore su questo suolo voleva costruire una serie di locali a piano terra coperti da suppigne, ma il Comune si oppose per non rovinare l’estetica del luogo. Nel 1919, su parte di questo suolo vi furono costruite delle suppigne ad uso di botteghe per alcuni fabbri, per un garage e per una stalla. Nel 1952 Sergio Capocchiani vendette il suolo ai muratori Antonio de Candia, Sergio de Ceglie e Vito Sciancalepore che su progetto degli ing. Antonio Roselli e Nicola Mezzina costruirono prima la parte nord del complesso e poi quella a sud. La collocazione centrale del fabbricato su Corso Umberto I permise l’apertura di nuovi negozi di abbigliamento e di merce varia e prese un aspetto commerciale di un certo rilievo divenendo il salotto buono della città. Aprì la cartoleria di Berardino Squeo al n. 53, dopo pochi anni chiuse e si aprì il negozio di tessuti e confezioni Abitex dei fratelli Magarelli; seguiva il negozio di scarpe di Laura Pansini, poi un negozio di torrefazione del caffè e all’angolo l’Emporio di Amato; all’altro angolo al n. 63 il negozio di tessuti e confezioni di Gilberto Jannone; seguiva al n. 65 la gioielleria di Rossini; nello stesso locale anni dopo Sergio Palombella aprì Bar Sport, nel 1974 subentrarono Damiano e Leo Catanzaro padre e figlio, Leo ancora oggi continua nella gestione. Al n. 67 aprì il negozio di macchine da cucire Necchi e, alla cessazione dell’attività subentrò il negozio di complementi d’arredo di Pozzetto. Il negozio di confezioni di Angione al Corso occupava tutto l’angolo con diverse vetrine d’esposizione di abiti; ha cessato l’attività nel 2019. PALAZZO FONTANA, POI CARABELLESE, INFINE RANIERI, CORSO UMBERTO, 75 La parte del suolo espropriata ai de Candia, per l’apertura della nuova strada, confinava a levante con il fondo una volta appartenente agli ex Francescani, acquistato dopo l’espropriazione del 1870 da Francesco Capocchiani che a sua volta nel 1884 lo frazionò a diversi muratori e a privati per costruire diversi fabbricati. Tra i muratori figurava Michele Balacco fu Sergio che nel 1900 vendette a Giacomo Fontana fu Sergio 450 m2 di suolo che confinavano a ponente con Corso Umberto I. Lo stesso Balacco si impegnò a costruire l’edificio su progetto dell’ing. Giuseppe Lanari. Nel 1915 vi abitava Nicolò Fontana di Giacomo con la moglie Luigia de Benedectis e i figli Rosa e Giacomo. Nei locali a piano terra Giacomo Fontana nel 1923 impiantò un pettinificio. Prima del 1927 il primo piano fu acquistato dal sacerdote don Saverio Carabellese (1867-1943). Fu poi di proprietà di Angelo Ranieri. Già dal 1929 nel piano terra che si affaccia su Via G. Cozzoli la ditta di Cosmo Sancilio e Figli vi esercitava il commercio all’ingrosso dell’olio d’oliva. Nel 1928 al n.73 vi era la farmacia di Vitangelo Pansini. Nel 1969 lo stabile fu demolito per far posto all’attuale fabbricato. PALAZZO GALLO-AIELLO, CORSO UMBERTO I, N. 81 Nel 1885, Francesco Capocchiani vendette al muratore Giovanni Lisena un pezzo di suolo a confine con la strada Umberto I a ponente. Il Lisena nel 1887 costruì il pianoterra e l’area superiore la vendette a Gallo Pasquale. Il portone doveva essere costruito sulla strada Umberto. Il fabbricato si affacciava anche su Via Giaquinto. Progettista fu l’ing. Raffaele Pansini. Nel 1888 il Lisena vendette al Gallo anche i piano terra. Nel 1914 vi abitavano Luigi Aiello, Clementina Gallo di Tullio e Nicola de Candia. Nel 1931 i muratori Giovanni Lisena e Luigi Sallustio iniziarono a costruire la sopraelevazione al secondo piano su progetto dell’ing. Felice Mezzina; a lavori iniziati giunse una sospensiva dei lavori a causa della non osservanza del regolamento edilizio. Ma poi la sopraelevazione fu completata. Il fabbricato ha una ristretta facciata su Corso Umberto I, il vano del portone ha una modanatura molto semplice, una rosta o raggiera in ferro battuto vagamente di stile liberty racchiude l’arco del vano. Quello che attira l’attenzione è il fastigio che orna il balcone centrale del primo piano. Le ringhiere del primo piano in ferro battuto sono costituite da tanti cerchi uniti fra loro da piccole legature, quelle del secondo piano sono sempre in ferro battuto ma di stile liberty. Al n.79 nel 1928 vi era la macelleria di Palma del Vecchio; nello stesso locale dal 1949 circa si aprì la gioielleria e orologeria De Pinto-Poli. Al n. 83 nel 1942 Sergio Azzollini fu Pasquale aveva la sua falegnameria e nel 1960 circa nello stesso locale si aprì la cartoleria di Balsamo. (XIV continua) © Riproduzione riservata
Autore: Corrado Pappagallo