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Consiglio comunale di Molfetta, approvato il bilancio di previsione 2013: raggiunto il pareggio
06 dicembre 2013

MOLFETTA - Un bilancio virtuoso, trasparente, onesto col quale l'Amministrazione di centrosinistra chiude i conti con il passato, facendo fronte alle gravi negatività ereditate e riuscendo nonostante ciò a fare tanto del poco che si poteva. E' stato approvato ieri, in un lunghissimo, interminabile consiglio comunale (inizio ore 9.20, fine ore 16.40), il bilancio di previsione 2013, che visto la sua data di approvazione ha avuto praticamente il valore di un pre consultivo. Aumento (obbligato dalle direttive statali) della Tares,  Irpef e Imu immutate e pareggio di bilancio centrato grazie a “una revisione chirurgica delle spese superflue, eccessive, derogabili” come spiegato dall'assessore al Bilancio Angela Amato.

Sulla Tares il sindaco Paola Natalicchio ha mostrato la nuova strada intrapresa dalla maggioranza all'insegna della trasparenza, rivendicando quanto fatto dall'amministrazione sinora, compreso questo obbligato aumento: “mi assumo comunque tutte le responsabilità perché così salveremo l'Asm, salvaguarderemo 100 posti di lavoro, rilanciando l'azienda e rimettendola in piedi. In passato la vecchia amministrazione ha aumentato l'Imu dal 4 al 5 per mille mentre a Bisceglie era del 4 e a Giovinazzo del 3. Ma qualcuno dimentica. Io invece mi prendo le mie responsabilità e rivendico tutto questo bilancio anche se ci ho inciso solo 5 mesi su 12”.

Un consiglio comunale spesso teso, arroventato qua e là da polemiche sterili e tendenziose e da qualche nervosismo di troppo. La minoranza ha immediatamente attivato la modalità melina, trascinando la discussione per quasi tre ore, su una serie di chiarimenti tecnici che più che senso della responsabilità, hanno dato l'impressione di un tatticismo furbo ed esasperante. Fuori dalla sala, nella prima pausa, anche Saverio Patimo si è chiesto quanto ciò possa essere utile alla città: “con Camporeale presidente dell'assemblea, questo tipo di discussione non ci veniva concesso. Le delibere, tutte, sono a disposizione dei consiglieri da settimane, presso gli uffici comunali. Dovevano muoversi prima se avevano davvero dei dubbi. Qui stiamo solo perdendo tempo”.

Ad aprire la discussione generale è il consigliere di Sel Giovanni Facchini: “Con questo bilancio tagliamo i conti con il passato, anche se questo influirà ancora per molto sul futuro. La situazione che abbiamo ereditato è come una matrioska. Emerge sempre qualcosa: emergenza depuratore, poi il porto, poi debiti fuori bilancio”.

Debiti ingenti (un buco di quasi 2,5 milioni di euro) negati risolutamente dall'opposizione, con le parole prima di Roselli (Pdl) e poi di Pietro Mastropasqua (Siamo Molfetta) che si esibisce in una lunga appassionata perorazione a sostegno della trasparenza della minoranza rispetto all'oscurantismo presunto dell'amministrazione e ci spiega che la città è già al collasso (in sei mesi!!), è schiacciata dal peso dell'oppressione fiscale targata Natalicchio (ma l'ultima rata Tares, la prima imputabile alla gestione Natalicchio, deve ancora arrivare), e che “i debiti fuori bilancio non sono debiti ma erano semplici spese, costi”.

Roberto La Grasta (Pd) invece va dritto al punto: “abbiamo ereditato un vero e proprio accollo, una città con interi quartieri senza verde, illuminazione, asfalto, con una Asm al collasso mentre in città come Andria si procedeva con la raccolta porta a porta. E poi: progetti bloccati, opere mastodontiche sequestrate e accuse che se dimostrate dalla magistratura sanciranno una vergogna politica gigantesca”.

Poi il momento cult della discussione. Interviene Mariano Caputo (Molfetta Futura). La sua, una denuncia tagliente, acuminata, rivelatrice che disturba e inquieta, svelando una vergogna indecorosa che macchia la nostra città. Il suo discorso rivela una tenacia e una penetrazione intellettuale prodigiosa e passerà alla storia dei nostri consigli comunali come “Il discorso degli alberi di Natale”.

“Chi ha messo gli alberi di Natale che si vedono in città in questi giorni? Chi gli ha pagati? Con quali soldi? E' questa la vostra trasparenza? Ci voleva un atto amministrativo per decidere ciò. E' una vergogna. Ci chiediamo tutti da dove vengono questi alberi di Natale!”

Saverio Patimo azzarda una prima ipotesi di risposta: “dai vivai?”.

Sono passate cinque ore di dibattito e tutti, stampa (solo “Quindici”) e consiglieri, sono già molto stanchi e si ride poco. Meno del dovuto, comunque. E' un peccato però che il consigliere Caputo non fosse così integerrimo ai tempi del suo incarico da Assessore sotto l'amministrazione Azzollini, quando, secondo accuse tutte da verificare da parte della magistratura, si sarebbe consumata una truffa colossale da 150 milioni di euro. E in ogni caso, uno sguardo più vigile sui soldi del porto, sarebbe servito.

Interessante lo scambio Cicolella (Pd) – Caputo - La Grasta sui finanziamenti alle nostre scuole. La prima chiede, pur apprezzando gli sforzi del sindaco, che in futuro si faccia di più per le scuole con l'acquisto di banchi e arredi vari. Caputo replica che ai suoi tempi (quando era assessore ai lavori pubblici) tutte le scuole hanno ricevuto quanto richiesto, ma La Grasta lo interrompe gridando al falso, e mostra le richieste del dirigente scolastico (della scuola Manzoni) mai soddisfatte negli anni precedenti proprio dall'assessore Caputo.
Il sindaco Paola Natalicchio, infine, risponde a tutte le critiche mettendoci la faccia e rivendicando una rottura con il passato “Non sono un sindaco infallibile, a volte sbaglio e se succede chiedo scusa. Siamo andati nelle scuole e abbiamo chiesto scusa perché ora ho imparato che anche per le manutenzioni ordinarie serve una pianificazione. Ma stiamo rilanciando l'Asm e la MTM, abbiamo chiuso al traffico il centro storico e siamo pronti a misurarci con le critiche dei residenti. Tra poche ore partirà il park and ride e rilanceremo un modo nuovo di pensare i trasporti pubblici. Insegneremo ai bambini a usare l'autobus in attesa di perfezionare un piano dei trasporti organico”.

Il Bilancio viene approvato. Un altro pezzo di passato è alle spalle.

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Autore: Onofrio Bellifemine
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