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Consiglio comunale, +0,15% l'aumento dell'Irpef: stretta la morsa sul ceto medio-basso Emendamento di Azzollini: una scelta «imprescindibile». Il rientro di Pino Amato: le dichiarazioni al consiglio. Tutti gli altri punti del consiglio: interrogazioni e permessi di licenza
03 maggio 2012

MOLFETTA - Addizionale Irpef alle stelle. Il Consiglio comunale avrebbe dovuto approvare un aumento dell’aliquota dallo 0,50% allo 0,60%. Invece, il sindaco Antonio Azzollini, con un emendamento approvato a maggioranza, ha aggiunto un ulteriore 0,05%. Un «calcolo sofferto» che taglierà le gambe ai ceti medio-bassi: una scelta, però, «imprescindibile», di cui il sindaco senatore Azzollini ha assunto tutta la responsabilità di fronte al consiglio.
Su un reddito di 10mila euro l'addizionale sarà di 65 euro. Esentati i redditi under 8mila euro, anche se il centrosinistra aveva richiesto di innalzare la soglia a 10mila euro per tutelare la fascia medio-bassa. Nelle casse comunali entreranno quasi 700mila euro (500mila euro sarebbero state le entrate con l’aumento dell’aliquota a 0,60%, come deciso dall’amministrazione Azzollini in un primo momento). Colpa dei tagli statali, ha spiegato il senatore Pdl Azzollini: una mannaia da 7milioni di euro, per le provvidenze che il Comune di Molfetta già riceve dallo Stato (in cui dovrebbero ricadere anche i finanziamenti statali per la costruzione del porto).
Proposta invalutabile, senza un quadro completo delle fasce contributari dei cittadini di Molfetta: mero «atto di fede», come sottolineato dal consigliere di opposizione, Mino Salvemini (Pd). Coup de theatre, il sindaco ha subito elencato le fasce dei contribuenti, leggendo un documento non fornito ai consiglieri (alcuni, soprattutto di maggioranza, si erano allontanati dall’aula durante la presentazione del provvedimento).
In sostanza, l’aumento dell’Irpef colpirà il 70% dei contribuenti, soprattutto quelli con un reddito annuale tra i 10mila e i 40mila euro. Inutile per Azzollini applicare la progressività, come proposto dal centrosinistra. Del resto, lo scaglione dell’aliquota dovrà essere aumentato, perché quei 700mila sono solo la decima parte del taglio statale. Che, dunque, pagheranno i cittadini.
Eventuali rimodulazioni (anche in merito alla progressività) saranno ridiscusse nel consiglio per l’approvazione del bilancio di previsione 2012, in cui sarà introdotta anche l’Imu. In lontananza scenari apocalittici per le famiglie di Molfetta, già affamate dalla crisi economica e occupazionale. Perciò, il consigliere di maggioranza, Angelo Marzano (Pdl), ha invitato il consiglio ad assumere delle iniziative politiche che partecipino la cittadinanza e informino lo Stato della sofferenza economica dei cittadini, considerati veri e propri bancomat.

INTERROGAZIONI E INTERPELLANZE.
Dopo un anno e mezzo, una risposta (lo Statuto comunale prevede appena un mese). Tardiva, a fatto compiuto. Solo il 30 novembre 2011 l’amministrazione Azzollini, nella persona dell’assessore Mauro Magarelli, ha replicato, scusandosi del ritardo, all’interrogazione del consigliere di opposizione, Gianni Porta (Prc), sull’adeguamento alla Legge 560/93 del regolamento per la valorizzazione degli immobili comunali, presentata l’11 febbraio 2010. Adeguamento cui il Comune è stato poi costretto dalla Regione Puglia.
Altra interrogazione di Porta presentata il 15 novembre 2010, altra risposta tardiva. Questa volta le scuse sono dell’assessore al Turismo, Leo Petruzzella. L’apertura annunciata e mai realizzata del museo archeologico del Pulo alla Casina Cappelluti (via Massimiliano Mayer), l’argomento di discussione.
 
AMATO, IL RIENTRO IN CONSIGLIO.
La sospensione è cessata lo scorso 6 febbraio, secondo quanto fissato dall’art.59 del TUEL. Riprende il suo posto in consiglio nelle file dell’opposizione Pino Amato (Udc). Già Quindici nell’intervista ad Amato pubblicata sul numero di settembre 2011 aveva preannunciato il suo rientro, spiegandone modalità e tempi, dopo il provvedimento del settembre 2010 per le note vicende giudiziarie del maggio 2010 (molti pensarono e continuano a ritenere si sia trattata di una mera “sentenza politica”).
«Un rientro felice e doloroso», per il consigliere Amato che ha lanciato un fendente sia al Prc, sia al consigliere Francesco Mangiarano, che era subentrato al suo posto come rappresentante dell’Udc (opposizione), ma passato subito nelle file della maggioranza. Ma quella dell’Udc sarà, per Amato, una «opposizione senza preconcetti», perché «ogni provvedimento dell’amministrazione sarà valutato con attenzione».
 
PERMESSI DI LICENZA.
Aula favorevole all’ordine del giorno presentato dal consigliere Porta contro la Legge n.148/11 «Ulteriori misure Urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo». L’art.16, comma 21, modifica l’art.79 del TUEL, limitando il diritto di  assentarsi dal lavoro per i consiglieri comunali al «tempo strettamente necessario per la partecipazione a ciascuna seduta dei rispettivi consigli e per il raggiungimento del luogo di suo svolgimento».
Lo stesso consigliere Porta ha sollecitato il sindaco senatore Antonio Azzollini a discutere con gli altri rappresentati dell’Anci, proprio per trovare una soluzione a intervento legislativo che non solo viola l’art. 51 della Costituzione, ma limita il diritto di partecipazione al Consiglio comunale e l’espletamento delle funzioni di consigliere.
Una nota a margine del consiglio: il sindaco è entrato in aula senza togliersi dal capo la coppola, segno di cattiva educazione e di disprezzo per il consiglio comunale. Un gesto del quale Azzollini dovrebbe chiedere scusa.
 
© Riproduzione riservata
 
Autore: Marcello la Forgia
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