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Concluso il concorso Gaetano Salvemini e i giovani
15 giugno 2015

I giovani debbono avere fede in se stessi, e cioè non debbono cercare di mettersi al seguito di uomini vecchi o nuovi; essi debbono lasciarsi guidare dalla loro ragione, non debbono prendere nulla alla leggera, e debbono studiare, studiare, studiare. Quanto mai attuale il suggerimento di Gaetano Salvemini (storico antifascista molfettese) ai giovani che si apprestano a far parte della società nel nostro travagliato clima storico-politico: un importante consiglio ai giovani che potranno plasmare le loro coscienze con consapevolezza e libertà attraverso uno studio serio e costante. Per far conoscere ai ragazzi degli Istituti superiori l’illustre storico molfettese, nasce il concorso “Gaetano Salvemini e i giovani”, giunto quest’anno alla seconda edizione. Hanno partecipato al concorso tutti gli Istituti superiori molfettesi quali l’I.P.S.S.C.T.S.P. “Mons. Antonio Bello”, l’I.I.S.S. “Galileo Ferraris”, l’I.P.S.I.A.M. “Amerigo Vespucci”, l’I.T.C.G. “Gaetano Salvemini”, l’I.P.S.S.A.R. Alberghiero, il Liceo Statale “Vito Fornari”, il Liceo Scientifico “Albert Einstein”, il Liceo Classico “Leonardo da Vinci”, inoltre, il Liceo Classico “Spinelli” di Giovinazzo e il “C. Sylos” di Terlizzi, il Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci” di Bisceglie, i cui studenti si sono cimentati nella produzione di scritti, di video, di grafica e manufatti. La premiazione dei lavori più originali è avvenuta nell’Aula Magna dell’Istituto “Amerigo Vespucci” di Molfetta. Hanno preceduto la cerimonia l’intervento del prof. Gaetano Pecora, docente di Storia delle Dottrine Politiche presso l’Università del Sannio e La Luiss e la testimonianza della prof.ssa Liliana Gadaleta Minervini (apprezzata collaboratrice di “Quindici”), ex docente di Filosofia che ha conosciuto personalmente Salvemini all’età di 18 anni. Mediatrice del dibattito e coordinatrice del progetto è stata la prof. ssa Maddalena De Fazio, docente di Lettere al Liceo “V. Fornari” di Molfetta. La stessa ha esordito presentando le varie fasi del progetto. Docenti e alunni hanno preso in esame una lettera di Salvemini dell’11 settembre 1907 indirizzata a Lina Cavazza sulla metodologia della storia, disciplina che può avvicinare il giovane alla vita civile. Ed è proprio sullo studio della storia, secondo Salvemini, che i ragazzi si sono ispirati per la realizzazione dei loro prodotti. Molto interessanti, ha continuato la prof.ssa De Fazio, sono stati gli incontri di formazione (durante l’inverno) con Nicola Salvemini che vive a Treviso e ha realizzato un film sullo Storico e l’incontro con il prof. Leuzzi e il prof. Muciaccia che hanno presentato alcune testimonianze riguardanti la Prima Guerra Mondiale e l’antifascismo. Di seguito, il prof. Pecora ha presentato il pensiero salveminiano “dalla storia alla democrazia” partendo da due interrogativi fondamentali: “Perché proprio Gaetano Salvemini? Perché oggi Gaetano Salvemini?”. Salvemini non può essere considerato un astratto dottrinario, poiché egli stesso riteneva che “i dottrinari sono la gente più rispettabile e più disastrosa di questo mondo”, dato che il suo socialismo era quello degli “ultimi”, il cui bisogno di giustizia proveniva direttamente dal cuore. Salvemini si definisce uno storico non idealista ma democratico: il primo studia il presente e risale al passato e viceversa, il secondo studia presente e passato andando verso un futuro che li comprende entrambi: “dato il passato e dato il presente è possibile che nel futuro” possano verificarsi gli stessi avvenimenti ma non sempre. Lo storico empirico non si dichiara mai infallibile nel prevedere l’avvenire. Il futuro va affrontato con l’umiltà di sbagliare poiché: “gli uomini non nascono con uguali capacità, ma con uguali capacità di prender cantonate”, e ciò vale anche per gli stessi uomini di governo. A partire da ciò la democrazia riformata si basa su alcuni valori morali, primo fra tutti la tolleranza. Per il tollerante salveminiano l’individuo è sacro: la tolleranza è considerata una vera e propria fede, in quanto bisogna sempre rispettare le idee degli altri. Tutti gli uomini sono soggetti all’errore, ma in ognuno di essi c’è qualcosa di inviolabile: la sacralità della coscienza. Ci spieghiamo a questo punto perché un dittatore stronca sul nascere un dissenziente, mentre un democratico, che ammette di non essere infallibile, non imporrà mai “il suo vero”, “il suo giusto”, con le leggi o con le armi. “Io appartengo a quella religione stoica che non ha nessun dogma e speranza di vita futura, ma ha in comune col Cristianesimo il rispetto della libertà, il bisogno della giustizia, l’istinto della carità umana”. La parola è, poi, passata alla prof.ssa Liliana Gadaleta Minervini, definita dalla prof.ssa De Fazio “la madre di tutti i salveminiani di Molfetta”, proprio perché ha conosciuto personalmente Salvemini, del quale è stata allieva. Regalando qualche aneddoto della sua vita ha raccontato che a soli 18 anni nel 1949, studiando Filosofia all’Università di Milano, ha cominciato ad interessarsi agli avvenimenti storici della nostra terra, incuriosita dalla disparità economica ed ideologica che c’era tra il Nord e il Sud d’Italia. Lei rimase stupita dall’umiltà di Salvemini che le rivolse queste parole: “Alla tua età ho studiato questo Paese. Sono contento che lo stia studiando anche tu”, poiché egli lo amava davvero. La prof.ssa Gadaleta si è rivolta ai ragazzi ricordando in maniera sofferta il clima ideologico fascista in cui erano diffuse censure e scomuniche in merito ad una visione troppo rigida della Chiesa cattolica sui rapporti sessuali non finalizzati alla procreazione. Ella ha, quindi, rilevato che quei tempi appartengono ad una storia passata che i giovani d’oggi non hanno fortunatamente vissuto. A conclusione del dibattito è intervenuto il prof. Valerio Giannelli dell’Associazione Rossi-Salvemini, che si occupa di salvare e ripubblicare le opere salveminiane destinate al macero. Egli ha sottolineato che Ernesto Rossi insieme ai fratelli Rosselli è stato il figlio spirituale di Salvemini ed erede testamentario delle sue opere, tra le quali epistolari, scritti storici e scientifici. Quindi è iniziata la tanto attesa premiazione dei lavori, con la partecipazione del vicesindaco Bepi Maralfa, che si è complimentato di cuore con tutti gli studenti augurando loro un brillante avvenire, e della giuria composta da Elvira Zaccagnino direttrice della casa editrice “la meridiana” per gli scritti, Vittoria Facchini per la sezione grafica e manufatti e Franco Leone per la sezione video. Era assente il prof. Leuzzi che si è occupato della componente storica. Tutti i membri della giuria hanno sottolineato che il concorso non dev’essere considerato una competizione tra scuole, ma un mettersi alla prova nel realizzare lavori originali che non devono essere “ingabbiati” come prodotti di studio prettamente scolastico. Hanno vinto il primo premio per la miglior produzione scritta l’I.T.C.G. “Gaetano Salvemini”, per la produzione video l’I.P.S.S.A.R. Alberghiero e per la produzione grafica e manufatti l’I.P.S.S.C.T.S.P. “Mons. Antonio Bello”. Hanno ricevuto menzioni per la produzione scritta il Liceo Classico “Leonardo da Vinci” di Molfetta, per la produzione grafica e manufatti l’I.P.S.I.A.M. “Amerigo Vespucci” e il Liceo Statale “Vito Fornari” ed, infine, per la produzione video il Liceo Classico di Terlizzi “C. Sylos” e il Liceo Scientifico di Bisceglie “Leonardo da Vinci”. Tra il tripudio dei ragazzi si è conclusa una giornata all’insegna della cultura che invita a scoprire sempre più il pensiero di un concittadino che parla ai giovani che amano la libertà e l’impegno sociale.

Autore: Dora Adesso
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