Con gli occhi di Giulio Cozzoli. Spettacolo multimediale nel 60° anniversario della scomparsa dello scultore di Molfetta
MOLFETTA - Sessant’anni fa, il 15 febbraio 1957, moriva improvvisamente lo scultore Giulio Cozzoli (foto). Artista celeberrimo per le raffigurazioni in cartapesta dei protagonisti della Passione di Cristo, che il Sabato Santo precedono il gruppo della Pietà nella processione a cura dell’Arciconfraternita della Morte dal Sacco nero.
L’artista, nato a Molfetta nel 1882, è forse uno degli ultimi baluardi pugliesi della classicità che miravano all’imitazione del vero quale unica strada perseguibile per la fruizione del bello. La critica ed i concorsi pubblici non gli hanno consentito quella notorietà che meritava, relegandolo, per lo più, alle vicende devozionali della Settimana Santa.
Eppure la sua arte meritava molto di più. Come lui stesso malinconicamente afferma in alcuni scritti. Basti pensare all’opera più grande del nostro, la Deposizione, misconosciuta dai più.
Per celebrarne l’arte e l’uomo, la FeArT soc coop – ente gestore del Museo diocesano di Molfetta – il Teatro dei Cipis e l’associazione DOT Studio con la preziosa professionalità del fotografo Cosmo Mario Andriani ed il supporto dell’Arciconfraternita della Morte dal Sacco nero hanno previsto uno spettacolo multimediale che indaga i celebri simulacri alla luce della vicenda umana ed artistica del noto scultore. Con la referenza scientifica del prof. Gaetano Mongelli, profondo conoscitore delle opere processionali, le fonti documentarie e le rilevazioni fotografiche si animano nel racconto dell’attore Corrado la Grasta.
“Con gli occhi di Giulio Cozzoli” è una sperimentazione in cui teatro, arte, fotografia, animazione multimediale, tradizione e storia locale si fondono per promuovere il ricordo di una grande artista.
Venerdì 24 marzo la prima dello spettacolo. 31 marzo e 1 aprile le repliche.
Per non dimenticare chi ha contribuito a rendere la devozione e l’arte immortali.