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Commercio, Molfetta in declino La gente preferisce andare a comprare nei paesi vicini dove è più conveniente
15 gennaio 2005

Lo shopping austero e senza eccessi, che abbiamo conosciuto durante le ultime festività natalizie, è una nitida immagine del declino di Molfetta. La città che qualche anno fa attirava turisti dai paesi limitrofi è solo un lontano ricordo; la Molfetta di oggi è una copia sbiadita di quella città. L'amministrazione ha sacrificato molto il turismo negli ultimi anni, con un' offerta decisamente insufficiente, soprattutto se confrontata con quella di città come Bisceglie o Trani, per puntare tutto sul commercio. Eppure a Molfetta il commercio è in crisi, i prezzi sono elevati e la maggior parte dei cittadini preferisce recarsi in altre città per risparmiare, anche se si tratta di pochi euro. I fattori determinanti della crisi del commercio molfettese sono diversi: difficoltà, da parte dei commercianti, di competere con la grande distribuzione, speculazione sulla nuova valuta, cambiamento delle abitudini di acquisto dei cittadini. Da alcuni anni, l'attenzione dei consumatori si è spostata su beni più voluttuari, come la telefonia e le nuove tecnologie in genere, mentre le maggiori difficoltà si registrano nel settore dell'abbigliamento e delle calzature. Sicuramente l'avvento della Città della Moda e dell' Ipercoop porterà una nuova boccata di ossigeno alla malconcia economia molfettese, oltre che ai portafogli dei consumatori, visto che sono previsti circa due milioni di visitatori l'anno. Non sono in pochi, però, a storcere il naso. Il malcontento fra i negozianti è palpabile ed è ormai diffusa la convinzione che i due centri commerciali saranno un disastro per il commercio urbano tradizionale. “Se dovessi mettere gli stessi prezzi degli ipermercati, guadagnerei circa cinque euro su ogni prodotto” – è il rassegnato commento di un operatore commerciale del centro. In molti si sono anche lamentati dei prezzi esorbitanti degli affitti dei locali, che in centro sono arrivati a costare anche duemila euro mensili. E' difficile, comunque, immaginare che sia solo la speculazione edilizia a tenere alti i prezzi nei negozi; anche i rivenditori non sono stati in grado di far fronte all'emergenze dell'Euro, evitando di ridurre i margini di guadagno elevati che erano abituati ad avere qualche anno fa. Una scelta che si è rivelata un vero e proprio boomerang, visto il crollo dei consumi nel circuito cittadino registrato dagli stessi commercianti negli ultimi anni. E' in questo quadro che entrano in gioco l'Ipercoop e la Città della Moda, con un' offerta vasta a prezzi ridotti, oltre alla possibilità, da parte dell'utenza, di usufruire di strutture di intrattenimento. I due centri commerciali si propongono, dunque, come validissima alternativa al rituale giro in Corso Umberto, tanto che la Molfetta Shopping, principale consorzio degli operatori del commercio, sta portando avanti, con una serie di iniziative, il progetto di trasformare Molfetta in una sorta di centro commerciale a cielo aperto. Un esempio su tutti è quello delle bandiere con la scritta “segui l'insegna”. Al di là delle polemiche che queste scelte hanno scatenato, soprattutto a causa del patrocinio offerto dall'amministrazione, è evidente il tentativo di una parte dei commercianti molfettesi, di fronteggiare l'avvento dei due ipermercati. L'amministrazione, dal canto suo, ha fortemente sostenuto la Città della Moda e difende questa scelta tramite il neo assessore al commercio Pino Amato, in quota Forza Italia, che aveva avallato il progetto sin dai tempi in cui era consigliere comunale dei Verdi. ”La Città della Moda è stata voluta da questa amministrazione con la consapevolezza che porterà soltanto benefici all'economia molfettese – ci ha spiegato Amato – e sono convinto che l'offerta commerciale della Città della Moda sia completamente diversa da quella degli altri commercianti”. Sulla spinosa questione dei prezzi l'assessore Amato non ha dubbi: “Sicuramente gli affitti dei locali sono un fattore importante, ma credo che a portare i prezzi a livelli assurdi, come quelli che vediamo oggi, sia soprattutto la voglia di certi commercianti di guadagnare il 500% su ogni prodotto”. Al di là delle proprie convinzioni, Amato tiene a specificare che “l'amministrazione tutelerà tutti i commercianti e vigilerà affinché non ci siano ripercussioni negative sul mercato urbano”. Forte preoccupazione sul presente e sul futuro del commercio a Molfetta è stata espressa dal presidente provinciale di Assoimprese, Minervini. “Non sono d'accordo con quanto sostiene l'assessore Amato sulla questione della Città della Moda – ha dichiarato Minervini – i commercianti hanno già difficoltà enormi, causate da molti disservizi presenti nella nostra città, come la mancanza di parcheggi che impedisce a chi viene da fuori di fare acquisti o la carenza dell'arredo urbano”. “Se la situazione della città non cambia, il rischio è che molte attività non riescano a sopravvivere – ha aggiunto il presidente di Assoimprese – noi, come associazione, stiamo cercando di migliorare l'offerta verso i consumatori, ma non potremo fare molto se rimaniamo soli”. Vito Piccininni
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