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Come nasce un natante da pesca di 20 metri XV parte
15 maggio 2013

Il rivestimento del fasciame doppio strato, prosegue da poppa verso proravia. Così come avevamo visto per il rivestimento della parte inferiore della poppa che necessitava di un accurato lavoro di rinforzo delle strutture, eseguito con l’applicazione di longheroni e traverse per consentire il fissaggio dei pannelli sagomati del fasciame, con un numero di viti adeguato alle sollecitazioni che la forza del mare, durante la navigazione, impone a questa parte dello scafo, anche per la parte della prora, in particolare per la zona del tagliamare* e del bulbo, vengono predisposti altri rinforzi che “legano” fra loro le ordinate relative (foto 1 e 2). In foto 2 si può notare il complicato reticolo di longheroni che, oltre a fornire la base per l’ancoraggio delle viti inox che fissano gli strati di fasciame, contribuiscono anche e soprattutto a fornire un’adeguata rigidità di forma all’assieme bulbo – tagliamare. Sono infatti queste parti, della struttura dello scafo, le più sollecitate durante la navigazione. In coperta ed all’interno dello scafo, proseguono i lavori di allestimento degli spazi di lavoro e di riposo dell’equipaggio. Come abbiamo già detto, la sovrastruttura contiene la timoneria, gli spazi comuni dell’equipaggio, alcuni locali di servizio, come il locale stagno in cui alloggeranno le batterie di accumulatori d’emergenza e di avviamento motore. Nei locali dell’equipaggio, sono previsti piccoli ma importantissimi accorgimenti funzionali, atti a fornire un minimo di comfort agli uomini imbarcati. Un esempio minimo viene mostrato in foto 3, dove si vede che al di sotto della seduta della panca allestita nella saletta da pranzo, si ricava un piccolo ripostiglio; altri vani sono ricavati funzionalmente all’esigenza di avere tutto sotto mano nello spazio limitato, pur se stivato con la necessaria sicurezza. In coperta, subito a poppavia della sovrastruttura, il boccaporto di accesso alle celle frigorifere, viene coperto con un portello di acciaio, a chiusura stagna ed opportunamente coibentato, come lo sono tutte le pareti delle celle medesime (foto 4). All’interno della timoneria, che costituisce il centro nevralgico della nave, sono predisposti i collegamenti elettrici, idraulici e meccanici che consentiranno al pilota di controllare la nave ed avere sotto controllo tutte le operazioni che, in ogni momento della giornata, si svolgono a bordo. L’installazione delle varie apparecchiature di navigazione e segnalamento sarà fatta da specialisti, sulla base delle esigenze che il Capitano/pilota reputerà necessarie alla condotta della nave ed all’attività di pesca. I finestrini sono dotati di vetrature anti sfondamento e sono predisposti in modo da dare la massima visuale possibile (foto 5). La rifinitura degli ambienti interni, pur non potendo essere assimilata, dal punto di vista dell’estetica, se non dell’eleganza, a quelli di un moderno appartamento, è sufficientemente ricercata e viene eseguita con molta cura. Questo perché ogni Mastro d’ascia ci tiene particolarmente a questi dettagli, non direttamente legati all’attività di pesca, ma che tuttavia costituiscono un ottimo veicolo promozionale della propria attività e maestria. Nelle prossime puntate mostreremo tali rifiniture con foto riprese a bordo.

Autore: Tommaso Gaudio
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