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Come difendersi dalle truffe, conferenza all’Aneb di Molfetta
Laudadio e De Lucia
25 maggio 2025

MOLFETTA - Come difendersi dalle truffe “Come difendersi dalle truffe” è stato il tema della conferenza tenutasi mercoledì 7 maggio, nella sede Aneb Sezione di Molfetta a cura del Luogotenente Vito de Lucia, Vice Comandante della Stazione dei Carabinieri di Molfetta.

È presente l’avv. Sergio de Candia, assessore al territorio del Comune di Molfetta che stigmatizza la diffusione delle truffe informatiche, bancarie, sentimentali e telefoniche di cui si è spesso occupato in qualità di avvocato.

Il Presidente dell’Aneb, prof. Michele Laudadio presenta gli ospiti e dà la parola al Luogotenente Vito de Lucia il quale si sofferma sulla natura dell’essere umano che è persona senziente, capace di relazionarsi con gli altri essere umani, di fare rete, prestare aiuto, ma anche di usare la sua intelligenza per elaborare tecniche di persuasione sempre più sofisticate con lo scopo di truffare, raggirare, rubare, appropriarsi di denaro e gioielli, facendo leva su valori affettivi radicati e profondi verso nipoti, figli e nonni. Così si fanno entrare in casa estranei che possono addirittura indossare le divise delle forze dell’ordine per essere più convincenti ed innescare subito nel malcapitato di turno sentimenti di paura per la salute di un congiunto ma anche di soggezione e di deferenza davanti al all’autorevolezza di una divisa che cela invece un inganno.

“Mai aprire la porta gli estranei” dicevano le nostre mamme, ammonendoci di non aver fiducia delle persone sconosciute e questo monito dobbiamo ricordarlo anche ora che abbiamo accumulato anni di esperienza.

Poi ci sono le truffe telefoniche e molti purtroppo ci cascano. Chi di noi non ha ricevuto il famigerato messaggio sul telefonino “Mamma (papà), ho perso il telefonino, chiamami su questo numero”? L’ansia ci assale, l’impulso di pigiare su quel numero è irrefrenabile. Invece dobbiamo fermarci a riflettere, riacquistare lucidità e freddezza: possibile che il figlio o la figlia non possa accedere ad un altro telefono? Magari ad un telefono fisso? Ha tanti amici, si potrebbe chiamare uno di loro. Fermarsi e pensare.

Un’altra tattica di truffa al telefono è quella di comunicare il coinvolgimento di un congiunto in un incidente grave oppure in una situazione scabrosa: occorre denaro oppure oggetti d’oro per rimediare al guaio. Il trucco è quello di tenere la vittima al telefono, impedendole di comunicare e di verificare se ciò che viene detto corrisponda a verità, mentre un complice si presenta alla porta e riceve il bottino che la vittima dà con le sue stesse mani.

I truffatori sono gentili, educati, affabulano con parole persuasive, sanno tutto di noi grazie ai dati che disseminiamo con leggerezza nel web e che diventano oggetto di compravendita per le ragioni più varie, spesso disoneste. Dispongono inoltre di tutte quelle tecnologie informatiche di ultimissima generazione, come il riconoscimento vocale che riproduce alla perfezione la voce di un figlio, di un parente che ci parla in un modo preoccupato, chiedendo un aiuto che si concretizza in una richiesta di denaro da versare con la massima urgenza su di un certo IBAN, su di una carta di credito o con addebito diretto.

Oppure usano lo “spoofing”, una tecnica di manipolazione dei numeri di telefono: leggiamo sul nostro dispositivo il numero della nostra banca o dei carabinieri o di un ente, rispondiamo, ritenendo che la chiamata venga da una fonte affidabile e diamo i nostri dati bancari o altre informazioni sensibili, dimenticando che le banche non chiedono mai codici di accesso al nostro conto corrente bancario per telefono. Dareste mai i vostri dati ad uno sconosciuto? Chiedetevi chi c’è dall’altra parte del telefono e perché ha tanta fretta. Diffidate sempre.

L’ultimo argomento trattato, non ultimo per importanza, è quello dei maltrattamenti verso il genere femminile. Purtroppo sia le persone truffate sia le donne che subiscono a violenze fisiche e psicologiche si vergognano non solo a denunciare ma anche solo a confidarsi con amici e parenti. Perché vergognarsi? Sono gli autori delle truffe o delle violenze contro le donne a doversi vergognare. Purtroppo in Puglia sembra che gli uomini, i maschi, non sappiano tenere a freno le mani, lo dimostrano i numerosi interventi dell’Arma a difesa di mogli e donne malmenate dai loro mariti o compagni.

La buona notizia è l’attivazione del Codice Rosso, una corsia preferenziale che prevede l’intervento prioritario dei Carabinieri nei casi di episodi di violenza perpetrati contro le donne.

Maddalena Azzollini

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