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Come da copione anche l'aula del Senato salva Azzollini e conferma il “no” all'uso delle intercettazioni per lo scandalo del porto di Molfetta
15 dicembre 2014

È l’ultimo atto di una vicenda parlamentare, tirata per 10 mesi e, la cui conclusione, rappresenta l’ulteriore vergogna di una casta che difende se stessa, fra il disgusto e l’indignazione popolare. Come era prevedibile e ampiamente previsto anche da “Quindici” l’aula del Senato con 160 sì e 36 no, ha confermato la decisione della Commissione per le autorizzazioni, impedendo l’uso delle intercettazioni del sen. Antonio Azzollini (Ncd) richiesta dalla Procura della Repubblica di Trani nell’ambito dell’inchiesta sullo scandalo del porto e della presunta truffa da 150 milioni di euro, inchiesta nella quale l’ex sindaco di Molfetta è indagato. “Cane non mangia cane”, dice un proverbio popolare e così, ancora una volta il Senato ha salvato l’ex sindaco da possibili guai giudiziari. E ancora una volta lo stesso Azzollini, presidente della commissione Bilancio del Senato, ha intascato una vittoria, facendosi scudo della sua funzione di parlamentare che, ovviamente, non ha mai voluto lasciare, anche quando era in conflitto con quella di sindaco. E così, con una grande “faccia di bronzo”, dopo aver affermato che si sarebbe messo a disposizione della magistratura e non avrebbe intralciato le indagini, Azzollini ha preferito la strada più comoda, per sfuggire dalle sue eventuali responsabilità. Protesta il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo: «Il Senato con il voto di Pd, Lega Nord, Forza Italia, Ncd vota no all’uso delle intercettazioni telefoniche nel procedimento penale che vede coinvolto il senatore Azzolini (Ncd)». Enrico Cappelletti, capogruppo M5S in Commissione Giustizia di Palazzo Madama, è chiaro - «Azzolini è indagato per truffa allo Stato, associazione a delinquere, abuso d’ufficio, frode in pubbliche forniture, attentato alla sicurezza dei trasporti marittimi e reati ambientali nell’inchiesta che lo vede coinvolto nello scandalo sul porto di Molfetta». «Renzi e Salvini vanno in tv a parlare di lotta alla corruzione e legalità. Tutte balle. Nei fatti in Parlamento Pd e Lega vanno a braccetto per non permettere un completo svolgimento delle indagini alla magistratura, negando l’utilizzo di intercettazioni telefoniche su un senatore indagato per gravissimi reati. Solo Movimento 5 Stelle e Sel hanno votato favorevolmente all’utilizzo delle intercettazioni telefoniche». Inutile anche il viaggio a Roma del segretario del Pd, Giulio Calvani e di altri esponenti e consiglieri comunali del suo partito per chiedere che il percorso della magistratura non venisse ostacolato. Una curiosità: il “no” alle intercettazioni è arrivato poco prima dell’avvio della sessione di bilancio al Senato, della quale è presidente lo stesso Azzollini.

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