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Case parcheggio ancora occupate e nessuno paga il fitto Gli occupanti non vogliono lasciarle. 900 milioni di debito col Comune
15 gennaio 2002

La questione delle case parcheggio a Molfetta è ancora aperta, più che mai. La lotta all’abusivismo e all’occupazione degli alloggi comunali da parte di famiglie oltre il termine di scadenza è ancora in corso. Si tratta di un’operazione alquanto complessa per la quale i rappresentanti dei sindacati degli inquilini cercano di dar fretta all’amministrazione comunale nella sua risoluzione prima che possa sfuggire realmente di mano. Le case parcheggio vengono assegnate a tutte quelle famiglie che versano in condizioni economiche precarie per una durata massima di quattro anni, durante i quali sono tenute a trovare altre sistemazioni d’alloggio. A Molfetta, questo termine è ormai stato ampiamente superato, e molti inquilini ormai risiedono negli appartamenti anche da troppi anni, a costo zero, come se si trattasse di proprietà privata. Secondo Angelo Garofoli del Sunia (sindacato inquilini assegnatari) la questione ancora irrisolta. In primo luogo, il 31 dicembre 2001, doveva essere pubblicato il nuovo bando comunale con le graduatorie per l’assegnazione degli alloggi per essere reso disponibile per 60 giorni, dopo averlo inviato all’Iacp (Istituto autonomo case popolari ). Tuttavia, fino a pochi giorni fa, l’ ente non aveva ancora ricevuto alcun bando dal Comune. Già nel ’99 il comunicato non venne affisso, per cui resta inspiegabile questo ritardo. Inoltre, nelle precedenti conferenze, l’istituto venne convocato per verificare e monitorare la reale situazione delle famiglie occupanti le case comunali. Ma il monitoraggio, ad oggi, va ancora a rilento, stando al Sunia, soprattutto perché l’organo competente comunale ossia l’Ufficio Casa “vanta” un solo dipendente che risulta, quindi, insufficiente ad espletare un incarico così delicato. Mentre la commissione speciale che si chiedeva di istituire per verificare le vere condizioni economiche e sociali delle famiglie a cui assegnare gli alloggi ed evacuare, anche con la forza, tutti gli abusivi, non è stata ancora creata. E intanto il debito nei confronti del Comune di questi ultimi è salito vertiginosamente. Si conta addirittura una soglia di 900 milioni. Raccapricciante. Il Sunia, in un incontro con l’assessore all’urbanistica Pietro Uva, ha cercato di chiarire le cose e di ricevere risposte definitive in merito alla questione. Anche noi abbiamo tentato inutilmente di contattare l’assessore. L’avv. Uva risulta sempre irreperibile (come fa a svolgere il suo mandato?). Speriamo di essere più fortunati in futuro. Un altro aspetto importante della vicenda “case popolari” riguarda tutti gli alloggi di Madonna dei Martiri, che, oltre ad essere “occupati in maniera non regolare”, versano anche in condizioni precarie. La precedente amministrazione comunale assunse l’impegno di attuare un censimento anagrafico per scoprire gli abusivi, soprattutto in base alla legge sulla sanatoria e di risolvere il problema in chiave politica. Alla nuova amministrazione ora il Sunia chiede di continuare l’opera sulla stessa scia, che appare come l’unica soluzione possibile e immediata. Il degrado degli alloggi, inoltre, deve spingere a intensificare le iniziative di rivalutazione del quartiere. L’Iacp merita un punto, però, a proprio favore perché, almeno sugli alloggi di sua proprietà ha dato avvio ad un’opera di riconsiderazione edilizia grazie ad un finanziamento in corso di circa 2 miliardi. Le case interessate sono quelle di Via Calò, Via Don Minzoni, Via S. Pio X e Via Bolivar. Ma non basta. Molto resta ancora da fare. Silvia Pellegrino
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