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Cantiamo per Molfetta con il coro e l'orchestra
15 luglio 2008

Capotorti Cosa vuol dire per un molfettese “cantare per la sua terra”? “Ecco Molfetta vecchia, la Molfetta de' poveri, [..] qui è la gente che mangia il nero pane della fatica, il pane delle lagrime e del sudore della fronte. Fuori, là dove sorge il porto, là dove l'aere è pura, stan di continuo i signori. Questa è la Molfetta della civiltà, che ha un graziosissimo Teatro, belle strade, belli edifizi, belle botteghe. Questa è la Molfetta de' passatempi, la Molfetta della gioia popolare”: così Malpica, viaggiatore in terra di Bari nel 1800, descrive Molfetta. Cantare per Molfetta significa esplorare se stessi, far eco ad immagini ed evocazioni della nostra memoria, recuperando motivi e sensazioni del passato: il Coro polifonico e l'orchestra giovanile “Luigi Capotorti” hanno impostato su queste motivazioni il concerto “Cantiamo per Molfetta”, un monolito di 17 gioielli vibranti, uniti da quella circolarità emotiva che sviluppa ciascun brano, tra ritmi tradizionali e seducenti, abrasivi e sinfonici e voci riverberanti e avvincenti. L'atmosfera del Chiostro della fabbrica di San Domenico ben si è coniugata con la memorabile abilità concertistica e l'immediata predisposizione agli arrangiamenti del M° Maria Sasso e del M° soprano Tonia de Gennaro, senza dimenticare la dedizione corale e l'inspirazione manifestata in improvvise esplosioni di sentimento ed enfasi. La scaletta del concerto è stata suddivisa in tre parti: una prima classicheggiante, dall'esuberante carica evocativa, senza alcun filtro celebrale, grazie a cui è tornato ad aleggiare lo spirito grandioso delle musiche di G. Verdi e G. Puccini (“Preludio” da “La Traviata”, “Si ridesti il leon di Castiglia”, “O Signore dal tetto natio”, “Va', pensiero”); una seconda, moderna e contemporanea, bilicata tra sogno e realtà, ha ripescato il connubio musica- poesia nei brani “Italiana” (O. Respigi), “I will follow him” (W. Stole), “The man I love” (G. Gershwin), “Luna tu” (V. Ranzato), “Rosamunda” (J. Vejedova), “La fanfara di primavera” (J. Bovet), fino alle sonorità elettroniche dei tanghi “Por una cabeza” (C. Gardel) e “Libertango” (A. Piazzolla), quasi un invito a seguire ad occhi chiusi. La terza parte ha creato un retrogusto di nostalgica dolcezza, grazie ad immagini musicali tenue e discrete, nel ricordo del M° Aldo Gigante, che nel biennio 1996-1998 ha reso al coro basi fondamentali per la crescita professionale e musicale: atto d'amore e d'omaggio del Coro polifonico al suo Maestro l'interpretazione dei brani “Chioeve”, “Teneve ne megghiere” (cantato e recitato dalle voci soliste Alessandra la Piana e Francesco Guarino) e “Mlfette”. La commozione, degna d'una pellicola in bianco e nero, è stata intensificata dal midley “Nel blu dipinto di blu”, quale omaggio musicale ai 50 anni di “Volare” di Domenico Modugno. Apprezzata la presentazione di Tania Adesso. Il pubblico ha espresso consenso unanime all'iniziativa musicale, soprattutto quando il direttore dell'associazione, dott. Vito Mastrorilli, ha ribadito l'invito alle istituzioni comunali alla costituzione di contenitori adeguati per le esibizioni musicali di cori ed orchestre molfettesi, sempre costretti a trovare “affitti di ripiego”.
Autore: Marcello la Forgia
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