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Campagna referendaria "L'acqua non si vende"
16 maggio 2010

Il Comitato promotore Ruvese per la campagna referendaria Acqua bene comune costituito dalle associazioni locali Azione Cattolica - Coordinamento cittadino di Ruvo, Circolo ACLI di Ruvo, l'A. S. D. "SEHALIAH", La Fabbrica di Nichi, il Gruppo Speleologico Ruvese, l'Associazione Culturale Partecipare-VieDiFuga, l'Associazione Culturale Tra il Dire e il Fare, l'Associazione Culturale "Murex-Ricerca e progetti per il territorio", nel contesto della campagna di raccolta firme per la consultazione referendaria in materia di privatizzazione della gestione dei servizi idrici ha organizzato per lunedì 17 maggio 2010 alle ore 19.00 presso la sala Consiliare del Municipio una conferenza rivolta alla cittadinanza per illustrare le motivazioni dei quesiti referendari e per approfondire quanto sta accadendo in materia di gestione del servizio idrico.
La presentazione toccherà i temi della mercificazione della risorsa idrica, dal business delle acque commerciali alla questione della privatizzazione degli acquedotti.
Partendo da un quadro geopolitico mondiale ed europeo ci soffermeremo su quello italiano, delineatosi a cura di un graduale processo di privatizzazione conclusosi ad opera del decreto Ronchi l'anno scorso ed il relativo processo in controtendenza avviato dal Forum nazionale dei movimenti per l'acqua che mira alla riappropriazione della risorsa idrica da parte del gestore pubblico, sia dal punto di vista formale che sostanziale. Saranno così spiegate le ragioni alla base dei quesiti referendari e gli sviluppi apportati dal disegno di legge approvato dalla giunta regionale pugliese lo scorso 11 maggio in materia di gestione pubblica dell'acqua.
La presentazione sarà a cura della Dott.ssa Margherita Ciervo, componente del Comitato pugliese Acqua Bene Comune nonché autrice del libro "Geopolitica dell'Acqua" Ed. Carocci.
Durante la manifestazione sarà possibile firmare per la Campagna referendaria "L'acqua non si vende".
 

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....di Rosaria Ruffini - 16 ottobre 2008. Mentre nel paese imperversano annose discussioni sul grembiulino a scuola, sul guinzaglio per il cane e sul flagello dei graffiti, il governo Berlusconi senza dire niente a nessuno ha dato il via alla privatizzazione dell'acqua pubblica. Il Parlamento ha votato l'articolo 23bis del decreto legge 112 del ministro Tremonti che afferma che la gestione dei servizi idrici deve essere sottomessa alle regole dell'economia capitalistica. Così il governo Berlusconi ha sancito che in Italia l'acqua non sarà più un bene pubblico, ma una merce e, dunque, sarà gestita da multinazionali internazionali (le stesse che già possiedono le acque minerali). Già a Latina la Veolia (multinazionale che gestisce l'acqua locale) ha deciso di aumentare le bollette del 300% Ai consumatori che protestano, Veolia manda le sue squadre di vigilantes armatati e carabinieri per staccare i contatori. La privatizzazione dell'acqua che sta avvenendo a livello mondiale provocherà, nei prossimi anni, milioni di morti per sete nei paesi più poveri. L'acqua è sacra in ogni paese, cultura e fede del mondo: l'uomo è fatto per il 65% di acqua, ed è questo che il governo italiano sta mettendo in vendita. L´acqua che sgorga dalla terra non è una merce, è un diritto fondamentale umano e nessuno può appropriarsene per trarne illecito profitto. L´acqua è l'oro bianco per cui si combatteranno le prossime guerre. Guerre che saranno dirette dalle multinazionali alle quali oggi il governo, preoccupato per i grembiulini, sta vendendo il 65% del nostro corpo. Acqua in bocca.
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