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CALCIO. I tifosi piangono l'emigrazione del titolo del Liberty Molfetta a Monopoli, dovevano aspettarselo
12 agosto 2010

MOLFETTA – Un gruppo di tifosi ha espresso a “Quindici” la propria delusione per l’ingloriosa brutta fine che ha fatto la maggiore squadra di calcio cittadina, l’ennesima di questi ultimi 15 anni.
Sarebbe facile oggi dire: l’avevamo previsto. Infatti, siamo stati l’unica testata cittadina ad essere scettica sull’arrivo del “salvatore” Nicola Canonico (vedi gli articoli di Francesco del Rosso). Per quella nostra posizione fummo attaccati dal “grande” presidente, ma avevamo visto giusto.
A “Quindici” vige un motto, che si è rivelato giusto in molte circostanze: “Il tempo è galantuomo” e anche questa volta è stato così.
Nel giro di una stagione si sono volatilizzate le false promesse e i falsi sorrisi per prendere in giro i tifosi che, come avviene per molti cittadini italiani, sono portati ai facili entusiasmi (anche in politica) per poi ritrovarsi con cocenti delusioni.

Il personaggio Canonico (nella foto con il sindaco Azzollini al momento dell’annuncio della formazione del Liberty Molfetta), non nuovo anche in politica ai cambi di casacca (dall’Udeur di Mastella, al Pd per il quale è stato eletto consigliere regionale, per poi passare ai “moderati e Popolari” di Rutelli), apparve subito a “Quindici” poco affidabile per l’impresa che si accingeva a compiere: molte chiacchiere, poca sostanza. Ci dispiacque anche che il sindaco Antonio Azzollini gli andasse dietro, senza chiedere adeguate garanzie in cambio. Ma tra politici si intendono fra loro, del resto come considerare le false promesse di Forza Italia di rilanciare il nostro Paese, oggi ridotto in una crisi economica della quale non si vedono ancora gli sbocchi?
Oggi Canonico che, come il “grande” Silvio Berlusconi nazionale non ha mai avuto simpatia per la stampa libera (“i giornali scrivono chiacchiere” diceva), da chiaro “padrone” ha deciso di mollare il Liberty Molfetta al suo destino per cedere il titolo al Monopoli e al suo presidente politico Enrico Tatò del Pdl (qual è il prezzo “politico” pagato per questa operazione?), lasciando di stucco i tifosi, dopo averli presi in giro per alcuni mesi con la promessa di rilanciare la squadra.
In realtà, si è rivelata fondata (“il tempo è galantuomo”) anche la nostra previsione relativa al fatto che Canonico era più interessato ai voti del molfettesi che al calcio. Di voti ne ha rimediati molto pochi (appena 500), anche perché, al di fuori dei tifosi, il personaggio non ha mai riscosso grandi simpatie. Come avrebbe potuto in queste condizioni sottrarre consensi ai candidati locali? In questo caso la furbizia politica non ha pagato.
Il calcio è fatto di passione, sentimento che certo non potevano appartenere a un soggetto forestiero. Ma alla gente piace essere presa in giro. Ora i tifosi non possono lamentarsi troppo: dovevano aspettarselo.
Molto meglio affidarsi a chi autenticamente rappresenta la passione e il sentimento calcistico molfettese, come Mauro Lanza e Carlo Tattoli.
Ma l’amministrazione comunale ha la sua responsabilità: non ha fatto di più per salvare la squadra. Azzollini se voleva, poteva, come ha dimostrato in altre circostanze.
Ci auguriamo che la lezione sia servita ai tifosi: mai affidarsi ai politici per le operazioni sportive, men che mai ad avventurieri che arrivano da fuori, considerando lo sport locale come terra di conquista e saccheggio.
 
© Riproduzione riservata
 
 
Autore: Paolo Marzocca
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