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Calano le denunce per estorsione e usura e diminuisce la fiducia nelle istituzioni: il rapporto 2018 dell’Antiracket regionale a Molfetta. Progetto di legalità con le scuole “Se la gioventù le negherà il consenso, anche l'onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo" Paolo Borsellino
Saracino, De Scisciolo, Altomare
01 aprile 2019

 MOLFETTA – Tradizionale appuntamento annuale con la F.A.I. Antiracket Molfetta, Associazione Regionale per il rapporto delle azioni svolte sul territorio nel 2018 e delle proposte e dei progetti pensati per il futuro. 

Hanno partecipato il vice presidente nazionale della F.A.I., Renato de Scisciolo, il responsabile del progetto della legalità l’avv. Maurizio Altomare e Annalisa Saracino rappresentante dei soci dell'associazione e delle vittime che la stessa tutela.

“L'Associazione Provinciale Antiracket è nata nel 1995 a Terlizzi per iniziativa di un gruppo di imprenditori e liberi professionisti per difendere la loro libera iniziativa imprenditoriale, opponendosi al racket e resistendo alla criminalità organizzata”.

Un progetto che da più di 20 anni promuove attivamente sul territorio pugliese piani per combattere le organizzazioni criminali che ostacolano la nostra economia, attraverso proposte di legge, incontri, ascolti e tante altre attività interattive.

Nell’incontro è stato presentato il riepilogo dei dati raccolti in merito alle denunce presentate dai cittadini durante il 2018: nella città di Bari sono state avanzate 20 denunce per usura bancaria, la metà per estorsioni in provincia di Bari e 15 denunce per usura a Bari. 

Viene puntualizzato anche il ruolo dell’associazione nei processi, perché questa si costituisce parte civile nei confronti delle organizzazioni criminali e si sottolinea il cambio di atteggiamento sviluppato negli ultimi anni da parte dei magistrati che riconoscono sempre più il ruolo dell'antiracket che può costituirsi a parte civile e, pertanto, agire all'interno del procedimento penale nella veste di accusatore privato, affiancando la persona offesa dal reato.

Proprio a tutela delle vittime del racket e dell’usura l’associazione ha esposto una novità legislativa, entrata in vigore dalla fine dello scorso anno, che permette alla popolazione che denuncia di avere una sospensione delle pratiche esecutive come il pignoramento del proprio immobile; sospensione che passa dall’attuale limite di 300 giorni a ben 2 anni, tempo più congruo in attesa che alle vittime che denunciano vengano erogati i fondi messi a disposizione dal ministero. Infatti si registrano ritardi burocratici nell’erogazione dei fondi alle vittime.

La denuncia, quindi, come unica arma possibile di lotta contro le mafie è un altro dei mantra dell’associazione, che nel nuovo anno punta sempre di più alla sensibilizzazione dei futuri cittadini, i ragazzi.

A tal proposito viene presentato il “Progetto della legalità”, un percorso di studio proposto nelle scuole pugliesi basato sul libero arbitrio e le neuro scienze nel quale partendo dalla domanda: “Siamo burattini del nostro cervello, o siamo consapevoli delle scelte che facciamo?” aprirà i ragazzi alla discussione di vari temi concernenti la legalità; quali il contrasto alla criminalità e al terrorismo, cyberbullismo, alcol e droga, tu e il denaro; argomenti che verranno trattati con l’ausilio delle forze dell’ordine e di docenti specializzati.

Al termine del percorso di studio verrà proposta alle classi la presentazione di un prodotto artigianale quale video, testo, filmato che parteciperà a un concorso dove al primo premio potrebbe esserci la partecipazione ad videoclip o canzoni di artisti che con le loro canzoni hanno fatto meditare il loro pubblico contro le mafie; basti pensare a “Libero” di Fabrizio Moro e tanti altri.

Il “Progetto della legalità” verrà presentato nelle scuole ed avrà come principale scopo, attraverso le unità didattiche di apprendimento, quello di creare la consapevolezza e lo stimolo nelle nuove generazioni a credere nella giustizia del nostro Paese e quindi un incentivo alle denunce.

Infatti l’altro dato preoccupante emerso dal rapporto 2018 dall’Antiracket regionale è la diminuzione della fiducia nelle istituzioni, il calo delle denunce e delle segnalazioni, con il conseguente inasprimento del racket, delle estorsioni e dell’usura.

© Riproduzione riservata

Autore: Antonella Tatulli
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