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Cade la prima testa Mancini del Pdl
15 giugno 2013

vTrovato il capro espiatorio del centrodestra, per lavarsi la coscienza. Dopo la pesante sconfitta elettorale del candidato Ninnì Camporeale del centrodestra a Molfetta, con la vittoria di Paola Natalicchio del centrosinistra, cadono le prime teste. Si è dimesso il segretario del Pdl, Pasquale Mancini, assumendosi le responsabilità della confitta: ho sbagliato tutto. “Gli elettori non hanno bocciato Camporeale, hanno punito i nostri errori”, ha dichiarato. E di errori il centrodestra ne ha commessi tanti, dalla scelta dei candidati (alcune figure erano impresentabili) alla violenza della campagna elettorale condotta con odio contro gli avversari, insulti, querele, presidi di stampo fascista ai seggi, attacchi alla stampa libera. Insomma, di tutto di più. E questa volta la gente ha capito e ha detto basta all’arroganza, all’incapacità e all’illegalità diffusa che hanno portato la città all’attuale stato di degrado, bocciando non solo Camporeale, ma un intero sistema politico ed economico rappresentato dall’ex sindaco sen. Antonio Azzollini. Qualcuno doveva pagare per questi errori e questa politica scellerata degli ultimi 12 anni e si è preferito far cadere la testa di Mancini per cercare di offrire una vittima sacrificale agli elettori delusi e giustificare una sconfitta clamorosa, dopo che fino all’ultimo si era cantata vittoria, denigrando gli avversari. Ma non è stato solo Mancini a sbagliare, lui paga per tutti. Gli errori più grossi sono stati proprio di Azzollini e la città ne ha decretato la fine politica, votando Paola Natalicchio all’insegna della liberazione da un decennio di malgoverno, di scandali, di arresti che hanno ridotto la città al feudo di un uomo solo al comando, al punto di non fidarsi nemmeno dei suoi assessori ai quali ha regalato lo stipendio, ma non la delega. Gratifiche economiche, insomma, ma nessun potere. Ci dispiace per Mancini che, forse, paga per colpe di altri, e, malgrado la sua personale guerra senza quartiere, fatta anche attraverso i social network, a “Quindici” (che è stato uno dei suoi altri errori), apprezziamo soprattutto il coraggio, a differenza di altri, di assumersi le sue responsabilità fino in fondo.

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