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Cade il sindaco Minervini. Affossato il piano regolatore La maggioranza si sfalda
15 settembre 2000

di Giulio Calvani Proviamo a fare un po' di chiarezza nel confuso panorama politico locale, consapevoli del fatto che, molto probabilmente, quando vi troverete a leggere questo articolo, la situazione sarà mutata nuovamente ed ulteriori elementi saranno intervenuti a rivoluzionare lo scenario che ci apprestiamo a delineare. Ebbene da un punto occorre partire: l'Amministrazione Minervini, oggi, non può contare più su una maggioranza in Consiglio Comunale che la sostenga. Il dato è incontrovertibile viste le vicende politiche che si sono susseguite nell'ultimo periodo. Ma andiamo con ordine: il primo di agosto era all'ordine del giorno di una seduta del Consiglio Comunale, l'approvazione del bilancio consuntivo 1999, un provvedimento di notevole importanza, una valutazione complessiva sulla gestione delle risorse finanziarie del Comune durante questo anno. Ebbene tale provvedimento non ha ottenuto la maggioranza in Consiglio avendo incassato solo 12 voti a favore a fronte dei 13 contrari. Pino Amato boccia il Prg Il voto determinante ai fini della bocciatura è stato quello del capogruppo dei Verdi Pino Amato il quale non una parola ha profferito in quella sede al fine di motivare il suo dissenso, ponendosi in tal modo di fatto al di fuori della maggioranza. Alcune precisazioni, però, si impongono: non hanno partecipato alla votazione contribuendo così, consapevolmente, all'affossamento del bilancio consuntivo i due consiglieri dei Democratici, De Sario e Altomare mentre Mariano Caputo (PPI) e Vito De Fazio (altro consigliere dei Verdi), sui cui voti favorevoli si poteva contare, così come è stato spiegato in una conferenza stampa convocata dalle forze del centrosinistra per il giorno seguente, pare fossero stati bloccati da improrogabili ragioni di lavoro e sono giunti a votazione già compiuta. L’amministrazione contro i dissidenti Nella conferenza stampa cui si è già accennato, il sindaco è partito a testa bassa contro i tre soggetti (Amato, De Sario e Altomare) il cui sostegno è venuto a mancare, affermando che l'Amministrazione "non ha inteso cedere a ricatti e pressioni" che venivano da quei tre consiglieri, mossi esclusivamente da "dinamiche di spirito personalistico ed elettoralistico. Ed è questo un modo di far politica da combattere, affinchè si restituisca alla politica nobiltà di valori". Ma Guglielmo Minervini è stato poi ancora più esplicito: "In un documento sottoscritto da tutte le forze di maggioranza qualche tempo fa, si affermava il principio di anteporre nel calendario dei lavori dell'Amministrazione le tematiche politiche ad alcune nomine di governo e sottogoverno da dover indicare: ebbene v'era qualcuno (il riferimento è evidente ndr.) che intendeva subito affrontare questa questione, ribaltando quanto stabilito precedentemente. A questo ricatto non ci siamo prestati". A questo punto il primo cittadino ha espresso anche a nome di tutte le forze politiche del centrosinistra che lo sostengono la volontà di continuare a lavorare per portare nel mese di settembre in Consiglio Comunale gli importanti provvedimenti già in cantiere, Piano Regolatore su tutti. Fin qui quanto accaduto più di un mese fa, ma da allora la situazione si è ulteriormente evoluta coinvolgendo più forze politiche. Proviamo a fornire un quadro generale. Le ambiguità di De Sario Una delle realtà più complesse e delicate si dimostra essere quella interna ai “Democratici”. Come detto i consiglieri comunali De Sario e Altomare pare siano sul punto di rompere definitamente con la coalizione che sostiene Guglielmo Minervini. Il primo, in particolar modo sembra non aver ancora metabolizzato la bruciante sconfitta alle recenti consultazioni regionali, e, stando a quanto si dice, ritiene che non sia stato debitamente ricompensato il suo "generoso" gesto di salvataggio dell'amministrazione (in questo senso l'affermazione del sindaco in merito alle nomine appare più chiara). Ma allora tutte le lodevoli dichiarazioni, ben pregne di buone intenzioni, dispensate a destra e a manca dall'avv. De Sario durante la campagna elettorale per le regionali, che fine hanno fatto? L'impegno nei Democratici, "frutto di un profondo processo di maturazione politica" (stando a quanto lui stesso ha più volte sostenuto... ma erano altri tempi, c'era un seggio di consigliere regionale da conquistare), era solo finalizzato al raggiungimento di un obiettivo contingente? Ed ora, venuto meno quello, cercherà "miglior sorte" in qualche altra formazione politica? Le nostre perplessità su quella operazione, espresse a tempo debito, hanno oggi trovato triste conferma. Affidare le sorti dell'Amministrazione nelle mani di persone che evidentemente non hanno ancora chiaro quali siano le idee e lo schieramento che intendono sostenere (tale si è dimostrato l'avv. De Sario, per ben due volte), era un'operazione molto rischiosa, e i risultati sono oggi sotto gli occhi di tutti. I “maldipancia” di Nappi Ma nel "partito dell'Asinello" vive un'altra situazione di difficile definizione e che potrà avere ulteriori sviluppi nelle prossime settimane. Infatti è da registrare un certo malessere riscontrabile nel gruppo che fa capo al consigliere comunale Franco Nappi (già coordinatore locale de "L'Italia dei valori" e, in quanto tale, fondatore dei “Democratici”), dovuto a questioni di equilibrio e di "visibilità" all'interno del movimento; una situazione che dovrà necessariamente essere affrontata ma che pare ormai irrimediabilmente compromessa tanto da far credere che sia ormai imminente una uscita del consigliere Nappi dal partito dei “Democratici” (e quindi anche dalla compagine che sostiene questa amministrazione), magari per approdare nelle "Liste Di Pietro" che l'ex pubblico ministero sta organizzando in tutta Italia. Pino Amato non rappresenta più i “verdi” Per quanto concerne la situazione all'interno dei “Verdi”, è da registrare in primo luogo l'uscita del capogruppo consigliare Pino Amato dai ranghi della maggioranza, concretizzatasi nel voto contrario al bilancio consuntivo, ma anche in un durissimo attacco all'Amministrazione rivolto durante la seduta del Consiglio Comunale del 5 settembre. La frattura all'interno dei Verdi tra Amato da una parte, e l'altro consigliere De Fazio e l'assessore Innominato dall'altra, pare essere allo stato attuale insanabile e sebbene il coordinatore regionale dei Verdi Di Lorenzo, in una recente dibattito pubblico alla festa dell'Unità abbia sostenuto che il simbolo del "sole che ride" non sia stato sottratto a nessuno (così come apparso su qualche testata locale), perchè a nessuno appartiene, adducendo ragioni meramente formali e "di circostanza" a sostegno della sua tesi. Pare proprio che Amato non sia più autorizzato a rappresentare i Verdi (così come è sempre avvenuto in passato, tanto da far credere a molti che, dei Verdi locali, Pino Amato fosse il "padre-padrone") nè in circostanze pubbliche, così come la presenza di Di Lorenzo, coordinatore regionale, a quel dibattito testimonia abbondantemente, nè nelle riunioni di maggioranza dove, di volta in volta, gli organismi regionali indicano un rappresentante (negli ultimi tempi sempre l'assessore Innominato). I Verdi quindi, stando a quanto affermato da Di Lorenzo, ma anche dal consigliere De Fazio confermano il loro impegno nel centrosinistra a sostegno dell'Amministrazione Minervini; resta quindi assolutamente personale il dissenso di Pino Amato, abbandonato nella sostanza (se non proprio nella forma) dalla dirigenza regionale del suo partito. Nuovo giro di valzer per De Nicolò Ma i mali della maggioranza non finiscono qui: il consigliere comunale Giuseppe De Nicolò, eletto nel '98 nella lista "Il riscatto della città" poi transitato nello Sdi, non più di quattro mesi fa, a sostegno della maggioranza, ha dichiarato la sua uscita da questo partito e ritirato il suo appoggio all'Amministrazione per non meglio identificate "ragioni politiche", ma pare anche qui che tale gesto sia dovuto al mancato "riconoscimento" in termini di visibilità che gli si doveva accordare. Ricatti e pressioni Come risulta evidente quindi, l'Amministrazione non può più contare su una maggioranza in Consiglio, e non è assolutamente disposta, così come sostenuto dal sindaco a subire "ricatti e pressioni" che, molto probabilmente, gliela farebbero recuperare, visto che non di ragioni politiche o ideali si sta parlando; sembra quindi, stando così le cose, che il sindaco sia intenzionato a portare in Consiglio Comunale il PRG, confidando di poterlo approvare anche con l'apporto delle forze d'opposizione, considerata l'importanza del provvedimento, per poi rassegnare le dimissioni e rimettere il mandato elettorale ai cittadini. Girotondo per Caputi e De Palma Sul fronte dell'opposizione vi sono altri "movimenti" da segnalare: il consigliere comunale Onofrio Caputi, eletto nel '98 con il Ppi, ha dichiarato di aderire al Pri, oggi all'opposizione; mentre il consigliere De Palma, di An, che con un duro attacco rivolto proprio in un intervista su questo giornale contro la dirigenza del suo partito ma soprattutto contro l'on. Amoruso, sembrava aver rotto con il Polo e fosse sul punto di assicurare il suo appoggio all'Amministrazione, ha bruscamente fatto marcia indietro rientrando nei ranghi del suo partito d'origine. Il governo ombra di Tommaso Minervini La situazione quindi sembrerebbe ideale per raccogliere le firme necessarie a presentare in Consiglio una mozione di sfiducia al sindaco, ma Tommaso Minervini, leader riconosciuto dell'opposizione (ruolo che evidentemente non spetta più ad Annalisa Altomare), ha affermato di "non essere assolutamente intenzionato per il momento a promuovere un'azione del genere non ritenendo mature le condizioni" per poi dichiarare, in uno slancio di superomismo nietschiano, "di sentire il peso e la responsabilità del governo della città, visto che in Consiglio nessun provvedimento pu• passare senza i voti dell'opposizione". V'è quindi, stando a quanto sostenuto dall'ex esponente dei Ds, un "governo ombra" in città, mentre di tanto sembra davvero non essersi accorto nessuno. La nostra impressione è che l'opposizione non intende promuovere una mozione di sfiducia sia per evitare di ripetere la brutta figura di qualche tempo fa quando, convinta di poter "affondare" l'Amministrazione raccolse le firme per sfiduciare il sindaco, salvo poi accorgersi di non disporre dei numeri, ma anche perchè non appare ancora in grado, visto la eterogeneità dei personaggi e delle forze politiche da cui è composta, di affrontare subito una lunga campagna elettorale (se non tappezzando le plance della nostra città di un esorbitante numero di "manifesti clonati", a evidente testimonianza del fatto che, da quella parte, le idee sono pochine e le parole a disposizione per esprimerle ancora meno). Per il momento resta alla finestra, e si gode lo spettacolo (a tratti deprimente) di una esperienza amministrativa che si sta logorando.
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