Bepi Maralfa: stiamo lavorando con entusiasmo per cambiare la città I cantieri di Servizio svolta epocale nessuna emergenza criminalità
L'intervista - Il v.sindaco e ass. all e politiche sociali
Avvocato, 49 anni, Bepi Maralfa vice sindaco e assessore alla legalità e alle politiche sociali, una passione per il jazz e una carriera politica iniziata soltanto 18 mesi fa, dopo le sorprendenti comunali del 2013 è ancora un “ufo” tra i corridoi di Palazzo Giovene. E’ diventato celebre per i suoi interventi sulle bacheche Facebook, spesso diretti e colorati (che gli hanno attirato qualche critica) e a “Quindici” racconta il suo impegno di amministratore, la situazione del nostro Welfare, della sicurezza cittadina e del suo futuro politico “vogliono candidarmi alla Regione ma resto qui”. Assessore, 18 mesi dopo come giudica l’amministrazione Natalicchio? Vi accusano di inesperienza... «L’inesperienza non è un’accusa né un termine dispregiativo, ma uno sprone ad impegnarsi di più per bruciare i tempi. Amministrare è una attività estremamente complessa e richiede impegno costante. Per fortuna, siamo una Giunta con tanta buona volontà e le imperfezioni fanno parte del dna dell’uomo. La cosa più importante è mettersi in gioco, dare il proprio contributo fattivo alla crescita e avere una idea di Città che rispecchi soprattutto le esigenze e le istanze della Comunità». E la città partecipa affollando di commenti i social network.. «Non si può amministrare senza la necessaria compartecipazione dei cittadini. Per questo, a mio avviso, decisivi sono i social network i cui utilizzatori, seppur talvolta in modo irrituale ma spontaneo, segnalano fatti e criticità, ponendoci in condizione di operare tempestivamente». Negli ultimi mesi si sono registrati gravi episodi in città, culminati con l’omicidio Fiore. C’è un’emergenza criminalità? Come vi siete mossi per arginare il fenomeno? «A mio avviso Molfetta non è una Città dove la criminalità è a livelli emergenziali. Opportuno, in proposito, è chiarire che con il termine criminalità può intendersi anche l’insieme di micro-reati, quali i furti e le rapine. E’ evidente che quando si verificano eventi delittuosi la collettività reagisce con trepidazione, ma è altrettanto vero che allora può parlarsi di ’emergenza quando il numero di reati è ben più elevato di quelli molfettesi. L’Amministrazione Comunale si interessa a tutti gli episodi e segue le statistiche del territorio. Siamo ancora nell’alveo di numeri statisticamente normali. La nostra Compagnia dei Carabinieri e la Tenenza della Guardia di Finanza operano in modo continuo con operazioni anticrimine, ma, per intuibili ragioni le stesse non vengono sistematicamente pubblicizzate al pari di quanto avviene per la commissione di crimini. Quando viene incendiata una vettura, ad esempio, 10 minuti dopo i social ne danno notizia; quando l’autore dell’incendio viene arrestato non ne parla nessuno. Questo è il gap che forse bisognerebbe colmare, ma sarebbe eccessivo attendersi un ufficio stampa dei social che quotidianamente informi la Comunità degli arresti e delle successive evoluzioni processuali. Quello che a mio avviso manca sul territorio è un aumento degli organici di Carabinieri e Finanza: il territorio è grande ed è inaudito che lo Stato tagli i fondi della Sicurezza». Intanto in città ci si continua a lamentarsi dei vigili urbani. Le proteste sono le solite: inefficaci, assenteisti, pigri. Le critiche dei cittadini rimbalzano sui social network e arrivano ai giornali. Assessore vogliamo fare chiarezza? Il nostro corpo è davvero così inefficiente? «Il personale della Polizia Locale non è numericamente adeguato all’estensione del territorio. Io, però, ascolto doglianze contrarie: si contesta alla Polizia Locale l’eccesso di multe. Nell’ultimo anno ne sono state fatte 12.200 e circa 500 sono stati i verbali di operazioni antiabusivismo e contro gli illeciti di natura commerciale». Numeri importanti ma i molfettesi si lamentano... «Alla popolazione i numeri potrebbero, non bastare e i cittadini vogliono la presenza delle auto con i lampeggianti blu dappertutto. Ma, quando sul territorio operano contemporaneamente tre pattuglie, la presenza delle stesse non può essere contestuale in diverse zone della città. A volte bastano due incidenti stradali gravi in contemporanea per impegnare il personale in servizio. I Vigili, peraltro, come tutti vedete svolgono anche servizi di prossimità, dalla vigilanza alle scuole, al soccorso di animali feriti, alla collaborazione per i ricoveri degli anziani soli nelle strutture ed alla ricerca di minori a rischio di devianze segnalati dal Tribunale; collaborano intensamente per la Protezione Civile e per la Tutela dell’Ambiente, svolgono talvolta anche attività di Polizia Giudiziaria al Servizio delle Procure della Repubblica, di ausilio alle Forze dell’Ordine in eventi a rischio di ordine pubblico (partite di calcio, rivolta dei Forconi etc), indagini su pass per disabili falsi e varie altre attività . Mica facile per 46 agenti su 60 chilometri di territorio. Provare per credere. Se i cittadini lo richiedono, comunque, possiamo cercare di intensificare la presenza e la prevenzione sul territorio, ma non possiamo andare verso la militarizzazione della Città». Tra le novità più notevoli ci sono sicuramente i cantieri di servizio. Sono partiti da qualche settimana: come stanno andando? Qualcuno si lamenta di una distribuzione poco razionale delle “donne in giallo” davanti alle scuole(troppe), tuttavia la città sembra aver apprezzato. Il progetto sarà riproposto magari più in grande? «Guardi, quella dei Cantieri di Servizio, è una svolta epocale nella lotta alla povertà e nel recupero per la dignità umana. Prima scendevano contributi a pioggia, ora l’Ente pubblico li concede solo a chi mostra di impegnarsi civilmente ed al servizio della collettività. Quanto all’eccessiva concentrazione delle signore dei Cantieri dinanzi alle Scuole, è evidente che bisogna dar loro anche il tempo materiale per imparare a svolgere attività civiche. Si fanno forza a vicenda, ma sono encomiabili per il loro impegno. Molti Comuni ci stanno chiedendo lumi su questo progetto. Il progetto continua e non credo che d’ora innanzi ragioneremo più con la vecchia mentalità della indiscriminata dazione di denaro. Salvo casi eccezionali». Assessore a lei quindi anche le redini del delicato settore welfare. Da Mariano Caputo a Ninnì Camporeale la destra vi accusa di aver smantellato una macchina ricca ed efficiente. Immaginiamo che lei non sia d’accordo... «Il Settore Welfare (le politiche sociali) è molto complesso. Non si tratta soltanto di mettere a sistema politiche per la lotta alla povertà, ma curare l’universo mondo della sofferenza e del disagio sociale (cura degli anziani, dei disabili , le emergenze sfratti). Il Settore socialità era claudicante in alcune politiche: mettere in campo buone pratiche non significa soltanto mandare ragazzi diversamente abili ai soggiorni climatici, ma prevedere per tutti loro (non solo per i richiedenti ) politiche a medio e lungo termine. La sfida non è tanto quella di rispondere alle istanze della Comunità, ciocchè l’Amministratore ha il dovere quotidiano di fare, ma andare alla ricerca delle fasce deboli, degli ultimi, per offrire loro soluzioni e servizi che essi non hanno neppure il coraggio di chiedere o la speranza di ottenere. E’ quello che si sta facendo: coniugare l’individuazione di casi non noti, messa a sistema di procedimenti complessi con l’impiego razionale e ponderato di risorse economiche. I soldi non sono di chi li amministra ma della comunità. Se non si stampa nella mente degli Amministratori questo principio, non possiamo mai crescere». Lei è senza dubbio uno dei politici più popolari sui social network. Qualcuno l’ha criticata (anche da Sinistra) per questo: le istituzioni non dovrebbero “abbassarsi” ai parapiglia delle bacheche Facebook. Cosa ne pensa? «Mi hanno simpaticamente criticato, non polemicamente criticato. Per un politico l’essere pronto a replicare pubblicamente è un segno di lealtà perché mostra i lati umani della propria personalità. Senza timore di perdere voti. Io sono pur sempre uno sportivo. I silenzi o gli eccessi di perbenismo politico ovvero ancora le strategie ed i tatticismi comunicativi esasperati sono pericolosi. Detesto, però, la mancanza di rispetto». A differenza di altre liste civiche Linea Diritta continua nella propria attività. Quali sono gli obbiettivi per il futuro? Crede che questa sia un’esperienza che ha ancora molto da dire? «Siamo ancora molto uniti, propositivi e ragioniamo su tutto. Siamo in crescita. Condividiamo ancora molte cose e le nostre risoluzioni collimano ancora senza particolari sforzi. Che sia una esperienza che abbia molto da dire non ho dubbi. Ora mi vogliono convincere a candidarmi alle Regionali con Linea Diritta, ma io rispondo loro che amo Molfetta ed il lavoro quotidiano di amministratore che sto svolgendo, non bene, ma con sacrificio».
Autore: Onofrio Bellifemine