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Benji & Fede uniscono genitori e figli a Molfetta Cori sulla Banchina S. Domenico per il concerto del «0+tour»
15 luglio 2017

Riproduciamo l’articolo del direttore di “Quindici” Felice de Sanctis, giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno, sul concerto di Benji & Fede a Molfetta, pubblicato sul quotidiano pugliese
 

 

FELICE DE SANCTIS

Una storia del nostro tempo, una storia live come piace ai ragazzi di oggi, una storia che si brucia in un attimo, per ricominciare, uguale, domani. Senza sosta, all’infinito “Tutto d’un fiato”: la vita è tutta d’un fiato, è il tempo sprecato… coltivare i sogni che sono svaniti e son rimasti intrappolati in mille pagine, pronti a rinascere e non cambiamo mai”.

E’ il fenomeno Benji & Fede che anche a Molfetta sulla banchina S. Domenico si sono esibiti nel concerto “0+ Summer Tour” organizzato dalla Fondazione Valente che ha voluto proporre, nella sua offerta musicale dell’estate, anche questa occasione ai giovanissimi fan della coppia del momento.

Fenomeno più sociale che musicale, in verità, ma di fronte al successo di pubblico, non si discute. Ed ecco le ragazzine scatenate con tanto di fascia in testa col nome dei due cantanti, maglietta cult con tutte le loro canzoni e l’immancabile bastoncino luminoso e colorato da sventolare durante il concerto.

Non erano tantissimi, forse se ne aspettavano di più, ma i ragazzi erano lì sulla banchina fin dalle prime ore del mattino per essere primi sotto il palco dei loro beniamini, Benji Mascolo e Federico Rossi, “eroi” del tempo di Facebook, il trampolino del loro successo. Si sono conosciuti alle 20:05 di 7 anni fa e non si sono più lasciati, dalle canzoni su Fb ai due dischi di platino in due settimane, il passo è stato brevissimo. E così non hanno smesso di sognare e far sognare le loro fan, con genitori al seguito.

E i genitori erano tutti qui a Molfetta per accompagnare i loro figli. Un po’ straniti con gli occhi nel vuoto, forse con un po’ di vergogna e che si guardano intorno (“ma quanti siamo noi senior?”) per sentirsi loro rassicurati, di non essere fuori posto e in buona compagnia.

Benji e Fede, consapevoli di quanta grossa parte della partecipazione dei ragazzi ai loro concerti, sia anche dovuta alla complicità dei papà e delle mamme, hanno dedicato loro anche una canzone, che gli ha costretti a saltellare con i loro ragazzi, con un felice ritorno al futuro dei loro anni verdi. E così sono stati coinvolti con la capacità travolgente dei due cantanti di appropriarsi della scena e portare idealmente sul palco tutti i presenti. Questi ragazzi dalle facce d’angelo e dalle braccia tatuate (anche con il mitico 20:05) che in perfetta sintonia e canzoni ben azzeccate, hanno trasformato il loro pubblico della banchina sul mare di Molfetta in una marea ondeggiante luminosa di bacchette e telefonini sollevati in alto, più che per fotografare, per simboleggiare un’epoca, un fenomeno, una storia del nostro tempo. Schiere di ragazzi che li vedono come un modello, quello che per i loro nonni erano magari i Beatles (accostamento, certo, improprio, ma che dà l’idea del clima).

C’è anche la nonna che canta con la nipote e conosce anche le parole. Anche di più: le suggerisce alla bimba di 7 anni con gli occhi lucidi di gioia. E la macchina da guerra di Benji & Fede (24 e 23 anni) continua senza sosta dal primo motivo Adrenalina, che sembra fatto apposta per accendere la folla, a Traccia n. 3, Forme geometriche, Senza te, A casa mia, Stroboscopica e così via fino alla chiusura con lo strano Boomeranghi e il brano del momento “Tutto per una ragione”.

Tutto funziona alla perfezione e perfino le forze dell’ordine e gli addetti alla sicurezza, sorridono tranquilli, rassicurati dal concerto “in famiglia”. “Vietato smettere di sognare” dicono i due ragazzi emiliani nella loro storia raccontata nel libro della Rizzoli, ciò che conta è buttarsi, non avere paura, seguire le loro passioni: un messaggio tutto sommato positivo. Ecco perché i due modenesi piacciono perfino a Famiglia Cristiana. Un fenomeno social, ma molto più rassicurante dei fake inquietanti della rete, una droga mediatica rassicurante. Finché dura.

© Riproduzione riservata

 

 

Autore: Felice de Sanctis
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