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Azzollini: trionfo del centrodestra a Molfetta il vero sconfi tto è Minervini
15 aprile 2010

Dopo aver penato quasi 20 giorni (di qui il ritardo nella pubblicazione di questo numero di Quindici, anche per colpa del già inarrivabile candidato del centrodestra Antonio Camporeale), fi nalmente il sindacosenatore- presidente Antonio Azzollini ha trovato, fra i tanti impegni, un momento per i suoi cittadini, rispondendo alle nostre domande. Lo abbiamo inseguito per giorni, tempestando di telefonate il suo addetto stampa e solo quando avevamo deciso di rinunciare all’intervista, per mandare il giornale in stampa, è arrivata l’attesa telefonata di conferma e abbiamo atteso ancora un po’ per farvi conoscere l’opinione del vero protagonista delle elezioni regionali a Molfetta, con questa intervista in esclusiva a Quindici. Infatti, Azzollini è riuscito a far eleggere una persona a lui molto vicina (quasi un suo gemello), un fi do amico, che gli è stato sempre vicino e lo ha seguito anche nel suo percorso politico dall’estrema sinistra al centrodestra, lavorando sempre dietro le quinte. Il sindaco, pur perdendo complessivamente consensi a Molfetta, è stato, però, capace di far eleggere una persona sconosciuta ai più, con un numero di voti considerevole ottenuti nella sua città, senza dei quali non avrebbe varcato la soglia di via Capruzzi (sempre che la Corte d’Appello non cancelli questa elezione avvenuta con i resti, stabilendo che il numero complessivo dei consigliere è 70 e non 78). Insomma, il centrodestra è lui e lui soltanto a Molfetta, intorno è il deserto di yes man. Ma sentiamo il sindaco che, va letta tenendo conto che, come il suo leader Silvio Berlusconi, il nostro senatore azzurro, riuscirebbe a far eleggere anche la sua segretaria, e si considera sempre e comunque il vincitore assoluto, ribaltando anche alcune realtà oggettive, come la vittoria del centrosinistra, divenuto maggioranza a Molfetta. Un segno del suo declino? A sentire lui no. Anzi, per il 2013 preannuncia scintille. Sindaco Azzollini, qual è la sua lettura del risultato elettorale a Molfetta? «Dopo molti anni il centrodestra molfettese riesce a far eleggere un proprio rappresentante in consiglio regionale, nella persona del prof. Antonio Camporeale. Questa novità non può che essere salutata come una svolta decisiva per la crescita di Molfetta e per quel nostro progetto politico che punta a unifi care le anime del centrodestra in un’unica dimensione culturale. L’unico profondo rammarico resta la mancata vittoria elettorale del candidato presidente Rocco Palese». Come spiega il calo dei consensi che ha portato il centrodestra a divenire minoranza in città e alla Regione? «I risultati di queste ultime elezioni dicono che il centrodestra ha la fi ducia dei cittadini sia in Italia così come a Molfetta dove la nostra maggioranza – già solida in consiglio comunale – esce ulteriormente allargata e raff orzata. Il Popolo della Libertà resta il primo partito in assoluto anche nella nostra città. D’altra parte, le elezioni regionali per defi nizione riguardano il governo della Puglia e quindi l’esito delle urne va analizzato tenendo conto di questa specifi cità: ha vinto Vendola e ci è riuscito nonostante la pessima gestione della sanità certifi cata dalle recenti cronache giudiziarie, una gestione del bilancio disastrosa, lo spreco clientelare di denaro pubblico e i numerosi sgambetti a danno di Molfetta come è successo per il piano di riqualifi cazione del quartiere Madonna dei Martiri non fi nanziato e poi recuperato dal Comune dopo un ricorso in sede giudiziaria. Questo è il vero dato su cui bisogna rifl ettere attentamente». L’elezione di Antonio Camporeale è avvenuta grazie ai resti. Di chi la colpa del mancato successo pieno, malgrado l’enorme impiego di risorse economiche fatto sul candidato? «L’elezione di Antonio Camporeale è avvenuta grazie a oltre 10mila preferenze che gli consentono di essere tra i più suff ragati della Puglia. In tutta la provincia di Bari, Camporeale è inoltre il candidato con il maggior numero di voti ottenuto in una singola città a testimonianza del forte radicamento del Pdl a Molfetta. È un risultato indiscutibilmente soddisfacente. Invece, a proposito dell’enorme impiego di risorse economiche, come lo defi nisce lei, immagino si riferisca al candidato del centrosinistra Guglielmo Minervini: in questo caso nonostante l’allegra distribuzione di denaro pubblico avvenuta durante i suoi cinque anni di assessorato, saprà infatti che è stato eletto solo grazie al premio di maggioranza. Il che signifi ca che se non avesse vinto Vendola non sarebbe nemmeno entrato in consiglio regionale. È la conferma di un risultato elettorale minuscolo». Il calo di consensi nel centrodestra a Molfetta signifi ca una bocciatura da parte degli elettori della politica e della gestione dell’amministrazione comunale? «La sua domanda nasce da un presupposto sbagliato: non c’è stato nessun calo di consensi per la nostra parte politica. Il Pdl, infatti, oggi registra 2.000 voti in più rispetto alla somma dei voti che Forza Italia e Alleanza Nazionale ottennero alle ultime regionali del 2005. Abbiamo quindi migliorato quel risultato. Per il centrosinistra, invece, erano candidati un ex assessore regionale, un ex sindaco, un ex consigliere provinciale e un consigliere comunale: hanno puntato al massimo e ancora una volta hanno ottenuto il minimo. Insisto, però: i cittadini erano chiamati a eleggere il governatore della Regione Puglia e a rinnovare il consiglio regionale. E a Molfetta i cittadini hanno promosso Antonio Camporeale che è espressione del centrodestra che governa la città. Questi, e solo questi, restano i signifi cati sottesi a questa tornata elettorale. Le prossime elezioni comunali, invece, sono previste nel 2013 e quella sarà tutta un’altra storia. Inoltre, se si analizzasse l’attuale quadro politico senza preconcetti di parte, si scoprirebbe che il centrodestra molfettese oggi può contare su un proprio rappresentante in tutte le principali istituzioni: in Parlamento, alla Regione, alla Provincia e al Comune. È la dimostrazione più eloquente di come la città continui a premiare la nostra azione politica». Condivide le dimissioni del ministro Fitto? Cosa non ha funzionato a livello regionale? Ritiene che sia necessario un ripensamento, azzerando magari tutti i vertici per ricostruire una squadra vincente? «Tutte le valutazioni politiche legate al risultato elettorale spettano ovviamente al presidente Silvio Berlusconi e agli organi del Pdl». Una posizione prudente quella di Azzollini sul suo avversario di sempre, in attesa della resa dei conti nel partito, dove oggi si trova in posizione di forza e in corsa per il ruolo di coordinatore regionale, dopo l’ennesima sconfi tta del parlamentare di Maglie e dell’altro grande sconfi tto, il biscegliese Francesco Amoruso, ex An, coordinatore regionale del Pdl, corresponsabile dell’insuccesso elettorale.

Autore: Felice de Sanctis
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