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Azzollini: per le escort Berlusconi non deve dimettersi. Molfetta e le bancarelle? Tutto normale. Città gioiello
15 luglio 2009

Dopo oltre un anno di insistenti richieste, siamo riusciti a convincere il sindaco Antonio Azzollini a farsi intervistare da Quindici (quando il portavoce del sindaco ci ha informato della disponibilità di Azzollini a parlare con noi senza riserve, stentavamo a crederci). Ma la disponibilità l’ha data in ritardo e nel momento sbagliato: poco dopo il 15 di giugno, quando la nostra rivista era da poco in edicola. Per pubblicarla avremmo dovuto aspettare un altro mese. Ecco perché, viste le “furbate” di chi si era inventato, scorrettamente e dolosamente, inesistenti “esclusive”, abbiamo deciso di pubblicarla subito sul nostro quotidiano web Quindici on line. Le risposte del sindaco hanno scatenato un’ondata di reazioni e commenti, non solo dei cittadini, ma anche delle forze politiche, prime fra tutte il Pd che ha reagito con un pesante documento alle accuse dello stesso primo cittadino nei confronti delle opposizioni, con le quali, dall’intervista emerge una impossibilità di dialogo, soprattutto perché Azzollini ribalta sul centrosinistra tutte le critiche che gli vengono rivolte, sia per la battaglia per lo spostamento della caserma della capitaneria, sia per la mancanza delle donne in giunta, sia per i maggiori oneri che graveranno sui cittadini. Ora vi proponiamo l’intervista integrata con alcune parti che avevamo omesso per lasciarle ai lettori del giornale, a cominciare dalle domande sulla vicenda delle escort invitate nelle sue residenze dal presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi, una brutta storia che sta facendo parlare negativamente tutti i giornali del mondo. Sindaco Azzollini, sappiamo che non ci risponderà su questo argomento, perché la imbarazza, ma vogliamo ugualmente farle una domanda sulla vicenda delle escort invitate a trascorrere le notti nelle residenze di Berlusconi. Lei come importante esponente del Pdl, cosa ne pensa? Non crede che il premier avrebbe dovuto lasciare l’incarico, come sarebbe avvenuto per molto meno in qualsiasi altro Paese del mondo? «Non credo che per queste cose un presidente debba dimettersi». Se al suo posto ci fosse stato Romano Prodi, ne avreste chiesto la testa, come avete fatto per cose molto insignificanti e altre inventate e costruite ad arte? «Lasciamo perdere, non entriamo in queste cose, altrimenti per me sarebbe facile parlare di tutti i presidenti, delle alte cariche, ecc. Preferisco lasciar perdere». Insomma, non c’è anche nel centrodestra un’alternativa a Berlusconi? «No, perché ha governato bene e, tra l’altro, la gente lo vuole, è il più suffragato, non è un dato che conta?». Ma all’estero e sui giornali stranieri si parla male del premier e conseguentemente dell’Italia. «Non sono andato all’estero, quando andrò, le saprò rispondere». Torniamo ai temi locali che riguardano la nostra città Molfetta. Cosa pensa delle bancarelle di frutta e verdura che proliferano in città e occupano anche i marciapiedi? «Non posso non autorizzarle quando qualcuno mi chiede di lavorare e, compatibilmente alle esigenze previste dalla legge, lo faccio» Anche in mezzo alla strada e sui marciapiedi? «Purtroppo in città non ci sono più piazze mercatali e io vado incontro ad una richiesta dei cittadini. Devo pormi il problema di come sistemare organicamente questa gente. Comunque faremo presto un piano del commercio ». Come mai non viene ancora attivato l’impianto di compostaggio, che sta facendo spendere molti soldi al Comune per lo smaltimento dei rifiuti in altre discariche dei Comuni vicini? «Purtroppo nel lodo arbitrale manca l’ordine di consegna e siamo costretti ad aspettare che gli avvocati trovino una soluzione per sbloccare questa situazione. Presto l’impianto sarà attivo e darà nuova occupazione”. Come mai nella vicenda Mazzitelli il Comune non si è costituito parte civile, rinunciando a un risarcimento e, anzi, ha scelto di confermare il contratto con lo stesso Mazzitelli? «Questo del risarcimento è tutta una sciocchezza giornalistica e delle opposizioni, anche perché l’azione risarcitoria per il Comune è ancora aperta. Tra l’altro non serve questa azione quando so che posso avere il risultato non spendendo molte decine di migliaia di euro, se non posso poi eseguire il risarcimento. Sono molto oculato nella scelta delle azioni civili. Spero di venire presto in possesso dell’impianto perché ho già i finanziamenti (dall’assessorato provinciale all’ambiente) per rimetterlo in funzione e sarebbe molto utile». La vicenda della capitaneria di porto ha visto la sconfitta dell’attuale amministrazione per l’ostinazione del sindaco sullo spostamento della nuova foresteria, non si poteva evitare questa situazione? «Assolutamente no, perché abbiamo consentito alla Capitaneria di realizzare uno sgorbio, dovuto al fatto che dal progetto originale, autorizzato dal Comune, non si capiva come si sarebbe sviluppato il manufatto, sembrava una piccola costruzione, mentre in realtà era un palazzo, guardi la cartina e se ne renderà conto. Qui ha sbagliato l’opposizione che doveva combattere la battaglia con noi per spostare il manufatto, poi avrebbero potuto denunciarmi alla Corte dei Conti e avrei pagato io l’eventuale risarcimento (ammesso che ci fosse stato) e quant’altro, ma dovevamo evitare questa porcheria. Adesso quanto vale spostare quell’obbrobrio? Almeno 100 milioni di euro e più. Qui il centrosinistra non è stato capace di fare politica a favore della città. Non giustifico l’operato del provveditorato regionale alle opere pubbliche e dei suoi dirigenti Chiumarulo, Maggi e Nisio che sono stati ostici e potrei chiamarli a rispondere dei loro comportamenti». Come mai nessuno se ne è accorto, nemmeno un tecnico comunale? Forse il suo atteggiamento, sindaco, doveva essere un altro: chiamare a rispondere i tecnici comunali. «No, io sono stato l’unico ad accorgersene, tutti gli altri, compresa l’opposizione, l’hanno ignorato e ci hanno ostacolato, compresa la stampa che non ci ha dato una mano. Abbiamo anche fatto una manifestazione davanti alla capitaneria con sole 30 persone, se fossimo stati 20.000, probabilmente le cose sarebbe andate diversamente». Ma la verità è anche che la modifica del progetto avrebbe ritardato i lavori del porto a cui lei tiene molto e anche per questo ha prima avviato i lavori e poi fatto lo sminamento. «Certo, ma se in Italia non fai partire i lavori, non fai più nulla e se avessimo scelto la strada di fare prima lo sminamento i lavori sarebbero costati di più. Oggi le cose si stanno facendo parallelamente e con meno costi». Lo sminamento comunque ha ritardato l’iter dei lavori, questo comporterà un aggravio di spese per la comunità? «Assolutamente no, anzi, aver fatto contemporaneamente lo sminamento e i lavori, ci ha permesso di guadagnare tempo, altrimenti avremmo dovuto aspettare lo sminamento per avviare il completamento della banchina”.Le donne in giunta, un’altra battaglia persa e onerosa per il Comune. «Rispetto le donne e credo che non si possa valutare qualcuno in base al sesso. Alle donne abbiamo sempre riservato un ruolo di responsabilità e non era la presenza in giunta che avrebbe potuto valutare meglio le loro capacità. Riservare un posto a una donna solo per legge, mi sembra un’assurdità e un’offesa per loro”. Ma il suo “capriccio” è costato al Comune un sacco di soldi di cause? «No, dovreste vedere quanto risparmio io rispetto alle parcelle della sinistra: centinaia e centinai di migliaia di euro. Non parlatemi mai di risparmio, Molfetta è il Comune più virtuoso d’Italia». Palazzo Dogana poteva essere un centro culturale e non un albergo privato, perché una scelta di questo tipo? «Perché il palazzo stava diventando un rudere, che non poteva essere certo restaurato con gli scarsi mezzi a disposizione delle finanze comunali. Invece la scelta di farne un albergo, ha permesso di recuperare un monumento storico della città con una destinazione di eccellenza. Con i pii desideri della sinistra il palazzo sarebbe diventato ancora di più un rudere». Il contenitore culturale si farà? Perché tenete segreto il progetto? «Abbiamo già trovato un finanziamento e metteremo in atto questo progetto, realizzando un auditorium nella zona Asi». Problema del traffico e dell’intasamento di via Terlizzi per l’insediamento dei cittadini nelle nuove zone di espansione. Non si poteva realizzare un park & ride come a Bari, utilizzando dei bus navetta che permettessero ai cittadini di arrivare in centro senza usare l’automobile? «L’esperimento lo abbiamo tentato lo scorso anno, ma ci è andata male, lo riproporremo e cercheremo altre soluzioni. E poi i cittadini vogliono venire tutti in centro con la macchina e io devo soddisfare i loro desideri. Cerco sempre di soddisfare ciò che i cittadini chiedono». Ma questo è populismo deteriore come quello del suo presidente Berlusconi, non si può dire sì a tutto ciò che i cittadini chiedono. Sarebbe invece auspicabile un piano dei trasporti urbani? «Non è populismo è attenzione alle esigenze dei cittadini e questo è il mio compito. Un piano dei trasporti è auspicabile, ma al momento non è prioritario rispetto ad altri interventi che dobbiamo realizzare». I cittadini che si sono insediati nelle nuove zone di espansione hanno pagato per le opere di urbanizzazione primarie e secondarie, ma finora non hanno visto nulla. I ritardi nella realizzazione delle opere, non comporterà un costo maggiore per il Comune? «Stiamo facendo le strade e le altre opere di urbanizzazione, non ci sono ritardi e questi quartieri fra poco saranno perfettamente funzionanti da tutti i punti di vista». Ma la mancanza di un piano dei servizi, non comporta maggiori disagi per i cittadini? «Certo, questo è importante e siamo in ritardo, ma il piano dei servizi rappresenta una priorità per questa amministrazione e nei prossimi giorni ci attiveremo per portarlo a termine». E il piano commerciale, non sarebbe ora di venire incontro alle esigenze degli operatori locali sotto pressione per la concorrenza degli ipermercati e dei grossi centri commerciali della zona Asi? «Anche questo è prioritario. Cominceremo sistemando Corso Umberto con un progetto già approvato e in via di realizzazione nelle prossime settimane». Abbiamo accennato alla zona Asi, non crede che l’area di insediamento industriale sia cresciuta in modo disordinato e tra l’altro non abbia portato una grande sollievo alla disoccupazione locale? «Alcune decine di posti di lavoro, anche se precari, sono stati concessi, ma la crescita disordinata non è colpa del Comune. Resta il fatto che avere una zona industriale di questo tipo non può che essere positivo. Ma io punto soprattutto al nuovo Pip (piano di insediamento produttivo) per consentire l’insediamento delle piccole e medie imprese e qui il Comune giocherà un ruolo determinante». Ma la nuova zona Pip si trova sulle lame ed è a rischio idrogeologico in caso di inondazione, un problema che Quindici ha sollevato più volte?«Ricordo che il problema dei nostri contadini era quello della siccità non delle inondazioni, ma forse il cambiamento climatico può aver modificato la situazione. Stiamo studiando il problema e troveremo una soluzione, ma la zona Pip si farà, è inutile che l’opposizione di sinistra si inventi argomenti pretestuosi ». Molfetta, malgrado tutti gli sforzi dell’Asm, resta una città sporca, come rimediare? Non crede che Molfetta sia una città poco vivibile? “Non credo sia una città sporca, soprattutto a confronto con i paesi vicini, stiamo facendo uno sforzo per migliorare tutto e ci riusciremo. Una città invivibile? Assolutamente no, provi ad andare ad Andria e dintorni e faccia la differenza». Bilancio comunale, come è andata a finire la storia dei derivati? Il Comune ci ha rimesso con questa operazione? Come stanno le casse comunali? «Anche qui il Comune di Molfetta è in una posizione di eccellenza, siamo usciti in tempo dai derivati e ci abbiamo anche guadagnato 270mila euro, mentre gli altri ci hanno rimesso. Ho guardato l’euribor e ho deciso che era il momento di venire fuori. Per il resto siamo uno dei Comuni più virtuosi e questo è tutto merito della politica di risanamento avviata da me dopo i disastri compiuti dal mio predecessore Tommaso Minervini che oggi qualcuno considera il leader del centrosinistra. Se lo tenessero pure. A noi ha fatto solo danni, quando ha governato la città». Infine la sicurezza, un altro cavallo di battaglia di Quindici. Molfetta è una città sempre più insicura e a rischio di illegalità. Cosa fa l’amministrazione comunale? E, guarda caso, alcuni fenomeni delinquenziali sono avvenuti a danno proprio dei venditori ambulanti di frutta e verdura, col rischio di una guerra fra loro. «La sicurezza non è compito nostro, ma delle forze dell’ordine che fanno il loro dovere». Anche i vigili urbani, controllando le condizioni igieniche delle bancarelle degli ambulanti ed eventuali occupazioni abusive di suolo pubblico? «Certamente, anche loro fanno il proprio dovere». Come commenta il risultato delle elezioni provinciali che ha visto il centrodestra con nessun consigliere eletto. E’ stato un errore politico aver lasciato che ci fossero tanti candidati degli altri partiti del centrodestra? «Dovevamo fare di più come Pdl, ma, è vero, c’erano troppi candidati del centrodestra e non potevamo costringere gli altri partiti della coalizione a non portare i propri rappresentanti. Ci piace essere leali. Il risultato, purtroppo, è stato quello di non avere nessun rappresentante alla Provincia. La prossima volta ci organizzeremo meglio. Comunque mi aspettavo di più dagli elettori del centrodestra. Tra l’altro la coincidenza delle Provinciali con le Europee ha creato un po’ di confusione nell’elettorato. Ma complessivamente il centrodestra ha ottenuto un grosso risultato». Nessun problema nella maggioranza? Nessun attrito fra i partiti della coalizione, dopo questo risultato? «Assolutamente no. Il numero di voti ottenuto complessivamente rafforza la coalizione e smentisce le voci di divisioni nella maggioranza». Fin qui l’intervista al sindaco Antonio Azzollini, che si considera abbastanza soddisfatto della sua azione di governo e anche delle vicende quote rosa e caserma della capitaneria. Nessun errore commesso. A sbagliare è solo il centrosinistra che «non sa fare opposizione e fa solo danni alla città e i cittadini l’hanno capito e ci confermano la loro fiducia. Il resto sono solo chiacchiere e timidi tentativi di darsi un ruolo, per nascondere la nullità assoluta». A noi resta una sola considerazione da fare: ma stiamo parlando della stessa città? Con quali occhi la vede il sindaco? Forse con quelli romani.

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