Azzollini mette la sua firma sulla legge quadro in materia di contabilità e finanza pubblica
Il cosiddetto "Ddl Azzollini", approvato in prima lettura a Palazzo Madama
MOLFETTA -Un comunicato del locale Popolo della Libertà dà notizia del lavoro che il senatore-sindaco Azzollini sta conducendo al Palazzo Madama, la pubblichiamo integralmente:
"Le manovre finanziarie da ora in poi saranno snelle, daranno stabilità ai conti
pubblici e garantiranno un maggiore coordinamento con gli enti pubblici". Antonio
Azzollini (Pdl), presidente della V Commissione Bilancio, illustra così lo spirito
generale che ha ispirato la "Legge quadro in materia di contabilità e finanza
pubblica nonché delega al Governo in materia di adeguamento dei sistemi contabili,
perequazione delle risorse, efficacia della spesa e potenziamento del sistema dei
controlli", approvata al Senato nella tarda mattinata di ieri.
Il cosiddetto "Ddl Azzollini", approvato in prima lettura a Palazzo Madama, contiene
una riforma storica del bilancio dello Stato non solo perché la Legge Finanziaria da
ora in poi si chiamerà Legge di Stabilità: la riforma - della quale il sindaco di
Molfetta è stato proponente e relatore - va a modificare radicalmente una legge di
contabilità che sta in piedi dal 1923 e da allora non era mai stata cambiata. In
sostanza, la riforma Azzollini evita che la manovra finanziaria di Bilancio si
trasformi in una sorta di mega legge "matrioska", con leggi che contengono altre
leggi ed emendamenti di difficile interpretazione per gli operatori economici e per
i cittadini.
Grazie a questa riforma, quindi, la Legge di Stabilità sintetizzerà la manovra di
bilancio varata dal Governo in poche tabelle, individuando le cifre relative a
grandi aggregati finanziari e lasciando le norme di sviluppo ad altre leggi, i
cosiddetti "collegati". In altre parole, il Governo definirà un generale quadro
contabile entro il quale potranno articolarsi misure per lo sviluppo economico.
La riforma ha messo d'accordo maggioranza e opposizione. Dopo il voto bipartisan sul
Federalismo Fiscale di pochi mesi fa, ancora una volta il senatore Antonio Azzollini
ha dato prova di grande dialogo mettendo in cantiere una riforma importantissima per
il Paese con il metodo della partecipazione. Il gruppo dell'Udc e del Pd hanno
votato favorevolmente. Persino, l'Italia dei Valori si è astenuta riconoscendo la
presenza "parti condivisibili della necessaria riforma".
"Il Senato si sta apprestando a votare una riforma importante, portata avanti in un
clima costruttivo e dialogante" ha affermato Azzollini in aula poco prima del voto,
ringraziando anche i gruppi di opposizione "che hanno contribuito all'elaborazione
del testo in modo concreto e responsabile". Apprezzamenti e applausi sono giunti da
parte dell'intera Assemblea all'indirizzo del senatore Azzollini, che già si era
contraddistinto per la sua capacità di dialogo in occasione della riforma del
Federalismo Fiscale.
COSA PREVEDE IL DDL AZZOLLINI
La riforma approvata ieri mattina dal Senato è da tutti considerata una vera e
propria "rivoluzione" per i conti pubblici. Il punto centrale della riforma è la
ridefinizione dei rapporti tra Parlamento e Governo in materia di finanza pubblica,
poiché si affidano al primo i poteri di programmazione e di controllo delle
politiche realizzate dall'Esecutivo. Inoltre, La triennalizzazione della manovra
finanziaria, realizzata dalla legge di stabilità e dalla legge di bilancio,
raccoglie le sollecitazioni prodotte dalla Commissione europea nel senso di porre in
essere strumenti di programmazione finanziaria di medio termine.
"Negli ultimi anni l'Italia ha intrapreso numerose iniziative finalizzate alla
diminuzione e alla razionalizzazione della spesa pubblica per adempiere agli
obblighi comunitari senza aumentare il carico fiscale e senza incrementare il debito
pubblico, già elevato" ha spiegato in aula, il senatore Azzollini. "Occorre tuttavia
che ciò avvenga nel quadro di una programmazione pluriennale e mediante l'adozione
di misure che non abbiano carattere episodico, come in qualche occasione è accaduto
sull'onda di condizionamenti esterni. Tale modo di procedere rischia infatti di
compromettere l'efficienza del Parlamento e di sottoporre a vincoli eccessivi
l'attività del massimo organo rappresentativo della collettività. Occorre dunque, da
un lato, riconsiderare una linea di azione incentrata sulla compressione di spese
caratterizzate da fattori discrezionali, che rischia di compromettere l'efficacia
delle misure di sicurezza o il necessario supporto informativo ai senatori,
dall'altro intraprendere un'azione conoscitiva volta ad individuare le eventuali
duplicazioni organizzative, le aree di sovrapposizione gestionale e, ove esistano,
gli sprechi".
La riforma modifica anche le scadenze che fino a oggi scandivano l'approvazione
della legge di bilancio: il nuovo 'timing' della finanziaria viene anticipato alla
primavera; la Ruef, la Relazione unificata sull'economia e la finanza pubblica che
aggiorna le previsioni per l'anno in corso alla luce della manovra approvata l'anno
precedente, dovrà essere presentata alle Camere entro il 15 aprile. Il Dpef (il
Documento di programmazione economica e finanziaria) verrà sostituito dalla Dfp
(Decisione di finanza pubblica), le cui linee guida saranno predisposte e inviate
alle amministrazioni locali entro il 20 luglio e non più entro la metà di giugno. La
Dfp sarà invece presentata in Parlamento entro il 20 settembre. Entro il 15 ottobre
infine il ministro dell'Economia presenta il disegno di legge di bilancio di
previsione dello Stato e la nuova finanziaria che riconduce le previsioni agli
obiettivi per l'intero triennio di programmazione. La legge di stabilità avrà
quattro tabelle allegate e non più sette come era previsto per la vecchia
finanziaria. I ddl 'collegati' dovranno essere presentati alle Camere entro il 15
novembre.