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Audioricordi: il teatro di Campanile a Molfetta
17 febbraio 2007

MOLFETTA - Domenica 18 febbraio alle ore 21:00 si terrà l'esordio al pubblico di Audioricordi, uno studio teatrale di Giulio Bufo liberamente ispirato a "La vita in campagna è tutt'altra cosa" di Achille Campanile. Sul palco Giulio Bufo , nel ruolo di Serenello, Giulio Ricotti nel ruolo di Amleto e Rino De Pietro in una partecipazione straordinaria nel ruolo di Don Alessio. Con Giulio Bufo (Serenello) e Giulio Ricotti (Amleto), alla scoperta della gestazione di questo studio teatrale nato per caso, ma elaborato con estrema accuratezza nei suoi dettagli minimi ed essenziali. Uno studio sperimentale di quello che viene definito teatro di narrazione, in sostanza si tratta di una storia d'amore che viene raccontata e sceneggiata nel suo esprimersi al pubblico, una scrittura drammaturgia in continuo divenire che porta a correzioni continue, evoluzioni interiori di ciascun personaggio che cambia proprio quando lo abbiamo “afferrato”. L'emblematica figura di Amleto è quella di un personaggio mutevole come mutevole è l'attore dalle molteplici esperienze. Ricotti, alias Amleto, è nei panni di un musicante che diviene attore…che attore non è. Infatti, Giulio Ricotti nasce come scrittore per tornare musicista nel progetto “Ironique” e poi piombare in questa realtà realisticamente surreale dello spettacolo “Audioricordi” di Giulio Bufo. Giulio Bufo, invece, vanta un curriculum di attore “incallito”. La laurea al Dams di Bologna, i laboratori teatrali al Kismet e gli spettacoli a sfondo politico lo hanno portato all'approdo di una storia dai toni tanto intimi quanto forti. Importante anche la partecipazione di Rino De Pietro (Don Alessio), quale voce fuori campo nello spettacolo. L'esperienza teatrale di De Pietro dà un forte contributo alla peculiarità sonora che vede l'attore presente in scena solo con la voce. Un lavoro nato in soli cinque- sei mesi e interessante per la sua peculiarità sperimentale che ha ridotto all'osso i comuni denominatori di ogni spettacolo, persino la scenografia è assente. Gli elementi simbolici presenti sulla scena sono: due cassette di frutta, la chitarra adoperata da Amleto, un mazzo di carte e degli ortaggi che assolvono ad ogni funzione pratica, basti pensare che il portacandela è una melanzana. Insomma, un minimalismo estremo che riassume con poco e col simbolo il senso agreste di una vita e di un amore che ha i giorni contati. Il regista racconta: "Audioricordi è un racconto d'amore, un avventura da vacanza estiva, una storia nobile e borghese, nel romanzo originale, che diventa lurida e sporca nella versione teatrale. Un'ora di ironia sull'amore e sul corteggiamento, velata di romanticismo e poesia. Un'ora in cui l'ironia di Campanile si accompagna alla verve comica e surreale dell'attore e regista ed alle sfumature musicali del chitarrista, un musicista che per l'occasione diventa attore e personaggio".
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