Associazione Don Tonino Bello per la solidarietà pellegrinaggio alla tomba del Servo di Dio
Come una traccia indelebile nel cuore. Molteplici le sensazioni, un solo protagonista: don Tonino Bello. Ogni volto rivelava un’emozione durante il momento di preghiera che l’Associazione «Don Tonino Bello per la solidarietà » ha organizzato sulla tomba di don Tonino (la sala consiliare dell’associazione), come ogni anno, conclusosi con alcune donazioni di generi di prima necessità alla Fondazione «don Tonino Bello» di Alessano. Il vertice più toccante del pellegrinaggio, la canzone «La lampara », la poesia di don Tonino musicata e prodotta per l’associazione dal compositore Luciano Salvemini, pianista, arrangiatore ed esperto di tecnologie digitali. In questo modo, il musicista ha anche esaudito una richiesta personale di don Tonino che lo aveva invitato a musicare qualche suo componimento o preghiera (in realtà, Salvemini aveva già musicato una intensa meditazione tratta dagli «Scritti vari», la stessa che campeggia sul lato destro dell’ingresso del cimitero). Le voci di Ester Facchini, soprano, e di Felice Altomare, attore molfettese, hanno cantato e recitato «La lampara», accompagnata dal delicato balletto di Anna Mezzina, una significativa coreografia sulla tomba di don Tonino, dolce e intensa, quasi rituale, introdotta e chiusa dal suono delle onde. «La fede non sta nelle cose, ma nel cuore», la profonda testimonianza di Anna Mezzina, che ha trovato in don Tonino un porto sicuro di fronte al dolore e alla sofferenza. Dopo le parole della poesia musicata, «L’ala di riserva », la presidente dell’associazione, Francesca de Gennaro, commossa dall’emozionante momento, ha regalato agli associati e agli amici accorsi all’incontro una importante testimonianza. Quella del sig. Pasquale Samarelli, che ha perso la moglie proprio dopo una visita alla CASA di Ruvo, la comunità di recupero per tossicodipendenti fondata da Tonino (proprio per questo partecipa alla celebrazione eucaristica ogni domenica al centro): durante un pellegrinaggio a Medjugorje, un orfanello del posto ha indicato in modo inaspettato la medaglie che il sig. Samarelli portava e porta ancora al collo, l’immagine di don Tonino, e subito tra i due è scattato, con grande sorpresa dei presenti, un particolare legame di fiducia. Hanno bevuto insieme dell’acqua e spezzato del pane: e a molti è sembrato di rivedere alcuni gesti dell’ultima cena. Inoltre, in occasione del pellegrinaggio di quest’anno, il sig. Samarelli ha lasciato all’albero di ulivo vicino la tomba di don Tonino (quello piantato al momento della sepoltura) una frasca di ulivo, con cui orna ogni anno l’ambone della Cattedrale di Molfetta per la domenica delle Palme. Una sua personale tradizione iniziata su invito di don Tonino, con cui aveva stretto una particolare amicizia per alcune vicende familiari. Presente all’incontro anche Trifone Bello, che non solo ha ringraziato l’associazione per l’attività di solidarietà svolta nel nome del fratello Antonio, soprattutto per i poveri e i bisognosi, ma ha annunciato che nel 2013 dovrebbe concludersi la parte diocesana del processo di beatificazione di don Tonino, fascicolo che poi sarà trasmesso al Vaticano alla Sacra Congregazione delle Cause dei Santi. Non sono mancati anche i saluti dei frati francescani di Assisi, portati dalla prof. ssa Emma Mastropasqua. Lo stesso Trifone ha accesso la lampada che la presidente de Gennaro ha acquistato lo scorso anno dopo un viaggio ad Auschwitz. Una lue piccola, ma incessante, proprio come la figura di don Tonino, testimone concreto e vivente del messaggio pasquale del Cristo risorto. Anche per questo l’associazione è alla ricerca di una sede adeguata che permetta di svolgere non solo l’attività di volontariato, ma anche quella di formazione e testimonianza. M.l.F.