“Appaltopoli”, la maggioranza del sindaco Minervini scricchiola. DOMANI FOTO, NOTIZIE, COMMENTI SUL MENSILE “QUINDICI” IN EDICOLA
Pasquale Mancini in una foto di archivio quando era assessore della giunta Minervini
MOLFETTA – Lo scandalo “Appaltopoli” con l’arresto di 16 persone e 41 indagati tra politici, imprenditori e dipendenti comunali, fra cui spiccano l’ex assessore ai Lavori pubblici Mariano Caputo, la consigliera comunale di Forza Italia Sara Castriotta e il dirigente comunale Orazio Lisena, oltre al sindaco di Molfetta Tommaso Minervini, solo indagato, comincia ad avere ripercussioni all’interno della stessa maggioranza.
E’ di oggi la comunicazione di Pasquale Mancini, già coordinatore delle liste civiche “Noi” che chiede una immediata verifica politica di fronte alla grave situazione verificatasi.
«Al netto delle responsabilità personali e confermando assoluta fiducia nell’operato di questa magistratura, c’è un dato di rilevanza politica che impone una riflessione rapida e profonda – scrive Mancini -. A cui una classe dirigente non può sottrarsi. A cui noi, se vogliamo definirci tale, non dobbiamo sottrarci».
Al di fuori del politichese, è un invito a prendere posizione sulla vicenda sulla quale non si può tacere.
In realtà ogni silenzio diventa politicamente imbarazzante soprattutto per chi non vuole essere associato a presunti illeciti che indirettamente coinvolgono la maggioranza. Silenzio da parte delle liste civiche, silenzio da parte dell’opposizione di destra (Forza Italia, la candidata sindaca Isa de Bari, l’ex sindaco Antonio Azzollini), silenzio da parte del consigliere regionale Saverio Tammacco.
Un silenzio assordante anche da parte del Pd, già spaccato fra chi voleva continuare l’esperienza amministrativa per non perdere le poltrone e chi voleva uscire dalla maggioranza e oggi, dopo lo scandalo si trova in una posizione di forza, mentre Piergiovanni, Facchini, l’assessore Gabriella Azzollini e Piero de Nicolo, si trovano in forte imbarazzo e sotto accusa per aver sostenuto una maggioranza che oggi si trova al centro di uno scandalo che ne compromette la stabilità.
A questo punto cosa faranno i Pd “governativi”, chiederanno anch’essi le dimissioni del sindaco Minervini, che non intende lasciare la poltrona, oppure andranno via con la speranza di essere riaccolti all’interno del centrosinistra, dove dovranno comunque pagare un prezzo alto per la sconfitta morale subita.
Insomma, la maggioranza di Minervini scricchiola e il Pd con essa.
Che si fa per una poltrona!
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