Antonio Camporeale: il vero riformista è il Pdl non la sinistra, ecco perché ho cambiato pelle
Ci manca la Camera! E sì, dopo l’ultima tornata elettorale, quella che ha acclamato presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, c’è una nota che ci preme sottolineare concernente il panorama politico cittadino, parliamo dell’ennesima “perla” del senatore e sindaco Antonio Azzollini. Infatti egli ha avuto l’abilità di conseguire il suo obiettivo minimo (l’elezione a consigliere regionale di Camporeale), perdendo la supremazia politica cittadina. E’ così che si può sintetizzare il risultato della campagna elettorale impostata dal deus ex machina del PDL nostrano. Ci riferiamo alla elezione in seno al Consiglio Regionale del prof. Antonio Camporeale, altro tassello nella gestione del potere politico-economico da parte di Azzollini. Siamo andati a trovare il neo consigliere presso lo studio del senatore a Molfetta, per conoscerlo e capire come intende operare durante il suo mandato sullo scranno di via Capruzzi. Professore è stata lunga la strada dal giorno in cui il gruppo capeggiato dal senatore e che l’ha vista sempre protagonista, ha compiuto la svolta liberale! «Sì è vero, abbiamo lavorato duro, mettendoci sempre a disposizione della gente, cercando di non deludere mai le aspettative, a volte ci siamo riusciti a volte no, ma la cosa fondamentale che intendo sottolineare è che presi quella decisione perché ritenni, ed il tempo non mi ha smentito, che le vere forze riformiste nel nostro Paese si richiamano all’azione politica del PDL». E’ questa la bussola della sua azione politica? «Sì, infatti sono molto vicino alle esigenze del mondo produttivo, agli operai e agli impiegati che dedicano buona parte della propria vita con le loro abilità, intelligenza, preparazione, a svolgere la propria attività lavorativa contrassegnati dal criterio “del buon padre di famiglia”, a tutti coloro che nel tempo sono stati in grado di costituire aziende in grado di recepire le aspettative dei suddetti soggetti, ai giovani per i quali mi batterò affi nché abbiano un futuro certo nella nostra terra, agli emigrati che cercherò pur stando all’opposizione di riportare qui affi nché le loro esperienze vengano valorizzate e risultino essere il valore aggiunto del nostro territorio, in questo senso va inquadrata la costruzione delle due torri alla zona PIP». E’ stato l’argomento principe della sua campagna elettorale? «Sì, penso che le battaglie che riguardino il mondo del lavoro e della produttività siano quelle più vicine all’esigenze della gente, che ha ben recepito i miei messaggi e mi ha premiato, preciso che io mi sento pienamente rappresentativo non solo di Molfetta ma di tutto il territorio che mi ha premiato elettoralmente ». Quale sarà il suo ruolo rispetto alla nostra comunità? «Con i poteri legittimi di chi siede tra i banchi dell’opposizione, vorrò occuparmi di quei provvedimenti che giacciono nei cassetti bloccati dalla burocrazia, ad esempio quello che concerne lo sminamento del porto, l’elaborazione che preveda la costituzione della nuova zona ASI nella zona compresa tra i comuni di Bitonto, Giovinazzo, Molfetta». Il responso elettorale ha decretato che il PDL a Molfetta non è più egemone… «Il mio risultato è stato davvero importante, i candidati del centrosinistra molfettese hanno invece usufruito dell’onda lunga vendoliana per riscuotere un ristoro dalle urne». E’ stato diffi cile cercare il consenso della gente sapendo, sondaggi alla mano, che il candidato alla presidenza della sua coalizione era in deciso svantaggio? «Noi ci abbiamo sempre creduto, indipendentemente da quello che potevano pronosticare i sondaggi rispetto alla elezione del presidente». Da che parte stavate rispetto alla scelta del candidato alla presidenza Rocco Palese? «Non è un mistero che abbiamo cercato fi no alla fi ne di poter raggiungere una sintesi utile ad allargare l’alleanza politico-elettorale alle forze di centro, Palese per noi era un candidato degno, ma se lo scopo preminente era quello di vincere l’elezioni, era chiaro, dovevamo prendere altre direzioni». Ora cosa succede in seno al partito a livello regionale? «Aspettiamo le valutazioni con le relative decisioni che ci perverranno dalla direzione nazionale, poi si riunirà la segreteria regionale e si prenderanno le dovute decisioni».