AMMINISTRATIVE A MOLFETTA. Impietosa analisi del voto: quello che gli altri non dicono. I DATI DEFINITIVI
A fine settimana sarà in edicola anche la rivista mensile “Quindici” con tutte le preferenze dei candidati consiglieri, con commenti e approfondimenti sulla tornata elettorale in vista del ballottaggio del 25 giugno
MOLFETTA – Scontato il ballottaggio il 25 giugno fra Tommaso Minervini e Isa de Bari nelle amministrative a Molfetta (nella foto, una bella elaborazione grafica del nostro Alberto Ficele, sui 5 candidati sindaci), comincia a delinearsi lo scenario futuro dello scontro fra i due che sarà sicuramente all’ultimo sangue. Come “Quindici” ha anticipato, il sen. Antonio Azzollini - vero candidato sindaco, mentre Isa è solo una portavoce, come si è visto durante la campagna elettorale, quando si presentava ai confronti con i foglietti (redatti da altri?) – pescherà nel ciambotto di Tommaso per cercare di recuperare qualche suo colonnello e vincere al ballottaggio.
La De Bari, anche per le ragioni dette prima, non poteva essere un candidato vincente, ma con la fuga dei colonnelli che sono andati a fare la fortuna di Tommaso, a conti fatti, è andata meglio di Ninnì Camporeale un candidato sbagliato che confluito anch’egli nel ciambotto (ma si considera di destra o di sinistra?), dopo la delusione del 2013, “tradendo” il senatore.
La vittoria, almeno sul piano numerico di Tommaso (45,86%) contro il 31% di Isa, appare comunque mutilata e dovrebbe destare già preoccupazioni per il candidato del ciambotto, perché l’armata brancaleone di destracentro ha ottenuto circa 1.000 voti in più del candidato sindaco e questo la dice lunga su come Minervini sarà ostaggio dei suoi consiglieri e delle sue liste.
Si profila, in pratica, uno scenario di instabilità in un caso e nell’altro.
Gianni Porta ottiene un buon risultato con il 16%, ma non serve ad arrivare al ballottaggio che, invece, con l’apporto di Bepi Maralfa e Leonardo Siragusa – i quali col 4,3% e 3,7% rispettivamente sono fuori -, avrebbe offerto sicuramente qualche chance in più.
La scelta di Rifondazione di non fare accordi con nessuno, volendo imporre il proprio candidato Porta, come “Quindici” aveva previsto, serviva solo a raddoppiare il numero dei consiglieri. E questo si sta verificando a tutto danno di Sinistra italiana che non vedrebbe nemmeno l’elezione di Paola Natalicchio.
Ed è lo stesso ex sindaco a commentare con amarezza: “un risultato dopato a favore di Rifondazione”. Il Pd ottiene un risultato fra i peggiori d’Italia e viene bocciato dagli elettori. Per fortuna, la presenza di Nicola Piergiovanni con il suo boom di voti con oltre 900 preferenze, ha raddrizzato le sorti del malandato Pd di Piero de Nicolo. Poco influente anche l’apporto dei Giovani democratici, passati anch’essi a destra nel ciambotto. Non sarebbero andate bene le cose nemmeno per Saverio Patimo, in calo di consensi.
La stessa Natalicchio ha aggiunto che l’orientamento di Sinistra italiana è quello di non votare al ballottaggio fra due destre, comunque sarà il candidato della coalizione Gianni Porta a fare sintesi. Sicuramente la destra avrà difficoltà a governare con una coalizione così eterogenea, che, secondo Paola, lontana dai bisogni dei cittadini.
La vittoria di De Bari penalizzerebbe sul fronte ciambotto la lista Officine di Pasquale Mancini, che non entrerebbe in consiglio.
Pino Amato che nessuno voleva, ha confermato la sua dote elettorale; stessa cosa dicasi per Carmela Minuto. Buon risultato anche per la coppia Peppino de Nicolò e Gabriella Azzollini. Confermati i grandi consensi (si parla di circa 400 preferenze) anche per il consigliere uscente Pietro Mastropasqua, ex Forza Italia, aggregatosi a Tommaso in una nuova veste di centrosinistra in salsa emiliana. Purtroppo dall’ufficio elettorale del Comune non filtra nulla in proposito.
Non sembra infine scongiurato il pericolo dell’anatra zoppa (sindaco con una maggioranza diversa in consiglio comunale), ipotesi ventilata già dopo le elezioni del 2013 con Paola Natalicchio, se la coalizione di Tommaso supera il 51% e Isa de Bari viene eletta al ballottaggio, il pericolo sussiste. Nel 2013 il cosniglio di Stato evitò l'ipotesi considerando che la maggioranza della Natalicchio non aveva superato questa soglia.
Infine, una considerazione. Vince chi ha più disponibilità economica: Tommaso Minervini ha speso una barca di soldi (chissà chi sarebbero i suoi finanziatori?) e Antonio Azzollini ha investito tutto quello che era possibile (e anche di più, sapendo di avere una candidata debole e politicamente poco preparata che fugge davanti ai giornalisti. In verità, anche la coalizione di Tommaso ha preferito sponsorizzare qualche giornalista amico e rifuggire quelli scomodi di “Quindici”, mentore il suo suggeritore Tammacco che da tempo teme le nostre penne. Ma ci ha sorpreso la capacità di spesa di Leonardo Siragusa: una valanga di soldi che gli hanno evitato di fare una figura peggiore (anche qui, misteriosi finanziatori?).
Con queste premesse il ballottaggio dovrebbe essere al calor bianco. “Quindici” seguirà, come sempre liberamente, anche quest’ultima partita che si annuncia molto interessante.
Intanto continuate a seguire l’aggiornamento dello scrutinio nella nostra pagina elettorale, mentre vi diamo appuntamento sulla rivista mensile “Quindici” in edicola a fine settimana con tutte le preferenze dei 412 candidati, con approfondimenti e commenti: quello che gli altri non dicono.
Questa sera, inoltre, il nostro direttore Felice de Sanctis sarà ospite di Telesveva per commentare in studio i dati elettorali.
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