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Altri arrivi al Centro di Recupero Tartarughe Marine del Wwf Molfetta
23 febbraio 2012

MOLFETTA - Registrati nuovi arrivi, negli ultimi giorni, al Centro di Recupero  Tartarughe Marine del Wwf Molfetta. Nel fine settimana, infatti, sono giunte due tartarughe, entrambe della specie caretta caretta.
La prima  è stata recuperata dal Nucleo Sommozzatori dei Vigili del Fuoco di Bari, su segnalazione di un cittadino che aveva notato, in zona Canalone, il rettile spiaggiato e con il carapace ricoperto gran parte da sabbia. Alle operazioni di recupero hanno partecipato medici veterinari della Asl e personale della Capitaneria di Porto di Bari. L'esemplare, che presentava un principio di ipotermia, è stato prontamente trasportato al centro molfettese per le cure del caso.
Il secondo spiaggiamento è avvenuto a Monopoli dove personale della locale Capitaneria di Porto ha recuperato un esemplare in situazioni di salute molto critiche. La tartaruga, che presentava una grave infezione ad entrambi gli occhi (ormai cieca), era in balia delle onde e necessitava, dunque, di soccorso immediato.
I volontari del Wwf Molfetta, inoltre, nei prossimi giorni saranno parteciperanno alla manifestazione Art & Ciocc. In corso Umberto sarà allestito uno stand informativo sulle attività del Centro di Recupero oltre che su monitoraggi e progetti del Wwf.
Intanto la pagina facebook del Wwf Molfetta, nelle ultime due settimane, è stata visitata da oltre 2216 persone (oltre il 542,6% dei visitatori abituali).
Il responsabile del Wwf Molfetta, Pasquale Salvemini, sottolinea:  "Un impegno, il nostro, per la salvaguardia del territorio e degli animali che aumenta giorno dopo giorno ".

 

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Le tartarughe sono tutte in pericolo e la specie più minacciata è la “tartaruga franca” del Pacifico orientale. Sorprendentemente, proteggere le giovani tartarughe non è una misura sufficiente a garantire la loro sopravvivenza. Puerto San Carlos, Messico. Qui, lungo la costa pacifica della penisola della Baja California, una festa – che sia la Pasqua, un compleanno, l'arrivo di ospiti importanti – richiede tradizionalmente la preparazione della “caguama”, la tartaruga. Gli abitanti del posto attribuiscono a questo animale anche proprietà medicinali. La varietà più gustosa, secondo molti, è la tartaruga franca, o verde, del Pacifico orientale. Ma in teoria questa specie, una delle cinque tartarughe marine della costa messicana sul Pacifico, sarebbe intoccabile. La sua uccisione è severamente vietata dallo US Endangered Species Act del 1978 e dalla legge messicana a partire dal 1990. Non riponendo soverchia fiducia nel potere dissuasivo delle leggi, ogni anno scienziati, volontari e persino pattuglie dell'esercito si accampano lungo le spiagge del Messico meridionale dove nidifica la tartaruga franca per impedire a cacciatori di frodo e predatori di impadronirsi delle uova da cui nasceranno le nuove generazioni di animali. Nonostante la sorveglianza, il numero di femmine adulte che tornano alle spiagge di nidificazione è sceso dalle 1280 del 1990 a sole 145 nel 2000. Perché questo drastico crollo? E' noto ormai da decenni che gli abitanti dei villaggi di pescatori di tanto in tanto mangiano la tartaruga franca, ma nuove indagini stanno rivelando che a questa tradizione, nel provocare il gravissimo declino di questo animale, si aggiunge il furto di uova. Scienziati dell'Università autonoma della Baja California stimano che in questa zona i bracconieri uccidano fino a 30.000 tartarughe franche ogni anno. Lo studio rivela che la domanda proviene in gran parte da persone in posizione di autorità – politici, insegnanti e militari – che hanno denaro a sufficienza per permettersi questo manicaretto e il potere di sfuggire alle conseguenze legali. Una tartaruga adulta vale da 50 a 200 dollari. E' senza dubbio un serio incentivo a catturare le tartarughe al posto dei pesci e dei crostacei più comuni lungo queste coste. “La legge esistente è adeguata, il problema è che non viene fatta rispettare”. – Guarda un po': tutto il mondo è paese? Allora?
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