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Allarme coldiretti in 30 giorni +461,88% pioggia in più rispetto al 2015; drammatici effetti sui campi
16 giugno 2016

BARI - Drammatici gli effetti sui campi delle piogge torrenziali che hanno a più riprese colpito la Puglia fino a qualche giorno fa con un +461,88 delle precipitazioni rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. A differenza del maggio 2015, considerato uno dei più caldi di tutti i tempi, dal 9 maggio 2016 fino al 5 giugno 2016 sono caduti 4.207,8 millimetri di pioggia (dati AssoCoDiPuglia), contro i 911 millimetri dello stesso periodo dell’anno scorso.

“Devastanti gli effetti in campagna – dice il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – con il caso emblematico delle ciliegie in provincia di Bari, una produzione andata letteralmente in fumo a causa di alluvioni e grandinate. Non è certamente andata meglio agli asparagi e ai vigneti in provincia di Foggia (foto in allegato), colpiti da nubifragi e per tre volte da grandinate di intensità sempre maggiore. Per questo i campi avranno bisogno di ulteriori lavorazioni, molti dovranno essere riseminati, con incisiva perdita di prodotto e con aumento dei costi dovuti all’acquisto di piantine o sementi, ulteriori giorni di lavoro necessari, e con utilizzo aggiuntivo di macchinari e carburante”.

In alcune aree anche il grano è stato danneggiato da pioggia e grandine. Uno dei fenomeni più frequenti è la slavatura, tecnicamente la perdita di colore e brillantezza della superficie del chicco che spesso diviene più ruvida. “I continui sbalzi termici – denuncia il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - non giovano certamente al settore agricolo. Gli imprenditori si trovano ad affrontare fenomeni controversi, dove in poche ore si alternano eccezionali ondate di maltempo a caldo fuori stagione. E’ stato potenziato il servizio di assistenza tecnica alle aziende per la difesa delle colture dalle avversità meteoriche e dai parassiti e per il supporto alle scelte operative aziendali. In questo contesto è fondamentale riconoscere agli imprenditori agricoli un ruolo incisivo nella gestione del territorio, dell’ambiente e delle aree rurali. Di fronte al ripetersi di queste situazioni imprevedibili diventa sempre più importante il crescente ricorso all’assicurazione quale strumento per la migliore gestione del rischio”.

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I cambiamenti climatici influenzano diversi settori. L'agricoltura è tra quelli maggiormente esposti. Mentre alcune tra le conseguenze previste potrebbero essere benefiche per l'agricoltura in alcune regioni europee, in modo particolare le aree nordiche grazie all'allungamento della stagione di crescita e ai miglioramenti nelle produzioni agricole dovuti a condizioni climatiche più miti, si prevede che la maggior parte delle conseguenze sarà negativa, porterà perdite economiche e avverrà in regioni già sotto pressione a causa di fattori socio-economici e ambientali, come la scarsità d'acqua. Si ritiene infatti che l'aumento della temperatura riduca le rese e la qualità di molte colture, soprattutto cereali e cereali da foraggio. L'incremento delle precipitazioni (in termini di livello, tempi e variabilità) può beneficiare le zone aride e semi-aride, aumentando l'umidità del suolo, ma potrebbe aggravare i problemi nelle regioni con eccesso di acqua, mentre la riduzione delle precipitazioni potrebbe avere l'effetto opposto. La variabilità climatica associata all'aumento termico provoca inoltre rischi in aumento di danni da gelata e da altre avversità estreme, venti forti, ondate di calore, grandine ecc.. In particolare, secondo il Consiglio europeo, gli effetti del cambiamento climatico sulla disponibilità e ripartizione delle risorse naturali condurranno molto probabilmente a un aumento delle turbolenze e dei fenomeni migratori: "La competizione per le risorse naturali – che nelle prossime decadi sarà aggravata dal riscaldamento globale – produrrà molto probabilmente turbolenze e fenomeni migratori in varie regioni del Pianeta". In linea con queste valutazioni, la Commissione europea, nella primavera del 2008, ha riconosciuto il cambiamento climatico come "un pericoloso moltiplicatore in grado di esacerbare tutti gli altri trend, tensioni e fattori di instabilità esistenti".
Da profano trovo un grande equilibrio e oggettiva preoccupazione nelle parole dei signori citati. L'Agricoltura: uno dei settori cruciali dell'Economia complessiva di una Nazione. Sfortunatamente è anche un settore che forse più di altri risente delle varianze legate al clima. Il CLIMA, ormai dovrebbe essere qualcosa di già percepibile da tutti, sta mutando e lo sta facendo con una velocità inusitata. E' colpa dell'ANTROPIZZAZIONE? E' colpa di politiche non sempre adeguate alle circostanze? Nessuno può ancora affermarlo con certezza: l'unica certezza, per ora, è che sta cambiando qualcosa - che è stato ampiamente pronosticato nei decenni passati. Abbiamo superato il limite di non ritorno? Quesiti che ormai diventano 'ordine del giorno'. Abbiamo incominciato, già anni or sono - specie le gentili signore - ad affermare: ..."ormai non ci sono più le mezze stagioni". La primavera e l'autunno, stagioni di transizione che preparavano, chi poteva - ed anche l'Agricoltura - ad attrezzarsi per il caldo (dell'estate) e il freddo (dell'inverno). Abbiamo continuato ad ignorare questo piccolo ma significativo segnale della TERRA, del Pianeta. Riflettere allora e seriamente, su un radicale cambio di passo culturale e comportamentale. Nel frattempo, prepariamoci TUTTI a fronteggiare questa nuova situazione, fra le altre: inevitabili disagi nell'economia, non solo domestica. Questo sperando che venga sensibilizzato anche chi DEVE programmare e realizzare questa modifica strutturale. Solidarietà agli Agricoltori: Lavorano e soffrono un anno intero, per poi vedere tutto vanificato, non - come erroneamente si dice - dai capricci del tempo, ma dalle conseguenze delle nostre, dell'Uomo ...sapiens?, dissennate scelte.
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