A Copenaghen per tre settimane: l’esperienza dei ragazzi del Liceo Fornari
Il quinto anno di liceo. Un anno pieno di sfide, emozioni, esperienze grazie alle quali si creano ricordi indelebili… uno degli anni più belli della mia vita. Un anno anche all’insegna dell’ansia e della preoccupazione dovuta ai tanto temuti esami. Ma prima di pensare al voto della maturità, io e i miei quattordici amici fortunati, abbiamo pensato solo a trarre più insegnamenti possibili dal nostro viaggio in Danimarca, grazie al progetto “Alternanza scuola-lavoro”. Chi l’avrebbe mai detto che una mattina avrei ricevuto un messaggio da parte della vice-preside della mia scuola con su scritto “Quindici di voi potranno soggiornare a Copenaghen e provare l’esperienza lavorativa all’interno di ristoranti, negozi e hotel”. Ho trascorso un mese intero organizzando e preparando tutto quello che mi sarebbe servito durante il viaggio, sempre in attesa di prendere quell’aereo e iniziare l’avventura. Dopo i preparativi, è arrivato il fatidico giorno della partenza, in cui ci siamo catapultati in una nuova dimensione, che mi ha fatto scoprire una nuova cultura, una nuova lingua, una nuova vita. Le esperienze sono state differenti per noi ragazzi: c’è chi ha lavorato in dei negozi e c’è chi ha lavorato in ristoranti. Io, insieme alle mie due amiche che ho chiamato per tutta la durata del viaggio “Le due Enrica”, sono capitata nello “Steel House”, un ostello di lusso, dove l’atmosfera è stata accogliente e meravigliosa dal primo momento in cui ho messo piede nell’ostello, fino al mio ultimo giorno di lavoro. I miei colleghi mi hanno accolto con un grandioso benvenuto, insieme al boss il quale è stato felice di poterci ospitare e insegnarci come svolgere al meglio il nostro lavoro. Munite di divisa e di tanta voglia di imparare, abbiamo preso posto dietro il bancone che separava noi dai nostri clienti, e abbiamo iniziato a entrare nel vivo del viaggio. Servire chi voleva una bibita, un caffè o qualcosa da mangiare, segnare sul registro chi voleva affittare un bicicletta, o fare uso della piscina e della palestra, registrare i check in o i check out, oppure offrire aiuto a chi cercava dei consigli su quali musei visitare o quali ristoranti provare. Solo svolgendo queste piccole azioni, insieme a qualche piccola pausa, sei ore di lavoro giornaliere volavano. Le ore passavano anche grazie alla compagnia degli altri lavoratori, ragazzi e ragazze molto giovani che venivano da tutte le parti del mondo, infatti c’era che veniva dall’Olanda, chi dal Portogallo e qualcuno anche dell’Italia, ho conosciuto solo una persona originaria della Danimarca. Proprio grazie a questa varietà, ho sperimentato al massimo l’uso della lingua inglese, imparando anche qualche parole in danese o in qualche altra lingua madre che chi lavorava con me. Poi c’era la bellezza infinita della città: Copenaghen racchiude in sé tanta storia, tanta cultura e infinite tradizioni diverse. Qualsiasi posto si visitasse, si rimaneva sempre incantati dai dettagli e dai particolari di sculture, quadri, ma anche di intere chiese, parchi o quartieri. Alcuni posti hanno lasciato in me una sensazione di meraviglia inspiegabile, una magia che può essere compresa solo se provata: la bellezza di Nyhavn, il famoso quartiere delle case colorate di Copenaghen, l’imponenza del castello di Rosenborg e del palazzo di Christiansborg e di tutti gli altri palazzi che raccontano le vite di re e regine, la festosità che solo Tivoli trasmette, il parco divertimenti più antico al mondo, e la solennità della grande Cattedrale di Nostra Signora, diventata al giorno d’oggi il comune della città. A fine vacanza ho riordinato tutti i miei pensieri e ho meditato su ciò che avevo vissuto, sulla grande opportunità che ho avuto e su tutto quello che ho imparato… se penso ora al notevole miglioramento della mia conoscenza della lingua inglese, alla città che ho visitato senza perdermi nemmeno un museo, alle amicizie che ho creato con chi ho conosciuto e a quelle che ho rinforzato con i miei amici di classe, alla mia prima esperienza lavorativa che sarà utile quando dovrò arricchire il mio curriculum e tutto il resto che è collegato a questo indimenticabile viaggio, soltanto una frase si presenta subito nella mia mente: sono stata davvero fortunata. © Riproduzione riservata