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“Non sopportiamo la tortura” Campagna di Amnesty International
15 dicembre 2000

La tortura costituisce una violazione dei fondamentali diritti umani, è condannata alla comunità internazionale come un’offesa alla dignità umana e proibita in ogni circostanza dal diritto internazionale. Ciò nonostante continua ad essere praticata quotidianamente e in ogni parte del mondo. Occorrono dunque interventi immediati per affrontare la tortura, e gli altri maltrattamenti inumani e degradanti, in qualsiasi parte del mondo avvengano. Iniziata il 18 ottobre 2000 la campagna mondiale “Non sopportiamo la tortura” di Amnesty Inernational durerà fino al 10 dicembre 2001 e coinvolgerà 60 Paesi. La campagna si propone di sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti di questa terribile pratica, individuare gli strumenti giuridici e d’intervento per combatterla e raccogliere i fondi per perseguire i suoi obiettivi. Per fare ciò è stato approntato un calendario di manifestazioni e appuntamenti. I temi della campagna saranno presentati durante l’anno e metteranno a fuoco: la tortura nel mondo, la tortura sui minori, la tortura sulle donne, la tortura e la discriminazione razziale e sessuale. Tra i sostenitori della campagna vi sono famosi personaggi del mondo della cultura dello spettacolo e dello sport, che offriranno la loro immagine ed esprimeranno la loro solidarietà all’interno di programmi televisivi, e si faranno da portavoce durante gli eventi e le manifestazioni che si svolgeranno durante questo anno. La campagna di Amnesty International denuncia 14 casi-simbolo di violazione dei diritti umani compiuta mediante atti di tortura, avvenuti in Israele e territori occupati, Brasile, Egitto, Austria, India, Iran, Stati Uniti,, Repubblica Democratica del Congo, Argentina, Laos, Kenya, Repubblica popolare cinese, Sierra Leone. Amnesty ha inoltre predisposto un programma per la prevenzione della Tortura, praticata da coloro che operano per conto dello Stato. Amnesty ritiene che la sua applicazione costituirà un segnale dell’intenzione di porre fine alla tortura. Amnesty sta inoltre richiedendo al Parlamento italiano un forte impegno per elaborare una legge contro la tortura, in Italia, infatti non è previsto il reato di tortura, e ciò impedisce di svolgere un’efficace azione per contrastarla. E non consente di infliggere una pene adeguata per questi atti disumani. Amnesty International è convinta che solo la pressione dell’opinione pubblica possa costringere le istituzioni politiche a prendere provvedimenti concreti. Gli attivisti di Amnesty creeranno delle “zone libere da tortura” in tutte le città del mondo mediante un nastro nero-arancio per sensibilizzare tutti i cittadini su questo problema. Clara Spagnoletta
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