“Canto e disincanto”
Poesie di Mariella Sciancalepore
Sarà in libreria il 21 marzo "Canto e disincanto" (Stilo Editrice) seconda raccolta di poesie di Mariella Sciancalepore, giovane autrice molfettese.
Data non casuale e non solo perché in questo giorno si fissa l’inizio della primavera, rinascita della natura, ma anche di speranze e sogni ed emozioni, che tanta materia offrono ai versi, ma soprattutto perché è quella in cui l’Unesco ha deciso sarà festeggiata la “Giornata nazionale della poesia”.
Canto e disincanto è assieme una sorta di romanzo di formazione in versi e un riconoscimento delle proprie radici in una città.
La raccolta, infatti, è divisa in tre parti: spiragli, disincanti e dissonanze, a indicare quasi tre passaggi obbligati – ma sono davvero obbligati e obbligati per tutti? – del divenire adulti.
Gli “spiragli” sono quelli attraverso cui si getta un primo sguardo sul mondo, con gli occhi ancora pieni di aspettative, ma sono anche quelli che la poesia, oggi più che mai, ha il compito di cercare ostinatamente, più spesso di creare – come afferma l’Autrice nella nota introduttiva.
I “disincanti” coincidono – ma non si esauriscono – con la nostalgia della propria città (e di quanto ha rappresentato, “illusioni” giovanili comprese); una nostalgia asciutta, senza rimpianti ma “tenace come una scia acida di sansa tra i capelli”.
Poesia chiave dell’intera raccolta – sempre a detta dell’Autrice – è Venti di luglio, dedicata a Carlo Giuliani. L’oltraggio alla giovinezza perpetrato a Genova nel luglio del 2001 segna un punto di non ritorno: da quel momento si incrina irreparabilmente l’incanto, la storia diventa frattura e la profezia perde le parole (“cosa resta da dire?”)
Da questa nuova consapevolezza nascono le “dissonanze”, poesie che non hanno bisogno di titolo perché non hanno, e soprattutto non cercano, certezze ma semmai si sforzano di trovare “scampoli di bellezza” in un mondo senza più innocenza; poesie in cui una “macchia di sangue indelebile“ può divenire “nuovo respiro per i nostri sogni stanchi” e in cui la consapevolezza che “non possiamo inventare nulla che tutto è stato detto e persuaso” cede il passo a una brama di poesia che “viene a stanarmi le parole”.
Sottesa all’intera raccolta c’è la dimensione affettiva che “ci avvolge e ci salva dagli schemi del giorno”, una “maglietta bianca e assoluta”, da innalzare a oltranza “nei giorni di guerra duratura”.
Quasi una dichiarazione di pace.
Un’ultima notazione, l’introduzione al libro è a cura di Amik Kasoruho, poeta albanese, in Italia dal 1990, con lo status di prigioniero politico, dopo che per la sua attività di oppositore al regime di Enver Hoxha, ha subìto sette anni di carcere e ventitré anni di domicilio coatto in un piccolo villaggio, con l’impedimento di pubblicare alcunché, cosa che ha potuto fare solo in Italia.
Il disegno di copertina è, invece, di Alessandra Giorgio, anche lei giovane artista molfettese.
Il libro sarà presentato venerdì 21 marzo, ore 19, presso la Libreria Pagina Tre.
Lella Salvemini