25 Aprile a Molfetta: il sindaco Azzollini per la “riconciliazione”. Ma cosa significa?
MOLFETTA - Il 25 Aprile, nelle parole del sindaco Azzollini questa mattina in Piazza Garibaldi, dovrebbe essere un giorno di “riconciliazione”. Riconciliazione forse con quella parte del popolo italiano che combatté dalla parte dei repubblichini di Salò, e che già due anni fa le forze politiche della destra molfettese rivalutarono, accomunandola a “tutti i caduti” della seconda guerra mondiale.
Riconciliazione con quelle persone che continuano ad avversare le libertà, che vivono le conquiste della Resistenza italiana pur condannando il confronto a favore dell'imposizione, della monopolizzazione di privilegi e prerogative politiche.
Ma il 25 Aprile non è la festa di tutti. Il 25 Aprile è la festa di quella parte del popolo italiano che lottò contro il nazi-fascismo per riconquistare i diritti di autodeterminazione e partecipazione, per fare della libertà la materia costitutiva della vita di ogni persona.
Il 25 Aprile è la festa di quella gente che ancora “resiste” ai tentativi di far rivivere certi atteggiamenti, certi impulsi che spinsero al delirio di onnipotenza o a vivere all'ombra del potere. Per comodità, per il piacere della passività.
Il movimento antifascista molfettese ha ricordato al nostro sindaco che la sete fascista di monopolio e intolleranza è sempre alle porte, ed è facile scoprirla pur fra le cornici di parole e discorsi applauditi, populisti. E il sindaco non ha tardato ad etichettare le voci dissonanti come indegne, di “poveracci”. Quei “poveracci” che ogni giorno sono costretti a lottare contro la fissità di condizioni già costituite, di una realtà in cui la produzione di merci determina a priori il numero di persone ammissibile all'esercizio di ogni attività particolare, opprimendo la richiesta umana a favore del bisogno commerciale. Perché gli spazi di quella libertà conquistata col sudore, con il sangue versato, le lacrime ancora cadenti, sembrano essere ormai inscritti in una logica di interesse, di profitto, di disprezzo dell'umanità insita in ogni azione, in ogni ricerca di se stessi.
Il 25 Aprile è la festa della Resistenza che ogni giorno uomini e donne conducono contro la mortificazione dell'individualità, contro la reificazione dei valori, la mercificazione delle idee, del pensiero, contro il desiderio mimetico che spinge la gente ad omologarsi, a cercare se stessa nella massa, nei pregiudizi rassicuranti. Perché ogni uomo possa vivere i propri sforzi, il sapore del proprio pensiero, l'applicazione di ogni stimolo, la socialità della libertà.
Autore: Giacomo Pisani