Primarie Pd: a Molfetta vince Bonaccini, in linea con un Sud autolesionista- Aggiornamento
MOLFETTA – Nella votazione per le primarie del Pd, anche Molfetta ha dimostrato di essere allineata con gli elettori del Sud autolesionisti che non hanno scelto il cambiamento, ma incredibilmente hanno dato la maggioranza dei voti a chi è contro il Mezzogiorno. Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna che è separatista e vuole l’autonomia differenziata, ha ottenuto 748 voti, mentre Elly Schlein, nuova segretaria nazionale del Pd si è fermata a 460 voti.
I votanti sono stati 1.217: 4 hanno votato scheda bianca, 5 le schede nulle. Di solito Molfetta in politica ha sempre anticipato le tendenze nazionali: questa volta no.
Ecco perché la strada del rinnovamento appare ancora lunga a Molfetta, dove prevalgono i signori delle tessere. Ma i 460 elettori della Schlein sono un segnale per la nuova dirigenza a liberarsi dalla sudditanza nei confronti del presidente Emiliano, che ha contribuito a ridimensionare il Pd e la sinistra a Molfetta.
Non è la strada migliore per cancellare il predominio delle liste civiche e dei soliti personaggi detentori di pacchetti di voti clientelari che hanno caratterizzato le liste civiche che governano la città.
Da informazioni più recenti, abbiamo appreso che non è stato solo il "signore delle tessere" Piero de Nicolo a portare voti a Bonaccini. Da solo non ce l'avrebbe fatta, ma sono arrivati in soccorso Piergiovanni e Facchini che, pur essendo stati espulsi dal Pd, sono andati a votare e hanno portato truppe cammellate a sostenere Bonaccini. Insomma, il solito gioco dei due piedi in una scarpa che Piergiovanni e Facchini portano avanti a Molfetta: maggioranza e opposizione allo stesso tempo. Alla faccia della coerenza! Quando Emiliano (Lacarra) chiama, sempre pronti alla risposta. Quindi i voti ottenuti dalla Schlein a Molfetta valgono il doppio.
Speriamo che la nuova dirigenza nazionale con Elly Schlein possa contribuire anche al rinnovamento delle sedi periferiche, dando una sterzata a un partito stantio che sembra inesistente anche in consiglio comunale. Dovrebbero augurarselo gli iscritti e i militanti del partito, ma soprattutto coloro che hanno a cuore le sorti della sinistra, per battere la destra postfascista che governa l’Italia e le civiche, l’antipolitica e i doppiogiochisti che governano la città, facendo solo danni.
"Quindici" quello che gli altri non dicono.
© Riproduzione riservata