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Zone Franche, parla Sandro Frisullo Dopo l'esclusione di Molfetta, il vicepresidente della Giunta regionale dice la sua
03 ottobre 2008

MOLFETTA - Dopo i consiglieri comunali Abbattista e Minuto, anche il vicepresidente e assessore allo sviluppo economico della Regione Puglia, Sandro Frisullo (nella foto) ha commentato l'esclusione del Comune di Molfetta dalle Zone Franche Urbane: “con il via libera del governo alle 'Zone franche' per i comuni di Andria, Lecce e Taranto, si conclude una procedura ideata e varata dal governo Prodi. Nei comuni selezionati le nuove imprese per i primi cinque anni di vita godranno di sgravi ed esenzioni sul fisco e sui contributi previdenziali. In tal modo sarà incentivato lo sviluppo nelle aree urbane più depresse. Purtroppo i comuni scelti sono stati solo tre. Tra gli esclusi spicca il caso della città di Foggia che era stata inserita dalla Regione in 'prima fascia', ma anche i comuni di Barletta, Manfredonia, Molfetta, San Severo, Lucera, Manduria e Santeramo non sono stati ammessi. "Non posso che esprimere grande dispiacere per Foggia e per tutti gli altri esclusi", prosegue Frisullo, ma mi rammarico anche per la scarsità delle risorse messe a disposizione: soltanto 50 milioni per 22 Zone franche in tutta Italia, quindi circa due milioni e 700mila euro per ogni comune. Per questo la Regione Puglia è impegnata direttamente a varare regimi di aiuto per combattere il disagio sociale e territoriale. Non dimentichiamo infatti che per diventare Zone franche i comuni dovevano possedere determinati requisiti come densità demografica, tasso di disoccupazione, concentrazione giovanile, livello di scolarizzazione. Il tema è comunque rilevante. A giorni la Giunta esaminerà un regime di aiuti innovativo che avrà l'obiettivo di combattere la marginalità con l'autoimprenditorialità”.
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Lo so è dura da ammettere, ma attualmente nella zona industriale sono 8000, anima più anima meno gli occupati. Nel solo settore commerciale sono 1500, se ad Andria il settore calzaturiero - manifatturiero è crollato con varie aziende che hanno chiuso e crisi di famiglie rimaste senza lavoro, a Molfetta le aziende continuano ad aprire e lo spazio per le aziende non basta mai. Altre 80 aziende si sono già prenotate per la nuova zona di espansione PIP. Entro la fine dell'anno prossimo Fruttital, Gruppo Tato', Piramide Alimentare, Puglia prodotti e sviluppo, solo per citare le più grosse, daranno luogo ad altri 500 occupati e le cui strutture sono già costruite e visibili da lontano per la loro mastodonticità. Vogliamo far passare la nostra città per una zona dove c'è crisi di sviluppo a causa di dismissioni di aziende e perdite di occupazione? Di Taranto sappiamo tutti la sua situazione critica, nel salento si piange perchè non c'è una mazza. La nostra provincia è, per fortuna, l'area più sviluppata della puglia, che piaccia o no. Quindi lasciamo quei due milioni di euro, tanto beneficeranno le piccole imprese per ogni paese, a chi veramente ne ha bisogno. Quello che voleva Azzollini ovvero Zona Franca risale al 1996, ma all'epoca a Molfetta non c'era un Tubo, non c'era una sola azienda che occupasse poche decine di persone. Smettetela di piangervi addosso, perchè c'è veramente chi sta molto peggio di noi. Se vogliamo continuare a essere egoisti e ingordi, questo è un altro discorso. Facciamo vivere anche gli altri. Non è un caso che a Molfetta abbiamo due società quotate in borsa, nessun paese piccolo come il nostro in Italia ha questo primato e anche nel settore economico siamo sempre in prima pagina: leggetevi questo link: www.marketpress.info/notiziario_det.php?art=76851

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