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Virus assassini e assassini dell’ambiente
15 aprile 2020
Mi vado sempre più convincendo che ciò che sta succedendo nel mondo è la conseguenza e il presagio di ciò che accadrà in un futuro prossimo se i nostri comportamenti nei confronti della Terra e dell’Ambiente in cui viviamo non muteranno completamente. Abbiamo indebolito le difese e i cicli naturali della natura, e quindi anche le nostre, comportandoci come se le risorse fossero illimitate e resistenti ai nostri inquinamenti, alle nostre tonnellate di plastica e di veleni buttati nei terreni e nel mare, agli incendi di alberi e foreste, alla sparizione di migliaia di specie animali, agli allevamenti intensivi che consumano risorse ed emettono gas venefici, alle nostre industrie inquinanti, ai nostri miliardi di automobili e di aerei che emettono tonnellate di polveri e gas velenosi che si diffondono nell’aria, ai nostri sprechi di cibo e di acqua, per la salvezza della quale scoppieranno nuove guerre. Consumiamo acqua pro capite il triplo della Germania e il doppio della Francia, senza contare perdite dalle tubazioni rotte e gli allacciamenti abusivi. I famigerati CO2 (anidride carbonica) e le polveri “sottili” hanno costretto ad indossare le mascherine protettive in molte città del mondo anche molto prima dell’attuale pandemia da coronavirus. Continuano così a invadere l’atmosfera e i nostri polmoni, a far sciogliere i ghiacci dei poli, ad alternare siccità ed alluvioni disastrosi, a sconvolgere le stagioni. E intanto miliardi di persone continuano a spostarsi da un capo all’altro del mondo portando con sé germi e malattie, o a concentrarsi in enormi megalopoli, spopolando e abbandonando i piccoli centri. Credo quindi che il COVID-19 sia la prova generale per il prossimo livello di ribellione della natura offesa e sfruttata, anziché protetta e correttamente utilizzata. Non ci resta quindi che una sola cosa da fare con urgenza: salvare il pianeta. Se non per chi ha già da tempo superato il crinale, oggi definito picco, dell’esistenza, come chi scrive, facciamolo per i nostri figli e nipoti, a cui lasceremo una triste eredità di distruzione e danno, se non ci muoviamo subito. Ci siamo illusi con lo sfrenato iperliberismo e consumismo di poter dominare il pianeta. Possiamo però ancora guardare avanti, a un futuro migliore, ma solo cambiando radicalmente i nostri comportamenti. Diceva Albert Einstein: “la modernità ha fallito. Bisogna costruire un nuovo umanesimo, altrimenti il pianeta non si salva.” Ed è sempre valido il monito di Don Tonino Bello, scritto trentacinque anni fa: “L’uomo è il signore del creato, da custodire e portare a compiutezza, non da manipolare a piacimento, e non è il monarca che spadroneggia su tutto. Oggi purtroppo a causa della scienza e della tecnica, ma soprattutto con la complicità sotterranea delle leggi del profitto, la natura ha perso la sua plurisecolare funzione di socia dell’uomo. Amputata, sfruttata, disintegrata e ricomposta a piacimento è diventata materia grezza da asservire, schiava da soggiogare, spazio su cui esercitare sconcertanti frenesie manipolatorie. Da compagna a serva, insomma. A Causa di quel maledetto delirio di onnipotenza nascosto nell’uomo, a cui però il Signore non ha dato carta bianca di poter sfregiare l’intima essenza o di alterarne i connotati o di sviare le leggi che ne disegnano l’identità”. © Riproduzione riservata
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