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Vincenzo Mongelli, volto nuovo alle Provinciali per Rifondazione Comunista
15 maggio 2009

Tra i due volti che animano la proposta elettorale di Rifondazione Comunista, per le elezioni provinciali di giugno, uno è già noto a tutti. E’ quello di Antonello Zaza, assessore provinciale alla socialità uscente e candidato sindaco alle scorse elezioni amministrative. L’altro è quello di Vincenzo Mongelli, avvocato ventinovenne, che per la prima volta si mette in gioco nel panorama politico molfettese. In un’intervista rilasciata a “Quindici”, Vincenzo Mongelli ha manifestato la grande voglia di cambiamento che muove la sua candidatura. Una candidatura suggerita in primo luogo dal partito, ma che ha trovato terreno fertile nei principi che guidano l’impegno del giovane molfettese, il cui unico proposito è quello di mettersi al servizio dei valori e degli ideali di eguaglianza e di rispetto della diversità. Di quel rispetto che spesso è negato all’elettore, le cui istanze restano inascoltate. Secondo Vincenzo Mongelli, è proprio questo il tratto peculiare del partito di Rifondazione, quello di trovare una soluzione concreta ai problemi dei cittadini visti prima di tutto come uomini, con i loro bisogni, necessità e problemi. E inevitabilmente ci sono problemi che gravano sempre sulle stesse classi di persone, quelle dimenticate, costrette a portare il peso di un “progresso” a senso unico. Se questo comportamento viene definito da Sinistra e Libertà “conservatore”, allora Mongelli è fiero di essere tale. Evidentemente, la nuova formazione politica di Sinistra e libertà, preferisce ascoltare altre istanze, cercando consensi in un elettorato più ampio, indipendentemente dalla natura dei problemi reali. Suggerendo a Vincenzo Mongelli che ancora una volta le spaccature interne alla sinistra radicale rischiano di favorire il “voto utile” alla sinistra moderata, l’avvocato molfettese non esita a definire “voto utile”, mai come in queste elezioni, proprio quello dato a Rifondazione. Tale partito non è animato dalla necessità di superare il 4%, da esigenze esclusivamente numeriche, ma dalla precisa volontà di soddisfare degli interessi comuni. Il “voto utile” al PD si è rivelato fallimentare, ora i cittadini si trovano di fronte a una scelta. Da una parte c’è il perseguimento di un progetto di ampia portata, di rinnovamento all’insegna dell’ “uomo”, al servizio della sua partecipazione, della sua libertà. Dall’altra parte c’è una fazione che sta dimostrando di non saper amministrare la città, che “gestisce i propri orticelli in preda al delirio di onnipotenza, fino a che non deve arrendersi alla magistratura”. Del resto, questo è già avvenuto a Molfetta sia per quanto riguarda l’assenza di donne in giunta, sia a seguito dell’opposizione allo spostamento della Capitaneria, la cui posizione è stata approvata dalla stessa giunta di centro-destra. L’attuale amministrazione sta giocando con la politica degli annunci, puntando a rappresentare solo i propri interessi e facendo leva sul populismo del sindaco Antonio Azzollini. L’unico interesse che muove Vincenzo Mongelli è quello di prestare il proprio contributo al miglioramento della vita e delle condizioni della gente, per essere al servizio della politica, e per evitare che la politica sia al servizio dei governanti.

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