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Usura e racket, le piaghe da abbattere a Molfetta?
07 febbraio 2013

MOLFETTA - «La mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto, bisogna rendersi conto che si può vincere non pretendendo l'eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni».

Questo era il pensiero di Giovanni Falcone a proposito della mafia. In realtà, nonostante molti abbiano donato la propria vita pur di combattere questo cancro, il problema della sicurezza o, meglio, dell’insicurezza sta assumendo anche a Molfetta dimensioni preoccupanti. Fra incendi di autovetture, furti, rapine agli esercizi commerciali e imprenditoriali, attentati ai negozi, i cittadini non sono più tranquilli. La microcriminalità non va sottovalutata perché, com’è accaduto in passato, c’è il rischio che cresca e si organizzi, divenendo più pericolosa e allora sarà più difficile combatterla. Ecco perché andrebbe fatta anche un’azione di prevenzione efficace per la tutela e soprattutto la sicurezza di tutti.

Di tutto questo si è discusso nella conferenza stampa coordinata dal presidente dell’Associazione Antiracket Antimafia di Molfetta, Renato De Scisciolo, con la relazione delle attività e i risultati conseguiti nel corso del 2012. Alla conferenza stampa hanno preso parte i sindaci dei comuni di Bitonto, Giovinazzo e Gravina che hanno ufficialmente aderito all’associazione. Infatti, l’Associazione negli ultimi tempi si è evoluta e non poco visti i fenomeni sempre più crescenti di criminalità organizzata passando da «Associazione Provinciale Antiracket Antimafia» ad «Associazione Regionale Antiracket Antimafia», perché le vittime di usura ed estorsione di altre province pugliesi negli ultimi tempi si presentavano allo sportello antiracket per essere assistiti.

«Gli imprenditori locali sono intenzionati a denunciare - ha spiegato De Sciciolo -. Adesso il problema criminalità è abbastanza forte, vista anche la grave crisi economica che attanaglia gli imprenditori. Attualmente l’usura fa parte della criminalità». La crisi economica e finanziaria gioca a favore della criminalità organizzata, il cui denaro sporco diventa sempre più appetibile. La crisi è funzionale alla criminalità organizzata, che condiziona l’economia legale e fomenta quella illegale. Lo Stato si è impegnato, ma non sempre in maniera eccelsa a contrastare questa macchia sociale.

Serve un cambio di passo delle istituzioni: niente sponde politiche, niente appalti, assunzioni, investimenti all’ombra della criminalità. I clan criminali mantengono una strategia di scarsa esposizione, da un lato, e dall’altro cercano di consolidare i loro territori di influenza tradizionale e di espandersi al di là dei confini regionali. Da lì, il volto camaleontico del nuovo manager mafioso è in grado di esprimere contemporaneamente intimidazione e affidabilità, violenza e fiuto per gli affari.

 

Numerose e assai significative sono le innovazioni introdotte dalla Legge 44/1999. Nell’anno 2012, ha dichiarato l’avv. Angela Maralfa, presidente dell’ufficio legale dell’Associazione, si è constatato che in Puglia, secondo il dati sull’usura dal 2010 al 2012, le organizzazioni criminali avrebbero raggiunto il 240% di tasso annuo sui propri crediti.

La nuova normativa ha snellito l'iter per la concessione del risarcimento e ne ha consentito l'accesso anche a persone che in precedenza ne erano escluse, a cominciare da quelle che siano state acquiescenti a richieste di estorsione, ma abbiano deciso di smettere (e mantengano il rifiuto anche dopo aver presentato la domanda). In questo caso, l'elargizione può essere concessa anche in relazione ai danni a beni mobili o immobili o alla persona verificatisi nei sei mesi precedenti la denuncia.

Il tutto va fatto compilando un'istanza di accesso al fondo di solidarietà per le vittime dell'estorsione e dell'usura, ai sensi della Legge n.44/99, e inviando questa richiesta di sostegno al Prefetto del capoluogo nella Regione di residenza entro e non oltre 120 giorni dalla data di presentazione dell'esposto alla centrale dei Carabinieri o alla Guardia di Finanza.

Infine, bisogna dichiarare per iscritto, nel suddetto documento, la data della denuncia presentata e la sede dell'autorità presso cui è stata inoltrata, quale attività economica si svolgeva nel periodo in cui il fatto incriminato è accaduto e quantificare, mediante reddito, il danno patrimoniale subito. Chiaramente occorre costituirsi parte civile nel processo in corso.

L’Associazione Antiracket in 20 processi si è costituita parte civile presso i vari Tribunali di Bari e Trani per reati inerenti associazione mafiosa, usura ed estorsione. E, inoltre, sono state presentate in tutta la Regione Puglia 17 domande di accesso al fondo per estorsione e 10 per usura. Hanno ottenuto finanziamenti 6 vittime per estorsione, mentre 11 ne beneficiato per episodi di usura.

L’incontro è stato anche l’occasione per dar voce al sindaco di Gravina, dott. Alessio Valente, al vice sindaco di Giovinazzo, dott. Michele Sollecito, all’assessore alla legalità del comune di Bitonto, dott. Rocco Mangini e allo staff degli avvocati e del direttivo dell’associazione.

Gli esponenti dei tre Comuni coinvolti hanno sottoscritto un protocollo d’intesa entrando a far parte dell’associazione in considerazione degli eventi che stanno colpendo anche le loro città. A quanto pare, anche nelle città limitrofe la criminalità è frutto della crisi economico-finanziaria. Tutti i rappresentanti dei Comuni presenti si sono impegnati a collaborare e soprattutto a promuovere la cultura della legalità anche con percorsi formativi nelle scuole.

Un ulteriore passo avanti contro questo cancro sociale è quello di individuare sedi dove dar vita a nuove associazioni e a creare sinergie fra imprenditori e forze dell’ ordine. De Scisciolo ha annunciato che la Masseria dell’Alta Murgia, bene confiscato alla mafia e in precedenza affidato al noto chef Vissani, potrebbe essere gestita dall’associazione con l’obiettivo di costituire una cooperativa per riavviare l’attività della sala ricevimenti.

Anche Molfetta, contrariamente a quanto affermava l’amministrazione comunale uscente, pare non potersi definire una città tranquilla. Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola.

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Autore: Andrea Saverio Teofrasto
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