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Uomo e politico d'altri tempi
15 maggio 2016

Non basterebbero le due pagine che gli dedichiamo a ricordare Enzo de Cosmo e soprattutto a tracciarne la figura umana e professionale. Cercheremo di fare sintesi affidandoci ai ricordi personali e professionali, ritrovandoci, dopo 50 anni di mestiere che ricorrono proprio nel 2016, ad essere un po’ la memoria storica di Molfetta. E ci piace partire proprio dal suo rapporto con la stampa, sempre corretto e aperto al confronto, mai aggressivo, come è sempre stato quello dell’altro ex sindaco e parlamentare molfettese Beniamino Finocchiaro. Nei nostri incontri, pur non negando apprezzamenti fin troppo generosi, ci rimproverava di ‘‘non risparmiare critiche, anche se, qualche volta (bontà sua, ndr) giuste e opportune”. In realtà, nei nostri anni giovanili, quando ci occupavamo delle cronache della politica di Molfetta, in più occasioni ci ha dato la sensazione di quanto questo mestiere di giornalista potesse essere utile anche al Palazzo per avvicinarlo alle necessità dei cittadini. Quando segnalavamo qualche carenza o disfunzione, il sindaco de Cosmo, provvedeva subito a rimediare con un intervento amministrativo oppure operativo, come quella volta che gli segnalammo una strada completamente dissestata da mesi e lui ci telefonò per ringraziarci per aver segnalato una situazione che non conosceva. In giornata provvide a farla sistemare. Una lezione per quanti oggi vedono la stampa come antagonista da ridurre al silenzio e non come un interlocutore con cui collaborare per risolvere i problemi della città: il bene comune, come viene definito e al quale De Cosmo si è sempre ispirato. «Non esagero nel sottolineare la correlazione tra informazione e sviluppo della città, specie dei piccoli centri – scriveva – quando la mia mente va al ricordo di un’antica discussione scientifica tra due famosi storici economici della fine del ‘900, Henri Hauser e Amintore Fanfani, ripresa successivamente dallo storico economico molfettese Lorenzo Palumbo, secondo la quale ogni piccola notizia, la più piccola cronaca, ogni piccolo chiarimento sulla realtà e sulle attività di una comunità cittadina, contribuiscono allo sviluppo anche economico dei piccoli centri, forse più di curve ed elaborazioni statistiche sapientemente studiate.». Uomo delle istituzioni, di grande dirittura morale, capacità e passione politica, era sempre pronto al dialogo anche con gli avversari che ne apprezzavano l’attitudine alla mediazione, come il suo avversario di sempre l’altro ex sindaco e senatore socialista Beniamino Finocchiaro, col quale ebbe epici scontri. Profondamente democratico Enzo de Cosmo resterà fra gli ultimi politici della Prima Repubblica a rappresentare un modello di reale tolleranza, frutto anche della sua formazione cristiana. Significativa anche la sua scelta di farsi da parte e uscire di scena al momento giusto, per fare spazio alle nuove generazioni, lasciando così un buon ricordo di sé. De Cosmo, infatti, cittadino esemplare, protagonista della vita politica e sociale, non si riconosceva nella politica degenerata degli ultimi anni in cui prevale lo scontro sul confronto dialettico che lui aveva sempre cercato di costruire nel corso della sua lunga e prestigiosa esperienza politica. In molte cose è stato un visionario, nel concepire e realizzare una rivista comunale quale fu “Polis”, cultura e informazione di livello e qualità (rimasto un esempio unico, quasi da collezione), una iniziativa che non potette essere proseguita per sopravvenuti impegni professionali del direttore e per il successivo tentativo di ingerenza dei partiti politici. Ma quella che ci sembra più significativa è l’idea di realizzazione una piscina comunale, quando questo sembrava un sogno impossibile ai più, ma lui lo ha perseguito per anni, memore delle sue attività natatorie giovanili. Alla fine il sogno è diventato realtà (anche se poi è degenerato per le responsabilità dei gestori, come hanno ricordato gli attuali amministratori comunali). Ecco perché ci sembra utile che il sindaco uscente Paola Natalicchio, fra gli ultimi provvedimenti, prenda anche quello di intitolare a Enzo de Cosmo la piscina comunale. Una proposta che avanziamo noi di “Quindici” perché riteniamo possa essere accolta e condivisa. La vita politica ha dato grandi soddisfazioni a De Cosmo nei suoi ruoli di amministratore locale e di parlamentare, di presidente dell’ospedale “Cotugno” di Bari e in tanti altri incarichi, ma gli ha riservato anche immancabili delusioni, come quella del “tradimento” dei consiglieri comunale Giovanni Mezzina e Luigi Roselli, che lui aveva contribuito a far eleggere con la sua lista “Molfetta prima di tutto” e che lo abbandonarono subito per buttarsi nelle braccia, politicamente più forti, del sindaco Antonio Azzollini, col quale poi De Cosmo ruppe ogni rapporto dicollaborazione politica, anche per il successivo abbandono, quello dell’assessore dell’epoca della giunta di centrodestra, Mimmo Corrieri, che lasciò, così, senza rappresentanza la lista ‘‘Molfetta che vogliamo’’. Dopo un tentativo di essere eletto consigliere regionale, Enzo de Cosmo comprese che dalla politica occorre uscire in tempo, lavorando per l’affermazione di giovani generazioni, preferendo evitare il ruolo del burattinaio o del congiurato, privilegiato oggi da alcuni suoi amici della Dc (il cui operato egli non condivideva, come ci aveva confidato, amareggiato qualche giorno prima di morire, ndr), dai quali, in occasione della sua scomparsa, abbiamo ascoltato espressioni che oggi hanno il sapore amaro dell’ipocrisia. Nel 14 luglio del 1982 in un’intervista con noi, pubblicata sulla ‘‘Gazzetta del Mezzogiorno’’ ci disse che il suo partito «doveva restare unito all’esterno anche se al suo interno rimanevano delle diversificazioni fra chi è ancorato ad un modo vecchio di gestire la Dc e chi non vuole più il partito delle tessere e dei gruppi legati ad interessi di potere». La sua intransigenza morale lo portò a uno scontro duro con Finocchiaro, del quale chiese anche le dimissioni in occasione della notizia della sua presenza negli elenchi della P2 di Licio Gelli. La sua grande generosità e il suo rispetto per i suoi avversari politici lo portarono a concedere la sua fascia di sindaco al comunista Sandro Fiore in occasione di una manifestazione a Hoboken, facendo felici sia il collega politico, che tanti cittadini che in Usa apprezzavano l’altro personaggio ‘‘storico’’ della nostra città. Così lo ha raccontato in un articolo scritto per ‘‘Quindici’’ in occasione della scomparsa dello stesso Sandrino. «Nella Chiesa Madre di Hoboken, affollatissima di molfettesi emigrati, accomodati nelle prime fila, colsi dietro di me alcune parole in dialetto molfettese di qualche signora: “naah, cuure è Sandrine Fioore, u sinneche nen sache coome se chieeme’’. Conoscevano più Fiore che me!! E fu così che alla processione, in un torrido pomeriggio, dietro il simulacro della Vergine Santissima dei Martiri, preceduta dal Vescovo Don Tonino che salutava affettuosamente i tantissimi emigrati molfettesi, io con la fascia tricolore (allora era circolare) e Fiore alla mia destra, accompagnati dalle rispettive Signore, mi inventai la scusa che avevo troppo caldo e che desideravo lasciare la Processione per qualche ora per andare in albergo per una doccia fresca per poi ritornare verso la ‘‘ritirata’’! Fu così che decisi di togliermi la fascia tricolore e cingere i fianchi di Fiore, affidando così al Consigliere autorevole dell’opposizione Fiore, la rappresentanza ufficiale della Città di Molfetta». Enzo de Cosmo ha riassunto nella pubblicazione ‘‘Appunti di vita vissuta’’ edita nel 2002 da ‘‘Vivere in’’ nel 2002 in occasione del suo 60° compleanno, la sua vita pubblica, di cattolico impegnato in politica, di docente universitario e la sua vita privata. Potremmo continuare ancora, ma bastano questi pochi ricordi, a far emergere la figura dell’uomo e del politico, della cui correttezza istituzionale, in contrapposizione a chi si è trovato anni dopo nella stessa situazione (il sen. Antonio Azzollini), ci piace sottolineare il comportamento in tema di doppio incarico. De Cosmo, appena nominato senatore, lasciò subito l’incarico di amministratore della Finmare, un gesto che fu molto apprezzato da Andreotti, perché non richiesto né sollecitato. Ma soprattutto ci piace sottolineare anche che, in vista della sua candidatura al Senato, lasciò la carica di sindaco, per non mantenere il doppio incarico, quando l’elezione al Parlamento non era certa e garantita da liste bloccate come avviene oggi. Azzollini invece portò avanti una vera e propria battaglia per mantenere entrambe le cariche. Un altro episodio riguarda la scelta di appoggiare al ballottaggio il candidato sindaco del centrosinistra Mino Salvemini (Pd) alle elezioni amministrative del 2008 contro il candidato del centrodestra sen. Antonio Azzollini. «Al ballottaggio sono di fronte Azzollini, uomo di potere e senza scrupoli e un uomo sano, serio, autenticamente democratico e pluralista come Salvemini. E’ bene che la città sappia – disse de Cosmo, con parole che oggi appaiono profetiche – che è chiamata a decidere fra la continuazione fra degrado complessivo e tra uno sviluppo più equilibrato sul piano sociale, oltre che morale. Non si tratta di scegliere fra moderati e sinistra, ma tra conservazione del potere assoluto ed autentica crescita democratica. Molfetta deve tornare ad essere una città sana, dove è la gente per bene ad essere protagonista, stando dalla parte giusta, tra chi non cede ai ricatti e sceglie di non avere paura, come avviene ora. Oggi il cittadino si sente soffocato dalla concentrazione del potere economico e politico in una sola persona che, unico caso in Italia, nell’election day si è candidato al Senato e al Comune. E non è vero che per far arrivare le risorse alla città si deve stare a Roma. La verità è che vuole gestire tutto lui (‘‘dice la mia città’’ con un senso di possesso) da perfetto leninista e stalinista, altro che moderato, altro che cattolico, i valori non si proclamano, si testimoniano». Enzo de Cosmo, la politica vissuta sì come passione, ma nel rispetto delle regole e delle istituzioni: una lezione per quelli che oggi con molta ipocrisia e faccia di bronzo lo proclamano a parole, ma non nei fatti. Altri tempi, altra politica, altri uomini.

Autore: Felice de Sanctis
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