“Uniti a sinistra” e alternativa al Partito Democratico
Se ne è parlato a Molfetta
MOLFETTA - È strano agire e pensare come se la Storia passi per Molfetta, cioè incontrarsi, discutere, impegnarsi convinti che le grandi vicende possano essere giocate pure in una città di provincia in una qualunque serata di ottobre.
Eppure l'incontro di stasera, Uniti a sinistra, per una cultura di pace e sviluppo, ha registrato l'assenza dell'annunciato Pietro Folena, ma ha visto ragionare di quel che potrà accadere a breve sullo scenario politico nazionale qualora andasse a fine la nascita del Partito Democratico, secondo alcuni nonostante questa, Domenico Pantaleo, segretario regionale della CGIL Puglia; Carlo De Santis, consigliere regionale PdCI; Michele Venticelli, consigliere regionale Ds e Antonello Zaza, assessore provinciale di Rifondazione Comunista; con il coordinamento Giuseppe Fillannino.
Tutti avendo ben presenti la Puglia e Molfetta, quindi quel che li toccherà da vicino, ma anche sforzandosi di capire e spiegare quanto avviene e che forse chiude un'epoca o semplicemente ne registra ed accetta una fine accaduta da quel dì.
La riunione di ha finito per configurarsi come tentativo di quadratura di molteplici cerchi, quello fra salvaguardia del passato e quindi della propria identità, ma pure adattamento al presente e – sempre più difficile – del dirsi di sinistra, riconoscendo gli errori fatti ed allo stesso tempo trasformandosi, non per il gusto dell'abitino nuovo a tutti i costi, ma perché, come detto da Mimmo Pantaleo e ribadito anche da Antonello Zaza, il mondo è cambiato e le sfide poste dalla globalizzazione, dalle modificazioni del mondo del lavoro rendono impossibile continuare a fare politica con il vecchio bagaglio ideologico, che però non può essere del tutto abbandonato, e qui il cane si morde la coda e si ritorna al punto di partenza.
Quel che viene rimproverato all'operazione Partito Democratico è proprio questo, di sconfessare le proprie radici, rinnegando il retaggio culturale socialista, anche se, ad es., Mimmo Pantaleo, dopo aver mosso questo rilievo e affermato che “non esiste una sinistra che si dica socialista”, ha subito dopo ammesso che “non si può tornare a fine '800”.
Cosa si possa o si debba essere a sinistra del Partito Democratico, per combattere quella che è stata descritta come una deriva moderata e centrista, non è stato detto con chiarezza e probabilmente non è a Molfetta che va deciso, ma oltre la parola “sinistra” un'altra ha caratterizzato la serata: “unità”. A superare le storiche divisioni fra partiti e sigle e singoli soggetti, ammettendo l'impossibilità di essere sufficienti da soli, con un ruolo centrale della CGIL in questa operazione, come sottolineato anche da Carlo De Santis.
Una “sinistra unitaria e plurale” ha profetizzato Antonello Zaza, mentre Michele Venticelli ha parlato esplicitamente di un nuovo soggetto politico che “metta assieme diverse anime della sinistra, senza che con questo si debbano riproporre i connotati della sinistra classica”.
Per questo si parlava di duplice quadratura del cerchio, cogliere lo stimolo della nascita del Partito Democratico per mettere assieme soggetti politici che fino a stamattina si rifiutavano di sedere assieme allo stesso tavolo e farlo rivendicando un essere sinistra che sia allo stesso tempo antico e rinnovato e per di più non in maniera autoreferenziale, visto che nel frattempo il mondo continua a porre problemi reali, tanto reali da materializzarsi nel corso della riunione nella persona di Michele Ciccolella, operaio della Fonderia Palbertig Molfetta, che ha parlato con parole antiche di sfruttamento, di un padrone che ha ingannato e di lotta per salvare il proprio posto di lavoro. E a cui più che risposte bisognerebbe dare una mano d'aiuto.