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Una lettrice scrive a “Quindici”: irresponsabile costruire un nuovo ospedale tra Molfetta e Bisceglie, tagliando l'esistente. Condannata la proposta di Azzollini
14 marzo 2016

MOLFETTA – Una lettrice scrive a “Quindici” una lettera sui problemi dell’ospedale di Molfetta e sulla proposta del sen. Antonio Azzollini di costruire un nuovo nosocomio tra Molfetta e Bisceglie.

Ecco la lettera, a cui seguono le nostre considerazioni sul problema:

«Caro Quindici,
sono una vostra affezionata lettrice e anche ho letto da qualche parte (ma non su “Quindici”) che l’ex sindaco di Molfetta sen. Antonio Azzollini ha tenuto un incontro con i suoi fedelissimi sull’ospedale di Molfetta.
Ma ho letto cose incredibili del tipo: visto che ci sono tagli all’ospedale di Molfetta, tanto vale chiuderlo e farne uno nuovo di zecca tra Molfetta e Bisceglie, quell’ospedale comprensoriale moderno e innovativo del quale si è parlato qualche tempo fa. Ma il presidente della Regione Michele Emiliano, secondo questi signori, propone nuovi ospedale, ma non per Molfetta.
Ma siamo matti? Non ci sono i soldi per mantenere le strutture sanitarie esistenti e questi propongono un nuovo ospedale (per il quale ci vorranno tempi lunghi di 10 anni) con nuovi costi, abbandonando al degrado le vecchie strutture? Ma nessuno ha insegnato a questi signori, cosa è la spesa pubblica, come si può rendere economico un ospedale, senza tagliare e costruirne uno nuovo? Ma questi signori sanno di cosa parlano, oppure aprono la bocca solo per far vedere che esistono ancora? A quale interesse collettivo e tutelabile, risponde la proposta di un nuovo ospedale? Oppure si vuole fare un altro monumento allo spreco e all’ignoranza politica e amministrativa? A chi gioverebbe?

Perché Azzollini, invece, di fare i soliti inutili show con quattro gatti (i suoi lo hanno abbandonato), non si unisce a quelli di destra e di sinistra che stanno facendo una battaglia contro i tagli agli ospedali (vedi il suo compagno di partito, sindaco di Corato?). Per una volta può togliersi l’abito partitico (tanto ne ha cambiati tanti) e assumere quello istituzionale e soprattutto di persona che dimostra di servire la città, come dice di voler fare solo a parole?».

Gentile Signora, come non condividere la sua lettera e la sua protesta che sottoscriviamo in toto. Due considerazioni. La prima: non abbiamo riportato la notizia dell’incontro promosso da Azzollini, perché, come già sottolineato in passato, ci troviamo di fronte ad deficit di democrazia con un personaggio poco amante delle critiche, che addirittura dà ordine ai suoi uomini (su cattivi consigli delle sue donne, che questa volta non lo stanno aiutando) di boicottare la stampa non amica e non servile, che gli pubblica i comunicati stampa con qualche commento e libera opinione.

E’ un vulnus democratico, che la gente potrà giudicare e valutare al momento del voto e noi abbiamo il dovere di rendere pubblico, per tutelare gli interessi della collettività, che deve scegliere responsabilmente i propri rappresentanti istituzionali. Che Azzollini sia emulo di Tafazzi (quello che si bastonava masochisticamente gli attributi), non ci possiamo fare nulla, il danno lo fa a se stesso, non a noi, che continuiamo a scrivere liberamente su di lui e i suoi amici, senza problemi: il dialogo non è mai stato il forte del senatore.
La seconda: sull’ospedale non si possono fare battaglie ideologiche e non si può strumentalizzare un problema reale dei cittadini, per colpire strumentalmente un avversario politico: è pura meschinità, che va additata all’opinione pubblica. Come va additato lo strano silenzio di una parte del Pd, che spera di cavalcare questa situazione attribuendo colpe altrui, per vendette personali, che nulla hanno a che fare con l’interesse collettivo alla salute. Un comportamento irresponsabile, quello di speculare su un problema reale, per ottenere tornaconti politici.
Il rischio è quello di depotenziare ancora di più l’ospedale a favore della sanità privata. E’ questo che si vuole? Lo si dica chiaramente da parte di tutti coloro che oggi speculano su una situazione, che dovrebbe avere la solidarietà di tutti e provocare l’impegno di tutte le forze politiche accanto alla società civile. Non giova a nessuno la caccia ai responsabili, la rivendicazione "noi l'avevamo detto" e simili: serve solo a far perdere tempo e a fare il gioco di chi vuole i tagli.

Oggi è stato convocato un consiglio comunale proprio sul tema dell’ospedale, se si vuole trasformare un’assise istituzionale, che ha come obiettivo quello di rafforzare la protesta contro i tagli alla sanità, si deve assumere la responsabilità di fronte all’opinione pubblica, che saprà giudicare l’operato di chi ha a cuore la salute dei cittadini e chi se ne serve per dannose battaglie politiche.
Chi assume oggi atteggiamenti irresponsabili e ipocriti, anche sul piano dell’informazione e della comunicazione, come ha fatto qualcuno recentemente, facendosi portavoce (ci auguriamo involontario, con un incidente di percorso), di qualche personaggio politico, nei confronti della sanità pubblica e nella tutela alla salute, ci troverà sempre contro, perché quello che deve prevalere in questi casi, al di là delle posizioni politiche e delle rivalità, frustrazioni, vendette personali, è l’interesse collettivo, mai così in pericolo, anche per colpa di coloro che, alla fine, anche politicamente, rischiano di diventarne vittime.

SUL PROSSIMO NUMERO DEL MENSILE "QUINDICI", IN EDICOLA FRA QUALCHE GIORNO, AMPI SERVIZI DI APPROFONDIMENTO SUI TAGLI ALL'OSPEDALE E L'ATTESO EDITORIALE DEL DIRETTORE FELICE DE SANCTIS.

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