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Una festa popolare: tutti in piazza incuranti della pioggia
15 ottobre 2004

Arrivare al concerto di Caparezza è stata un po' un'impresa. La sera dell'evento musicale le auto sembravano, per uno strano effetto, tutte direzionate verso la zona Madonna dei Martiri. Il passaparola, le locandine, l'attesa del cantante, (finalmente “approdato” nella sua città dopo un tour durato più di un anno e mezzo) e la gratuità del concerto, hanno avuto i loro effetti. Tra i ragazzi non si parlava d'altro. Ma la cosa più curiosa era la presenza di un folto gruppo di nonni e genitori, anche nelle prime file, accorsi per accompagnare nipoti e figli e spinti da genuina curiosità. Prima di gustare l'evento, parcheggiata la macchina, bisognava percorrere alcune decine di metri a piedi. Il pellegrinaggio con ombrelli a portata di mano per la serata non clemente, era avvolto in uno “strano” buio che ha fatto comunque da complice all'energia positiva man mano che ci si avvicinava al palco. Per la gioia di quanti pensavano che sarebbe scoppiato di lì a poco un temporale, come effettivamente è avvenuto dopo, Capa è arrivato in anticipo. Scherzoso, irrefrenabile, mordace, instancabile ha saputo coinvolgere davvero tutti. I suoi brani erano cantati all'unisono soprattutto dagli adolescenti, e si sa, stare dietro agli scioglilingua del cantante non è impresa facile. Una mamma candidamente ha affermato “vorrei che la storia e la geografia le imparasse come è successo per queste canzoni…” Più tardi la pioggia battente ha sicuramente fatto da collante all'entusiasmante situazione che si era creata. Gli ombrelli aperti, a mò di scudo hanno riparato teste che cercavano di alzarsi in punta di piedi, per scorgere almeno una ciocca di capelli del cantante che intanto saltellava da una parte e l'altra del palco. La band ilare che giocava a mimare alcuni passi dei brani, ha reso lo spettacolo anche un po' teatrale. Cosi tra un saltello e l'altro, tra applausi, tra una bottiglia di vino e un'altra (passata tra chi voleva forse provare stupidamente qualche ebbrezza in più), la gente sudava. L'entusiasmo è esploso alla repentina trasformazione di Capa a leader dei Sunny Cola Connection. Tute da idraulico e pezzi folklorisici accompagnati dal “pogare” irrefrenabile (più comunemente spingersi, fino a farsi male) hanno spaventato una nonna, probabilmente alle prime file, che come in un film di Charlie Chaplin a spintoni è voluta uscire dalla folla. Non ricordo l'ultima volta in cui l'euforia nella nostra città è stata così contagiosa. Una vera festa in musica che ha scaldato il cuore anche del papà più severo rimasto sotto la pioggia alle suppliche del figlioletto. “Non chiedete autografi, sono uno di voi, ci vediamo in strada”, così ha concluso Michele sicuramente soddisfatto del calore della sua gente. E noi ci auguriamo che porti questi momenti di gioia ancora per molto tempo in giro per le più svariate città. Laura Amoruso laura.amoruso@quindici-molfetta.it
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